Mafia: il mio ricordo quotidiano del giudice Giovanni Falcone

Lo faccio oggi. In una giornata della minchia, quando nessuno ricorda niente, quando tutti scordiamo che la mafia c’è sempre e non solo il 23 maggio di ogni anno. Lo faccio adesso, mentre sono in procinto di versarmi stancamente un bicchiere di the Santal al limone e mi sto spostando altrettanto stancamente dalla sala alla cucina.

Giovanni Falcone

E lo faccio adesso perché adesso, senza un motivo particolare, ho pensato a quella stele commemorativa posta lì a Capaci , sul bordo dell’autostrada,a memoria di quel sacrificio che sono ‘costretto’ a vedere quando arrivo o quando riparto dalla mia terra tramite aeroporto. E mi fa’ più male guardala quando sono in procinto di lasciare la Sicilia e tornare al Nord. Perché il giorno della partenza, del ritorno a questo dolce esilio perpetuo è, strictu sensu, una giornata della minchia, perché ogni istante di una giornata che vede il mio corpo staccarsi dalle mie radici ed essere traslato altrove è, latu sensu, una giornata triste, perché saluti i tuoi genitori e pensi ‘ li vedrò ancora?’ , perché saluti il tuo piccolo paese nella consapevolezza di ritrovarlo più povero la prossima volta.

Perché nulla cambia in meglio in questo meridione della minchia, perché le nostre teste di minchia non cambiano, perché la politica non cambia,perché siamo in una ‘nazione’ fatta ad minchiam. Ma state tranquilli che il 23 maggio come ogni anno le bocche nobili si riempiranno di paroloni e di proclami , di ricordo, di lotta continua alla mafia, di legalità ecc. E poi per 364 giorni nessuno ne parlerà più. Alla fine, dopotutto, Giovanni Falcone era solo ‘una testa di minchia’ .Disse un giorno Paolo Borsellino: “Giovanni, ho preparato il discorso da tenere in chiesa dopo la tua morte: “Ci sono tante teste di minchia: teste di minchia che sognano di svuotare il Mediterraneo con un secchiello… quelle che sognano di sciogliere i ghiacciai del Polo con un fiammifero… ma oggi signori e signore davanti a voi, in questa bara di mogano costosissima, c’è il più testa di minchia di tutti… Uno che aveva sognato niente di meno di sconfiggere la mafia applicando la legge”.