Cioccolato di Modica, parla il direttore del Consorzio: 'Qualcuno è contro l'IGP'

Parli di Modica (Ragusa) e ti viene subito in mente il cioccolato come simbolo del territorio, un legame così radicato divenuto orgoglio di una intera comunità. È per questo motivo che, ogni qualvolta si parla di cioccolato di Modica, gli animi sono sempre accesi e le divisioni sono evidenti, divisioni legate soprattutto alla politica di promozione del prodotto e alla regolamentazione della produzione dello stesso; Nonostante nel 2003 sia stato costituito il Consorzio di Tutela del Cioccolato di Modica, molti hanno deciso di continuare a camminare autonomamente e le polemiche, sono sempre dietro l’angolo. Negli ultimi giorni sembra si siano raffreddati gi animi sula questione relativa al cioccolato di Modica “svenduto” a Gennaio nella Grande distribuzione a 1,49 €.  In quei giorni il cioccolato di Modica è stato inserito, insieme ad altre eccellenze italiane, in un volantino della Lidl con una scontistica del 25% rispetto al prezzo medio di mercato del prodotto, una promozione che rientrava nel lancio della collaborazione tra la Lidl e Gambero Rosso che, attraverso i suoi esperti, aveva assaggiato, valutato e abbinato i prodotti.

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Il cioccolato di Modica, insieme ad altre due eccellenze siciliane, è stato incluso nello spot pubblicitario nazionale della Gdo finendo, per otto giorni, nelle case degli italiani. Molti produttori, quelli fuori dal Consorzio di Tutela, hanno gridato subito allo scandalo lamentando la svendita del prodotto e la mancata vigilanza in merito:

                        Da Il Tempo del 1 febbraio

I rappresentanti di Antica Dolceria Bonajuto, Casa don Puglisi, CioKarrua, Ciomod, Cosaruci, Delizie d’autore, Dolceria primavera, Il Modicano, L’arte del Cio.to.ca., Quetzal, Sfizi golosi e Spinnagghi – aziende che rappresentano per numero di addetti e volume d’affari una fetta assai consistente del comparto cioccolatiero modicano – ritengono che la vendita della barretta artigianale nei supermercati a un prezzo più basso (tra il 25% e il 50% in meno), di quello praticato nelle dolcerie e pasticcerie di Modica e nelle rivendite di tutta Italia, non aiuti la tutela né la valorizzazione di un prodotto di eccellenza, candidato al riconoscimento Igp.La guerra dei prezzi, avvertono, potrebbe innescare una pericolosa corsa al ribasso, spingendo alcuni produttori a utilizzare ingredienti meno costosi, abbassare la qualità del prodotto o adottare metodi di lavorazione industriale, in barba alle caratteristiche originali della barretta che si intende tutelare.”La ‘svendita’ della barretta, infatti, rischia di arrecare un grave danno economico e d’immagine – rimarcano – a un comparto, come quello cioccolatiero, che nell’arco di due decenni si è costruito una solida reputazione basata sull’originalità e peculiarità dei metodi di lavorazione artigianale, sulla qualità integrale degli ingredienti e del prodotto finale, nonché sul fatto di rappresentare una specialità unica al mondo che ha resistito alla globalizzazione economica e all’omologazione culturale.”Svilire il prezzo della barretta – incalzano – significa non solo togliere pregio al cioccolato di Modica, ma svalutare anche quella reputazione grazie alla quale la città della Contea ha goduto negli ultimi vent’anni di notevoli flussi turistici e importanti ricadute economiche in vari settori collaterali”. Reazioni negative sono state registrate anche dai rivenditori della barretta modicana, sparsi in tutta Italia, che hanno visto vanificato di colpo il loro assiduo lavoro di promozione.Nell’evidenziare la contraddizione insanabile tra i propositi di tutela e la svendita a basso costo della barretta, le dodici aziende hanno chiamato in causa il Consorzio di tutela del Cioccolato di Modica, “responsabile – sostengono – non solo di aver minimizzato in un comunicato la gravità della circostanza, ma addirittura di aver avallato l’operazione, ‘firmata’ da produttori che occupano posizioni di vertice all’interno di quell’organismo, e che, pertanto, più di altri dovrebbero avere a cuore la tutela e la valorizzazione del prodotto modicano di eccellenza

C’è da dire che a Modica sembra esserci  in atto una guerra tra chi è dentro o fuori il Consorzio di Tutela del Cioccolato, molti interventi politici hanno infatti polemizzato sul legame stretto, per alcuni troppo, tra il sindaco Abbate e il Consorzio a discapito – dicono- dei produttori di cioccolato che hanno deciso di rimanere fuori. Sotto la lente di ingrandimento di molti esponenti dell’opposizione è finita la partecipazione del Comune di Modica a Expo 2015 che- secondo i critici- è costata troppo.

Ritornando alle polemiche che hanno caratterizzato le ultime settimane, a freddo abbiamo sentito il direttore del consorzio di tutela, Antonino Scivoletto, il quale, immerso tra quotidiani e riviste degli ultimi due decenni che parlano del cioccolato e che vuole inserire nel dossier per la richiesta di inserimento nel marchio IGP, ci ha rilasciato una lunga intervista dove si toccano tutti i temi salienti relativi alle ultime vicende che hanno riguardato il cioccolato di Modica.

Direttore, è inevitabile iniziare dalle ultime polemiche…

«Quella è una vicenda che qualcuno ha cercato di strumentalizzare rispetto alla capacità del Consorzio di intervenire relativamente a quelle che sono le regole di mercato, una cosa molto difficile e complessa da attuare».

Come vi ponete rispetto alle critiche?

«Noi ci occupiamo della tutela del prodotto, rispetto alla originaria ricetta storica rinvenuta in casa Grimaldi nel 1746, ci occupiamo di promozione e attendiamo il riconoscimento dell’IGP per poter, come Consorzio e solo dopo l’avvenuto riconoscimento, occuparci anche del controllo della qualità del prodotto.  Questo già lo facciamo, ma limitatamente ai nostri 19 associati. Rispetto alla operazione LIDL, noi abbiamo espresso un giudizio positivo, nel senso che abbiamo valutato come positivo l’accordo che la LIdl ha stipulato con Gambero Rosso che ha censito 23 prodotti per una operazione che aveva lo scopo di promuovere altrettante eccellenze del territorio italiano. Nessuno dei territori interessati alla produzione dei prodotti pubblicizzati e inseriti in questo volantino, con sconti anche ben superiori al 25%, ha protestato.  Ci mancherebbe!! Tutti i 23 prodotti hanno goduto di una campagna mediatica notevole, addirittura 3 prodotti siciliani sono finiti nello spot televisivo che è girato nelle reti nazionali Rai e Mediaset  collezionando milioni di telespettatori.  Si capisce bene che ciò ha consentito al cioccolato di Modica di essere diffuso in tutto il territorio nazionale».

L’obiettivo è l’IGP, ma molti vi accusano di aver perso troppo tempo per la produzione del dossier atto a richiedere l’inserimento..

«Per rispondere a quanti ci accusano di aver perso tempo nella procedura dell’IGP, voglio ripercorrere brevemente la storia del Consorzio  il Consorzio nasce nel 2003, nel 2006 avvia una operazione per il riconoscimento del marchio IGP, richiesta che viene rigettata dalla Comunità Europea e dal Ministero per un semplice motivo: il prodotto per il quale noi chiedevamo l’inserimento nel marchio di Indentificazione geografica protetta, parte da un prodotto base che è la fava di cacao, ossia  un prodotto agricolo che non nasce in territorio di Sicilia. Dopo quella bocciatura io vengo chiamato a svolgere la funzione di direttore, siamo nel Marzo del 2010, è un periodo dove inauguriamo un nuovo corso che comincia con la  richiesta alla Commissione europea, non per inserire il cioccolato tra le IGP, ma di modifica al Parlamento Europeo del regolamento che prevede il riconoscimento dei prodotti di qualità in Europa, con l’inserimento, intanto, della categoria del cioccolato. Questo percorso non è stato certo facile, ci siamo avvalsi dell’aiuto di parlamentari europei importanti come Paolo De Castro e Giovanni La Via, ma siamo riusciti a far modificare questo decreto che è diventato esecutivo nell’ottobre del 2013,  inserito nella Gurs il 14 dicembre 2013. A giugno del 2014 questo decreto subisce ulteriori modificazioni rispetto la tecnica di formulazione della domanda per la richiesta di inserimento. Da giugno 2014, quindi, scatta la possibilità reale di poter presentare richiesta per l’inserimento del cioccolato di Modica nel marchio IGP ed ha avvio, quindi, l’impegno del Consorzio per preparare in modo oculato questo dossier, in modo che la procedura possa andare a buon fine.  Da quel momento, quindi, tengo a dire che il Consorzio ha lavorato sempre in sinergia con Camera di Commercio, Cna e Comune di Modica, da una parte per rafforzare la compagine societaria, dall’altra per raggiungere questo importante obiettivo dell’IGP attraverso un gruppo di lavoro che sta completando, credo che lo farà entro il 10 marzo, il dossier per la formulazione della domanda che dovrà essere depositata al Ministero».

Ritorno alle polemiche, il Comune è stato molto criticato per le spese sostenute relativamente alla presenza dei produttori a Expo 2015

«Ovviamente, quando è stata mossa quella critica, noi ci siamo esposti in difesa del Comune che si è mosso per la promozione del prodotto, rappresentato a Expo da 21 aziende, quindi anche ditte fuori dal Consorzio. Invece di fare polemiche bisognerebbe concentrarsi sui risultati ottenuti, grazie a quella presenza  produttori, soci del consorzio e non, hanno stipulato contratti  in tutto il mondo, questo è frutto di un investimento saggio che ha fatto il Comune di Modica che ha consentito a tutti i produttori di incontrare il mondo»

C’è chi ha fatto notare che a Expo il costo di una barretta di cioccolato fosse molto alto

«La lievitazione dei prezzi è stata determinata da due fattori: il primo fattore riguarda le royalties spettanti alla società che ha gestito il padiglione, in questo caso Eurochocolate che ha gravato sul costo della barretta di cioccolato per un onere del 40%.  A questi costi vanno aggiunte le royalties per l’organizzazione Expo, un altro 12%; Quindi, considerato che la barretta veniva venduta lì a 3,90%, se togliamo il 52% i conti sono presto fatti. Siamo nei prezzi di mercato».

Chi è contro il marchio IGP lo dica apertamente

Ritorno alla vicenda LiDL, ci sono stati produttori che non hanno proprio digerito la promozione

«Tra questi soggetti firmatari del comunicato, ve ne è uno in particolare, che rappresenta Casa Don Puglisi. Ebbene, mentre l’operazione della Lidl è durata 8 giorni con una ricaduta in termini di vantaggi notevole per il prodotto e per il territorio, Casa Don Puglisi da un anno e mezzo vende nella grande distribuzione la barretta di cioccolato ad 1,50 € e nessuno ha mai gridato allo scandalo, nè noi, né le altre aziende che hanno firmato quel documento» .

Io sospetto che, tra chi si agita, prevalga la volontà di qualcuno di non volere che si porti a compimento l’obiettivo IGP. Su questo tema vorrei davvero che tutti si esprimessero chiaramente: chi è contro? Chi a favore? Rientrare nel marchio di identificazione geografica protetta, significa fare il salto di qualità, lanciare definitivamente un prodotto che è l’orgoglio della nostra terra. Allora è importante che i produttori si pronuncino sulla richiesta del marchio, dobbiamo capire se vogliamo stare insieme e fare sinergia per studiare le strategie atte a colpire il mercato che sia di nicchia o popolare, come infondo è il cioccolato di Modica. Dobbiamo riuscire a intercettare tutti i consumatori non sottovalutando, anzi tutt’altro, l’e-commerce che ha rosicchiato il 13% del mercato italiano. Il nostro obiettivo è quello di dimostrare che il cioccolato di Modica può competere con tutti gli altri cioccolati nei posti dove il coccolato si vende».

Quanto costa produrre il cioccolato di Modica?

«Il costo della produzione del cioccolato è molto variabile ed è condizionato principalmente dal costo dell’elemento fondamentale, la pasta amara. Se come molti dicono, tanti produttori utilizzano la pasta amara che ha un costo di 14/15 euro al chilo, essendo questo l’ingrediente principale, secondo il nostro disciplinare ne va messo mezzo chilo su un chilo di cioccolato, capisce bene che partendo da 7,50 € per fare un chilo di cioccolato più lo zucchero, già raggiungiamo costi importanti . Da un chilo vengono fuori 10 barrette, siamo a circa 85 centesimi, a questo mettiamo altri ingredienti per l’aromatizzazione e, soprattutto, il costo del lavoro; A questo ultimo aspetto  io tengo molto e vigilo periodicamente perché non possiamo permetterci di avere aziende che sfruttano i lavoratori. Poi, per tornare ai costi, ancora c’è il packaging che può essere più o meno costoso.

Ovviamente, c’è la possibilità di utilizzare prodotti anche meno costosi, sta a chi li assaggia giudicarne la qualità. Ecco, questo è un altro tema centrale: l’ individuazione di un produttore del cioccolato di Modica passa dalla capacità di poter dimostrare poi all’organismo di controllo, che sarà scelto dalla Comunità Europea, di rispettare il disciplinare e avere un laboratorio attrezzato per la produzione del cioccolato, cosa oggi non dimostrabile. La prima cosa che farà l’organismo sarà quella di ispezionare i laboratori e verificare se il prodotto venga alterato con l’utilizzo di altri ingredienti non compatibili come, ad esempio, la farina o i derivati di latte. Mi chiedo se alcuni non siano preoccupati proprio da questo, cioè dal rispetto di norme e discipline, ma sono regole alle quali dobbiamo abituarci se vogliamo raggiungere obiettivi importanti. Una cosa ci tengo a dirla: nessuno potrà fermare il Consorzio dal perseguire l’obiettivo che ci siamo prefissi».