Libero Consorzio Ragusa a un passo dal default: Ecco cosa si chiede al Governo

Si sono riuniti oggi in assemblea i dipendenti del Libero Consorzio di Ragusa, un incontro avvenuto in contemporanea con le altre otto province. Come si è più volte detto, la situazione è davvero tragica, se non si prendono provvedimenti immediati il default sarà vicinissimo. Per le ex province, dalla finanziaria regionale, sono arrivati circa 170 milioni in meno rispetto a quelli che potrebbero garantire la sopravvivenza, alcuni servizi essenziali sono già stati sospesi e i dipendenti rischiano di non vedere stipendi nell’imminente futuro. Per i sindacati occorre che lo Stato congeli subito la compartecipazione dei Liberi Consorzi dalla spesa pubblica e, successivamente, bisogna che il Governo porti avanti la riforma così come era stata pensata. Ecco cosa hanno scritto i sindacati  CGIL, CISL, UIL, SILPOL e  USB al termine del’assemblea.

 

Prima preoccupazione dei dipendenti sono l’erogazione dei servizi alla comunità: Disabili – Scuole – Strade  fortemente penalizzati dall’attuale nebbia legislativa (da parte della Regione) ed economica (da parte dello Stato) che avvolgono gli ex enti provinciali. Responsabilità legislativa della Regione: ad oggi non è riuscita a dotarsi di una legge sui Liberi Consorzi. Il Governo ed il Parlamento Regionale non sembrano abbiano la volontà di calendarizzare e approvare la legge sui Liberi Consorzi Comunali. Responsabilità economica del Governo Centrale di Roma: la Legge di Stabilità 2016, oltre a non prevedere  trasferimenti  impone  un prelievo forzoso di €. 180.000 milioni sulle ex Province (€. 12.640 milioni solo per la ex Provincia di Ragusa). Nonostante la rivendicazione di un primato, rinvio dopo rinvio , abbiamo ottenuto  un disastro. Da mesi il governo regionale non è stato in grado di gestire la riforma ed adesso non riesce a contenere l’emergenza Per salvare le ex Province vicine al default, si chiede allo Stato di congelare la richiesta di compartecipazione alla spesa pubblica. Ciò potrebbe dare un po’ di respiro agli enti, in attesa che il governo e il parlamento si decidano, a tre anni dal clamoroso annuncio, a portare a termine davvero quella riforma. Dall’ultima Finanziaria regionale, le ex province ottengono solo  19 milioni di euro per le spese correnti, oltre a 9 milioni per investimenti. Oggi agli enti servirebbero circa 200 milioni di euro: 118 milioni per sanare il passivo di bilancio e 80 per la compartecipazione alla spesa pubblica per l’anno 2016.  L’atteggiamento di chiusura del governo Crocetta ha prodotto solo come risultati,  il continuo rinnovo e il valzer di commissari fedelissimi al governatore ma in molti casi anche del tutto impotenti, il crollo di strade provinciali e scuole, la scomparsa di alcuni servizi fondamentali come quelli destinati ai disabili, l’incertezza sul futuro dei lavoratori degli enti. Tutto questo dovuto al fatto di non avere ancora approvato una norma che sbloccherebbe anche i finanziamenti statali alle ex Province.