Per il Carrubo la minaccia arriva dall'Asia

Un insetto, ancora poco conosciuto agli esperti locali, sta minacciando i carrubeti della provincia di Ragusa e, nello specifico, quelli che si trovano nei comuni di Scicli e Modica. Si tratta dello Xylosandrus Compactus, un insetto. che proviene dal sud-est asiatico, della grandezza di poco meno di 2 millimetri (la femmina) che si insinua all’interno dei rami, ma anche delle branche della pianta provocando delle ferite che aprono le porte ad altri parassiti. Una volta scavata la galleria, attraverso piccolissimi fori (generalmente 0,8 mm) depositano le larve all’interno del tronco portando al proprio interno anche un fungo che servirà come alimento, ma dannoso per la pianta stessa. L’attacco dell’insetto, già conosciuto nella aree tropicali, si manifesta con l’ingiallimento della pianta, al momento, in termini di percentuale, non si conoscono gli effetti sulla produzione, ma appare evidente che influisce in maniera negativa e che rischia di far ammalare gravemente gli alberi. Il fenomeno al momento sembra contenuto, ma il vero problema è che l’insetto è in fase di studio e, per avere delle risposte esaustive, occorre aspettare la bella stagione quando lo Xylosandrus Compactus entrerà nel vivo dell’attività, ma intanto non esistono pesticidi che possano contrastarlo, ma solo tentativi suggeriti dai tecnici, come è l’utilizzo di trappole attivate con etanolo, ma anche in questo caso gli effetti sono ignoti. Tra l’altro si conoscono solo pochissimi limitatori naturali in grado di contrastare l’insetto che fino a poco tempo fa era noto per gli attacchi alle piante tropicali, la sua permanenza all’interno del tronco rende difficile l’attacco al coleottero che, molto probabilmente, ha trovato terreno fertile nel cambiamento climatico tradotto in un importante periodo di siccità registrato nel territorio ibleo negli ultimi tre anni. Al momento le cose da fare sono solo monitoraggio e prevenzione, analizzare a fondo lo sviluppo dell’insetto per studiare le contromosse, in questo senso l’Osservatorio per le malattie delle piante di Acireale ha prelevato dei campioni che sta analizzando in laboratorio, ma occorre aspettare la fine dell’inverno per conoscere meglio il nemico. Per quanto riguarda la prevenzione, invece, un dato assodato è che Xylosandrus Compactus attacca principalmente le piante deboli già sotto stress perchè, magari, sono state già oggetto di attacco da parte dei roditori che erodano la corteccia e i cui limitatori naturali (volpi, uccelli ecc) spesso vengono abbattuti dall’uomo. Un atto di prevenzione sarebbe quindi quello di mantenere le piante vigorose, di iniziare anche ad irrigarle (cosa mai fatta), fare una buona potatura in primavera e tagliare i rami infestati bruciandoli. Per questo il Servizio Fitosanitario Regionale, sta valutando l’ipotesi di chiedere ai sindaci di emanare una ordinanza che obblighi i cittadini ad attivare una serie di iniziative di prevenzione, cosa non di certo facile se si considera che quella del carrubo è una coltivazione estensiva (spontanea) spesso abbandonata o che si trova in zone impervie.

Xylosandrus Compactus

 

Fori più grossi preoccupano gli esperti

Se Xylosandrus Compactus preoccupa fino ad un certo punto, almeno per il momento, ad allarmare maggiormente gli esperti sono altri fori riscontratati sui carrubeti, più grandi rispetto a quelli provocati da X. Compactus, che sono stati trovati principalmente in impianti giovani dove sono state scoperte larve più grosse della dimensione di 3 cm. Su questo ritrovamento vi sono varie ipotesi al vaglio dell’Osservatorio, ma fino a quando le larve non arriveranno alla fase adulta, non sarà certo facile conoscere l’identità dell’ospite degli alberi. Tuttavia, come detto, si avanzano ipotesi: per alcuni potrebbe trattarsi del Bostrico della Vite, ma stando ad altri esperti non farebbe fori così grossi; Potrebbe anche essere Apate Monachus, l’insetto che ha gravemente colpito gli agrumi siciliani potrebbe aver dirottato sul carrubo o, cosa ancor più grave, si potrebbe trattare di Xylosandrus crassiusculus che avrebbe potuto completare la sua discesa in Sicilia dopo aver fatto registrare la presenza in Liguria, Toscana e Lazio e già inserito nella Allert List EPPO (European and Mediterranean Plant Protection Organization). organizzazione intergovernativa responsabile, in ambito europeo e mediterraneo, della cooperazione finalizzata alla difesa dei vegetali. In questo ambito l’Europa assume un ruolo fondamentale grazie alla convezione del 1951 sul controllo de di veicoli, aerei e navi, container, depositi, terreni e altri oggetti o materiali che possono ospitare o diffondere eventuali patogeni. Forse si dovrebbe lavorare maggiormente sulla rete, sulla comunicazione tra gli enti preposti, si dovrebbe pensare a convenzioni legate ai tempi di oggi dove la globalizzazione ha preso piede e gli interscambi, anche grazie ad internet, sono molto più frequenti e meno facili da controllare.

Giovanna Tropea Garza, docente presso l’Università di Catania, ha spiegato come la presenza di nuove specie esotiche in Italia in un anno sia passata da 8 a 17, proveniente dall’area tropicale dal 7 al 37%. Sono dati allarmanti che mettono a dura prova il sistema di controllo e di difesa del nostro paese, si tratta di specie aliene di temuta introduzione che nel territorio non trovano limitatori naturali e hanno campo libero facendo danno enorme all’economia, ma anche al paesaggio. Ricordiamo che prima il Punteruolo Rosso con la devastazione delle Palme, poi la Xylella Fastidiosa che ha costretto le autorità a distruggere ulivi secolari (ma potremmo continuare ancora), hanno mutato per sempre il nostro paesaggio e, ricordiamo, che il carrubo è una peculiarità della Provincia di Ragusa dove si registra il 70% della produzione nazionale. Giuseppe Marano del Servizio Fitosanitario regionale, auspica collaborazione tra gli organi preposti, i tecnici, ma anche gli agricoltori e gli studenti dell’Istituto Tecnico Agrario, una risorsa molto importante nel territorio ibleo che può dare un contributo fondamentale nel monitoraggio del fenomeno Xylosandrus Compactus.

Per comprendere ancora meglio la gravità che comporterebbe perdere alberi secolari come il Carrubo, occorre conoscere anche le proprietà della carruba, un frutto che serve sia al mondo della gastronomia, ma anche alla medicina.

Un frutto dalle importanti proprietà

Le carrube hanno al proprio interno dei semini molto piccoli e duri chiamati anche carati in virtù del fatto che un tempo venivano utilizzati per misurare l’oro. Dai semi di carruba si ottiene una farina molto preziosa utile per la cucina, per l’alimentazione degli animali, ma anche per le case farmaceutiche.

La Carrubba è un frutto che non contiene caffeina e senza glutine, per questo è molto ricercato da chi soffre di celiachia, contiene il 50 per cento di zuccheri e molte vitamine; Importante anche il contenuto di sali minerali, di proteine e fibre, per questo le carrube sono consigliate anche dei dietologici che ne riconoscono le grandi qualità nutritive senza un eccessivo carico calorico.

Grazie al suo contenuto di zucchero e al sapore dolciastro, le carrube vengono utilizzate nelle pasticcerie, molto spesso come surrogato del cioccolato, ma anche per fare liquori, gelati e molto altro.  La farina di carrube si trova in commercio con la sigla E410, molto spesso la sua funzione è quella di addensante, molto diffusa nei preparati da forno.

Un utilizzo importante della carruba viene fatto nel mondo della cosmesi dove gli estratti del frutto mediterraneo vengono utilizzati per la preparazione di creme che provocano benefici alla pelle, ma è nel mondo della medicina che il frutto dà il meglio grazie ad una serie di proprietà che lo rendono efficace sia nel mondo della medicina tradizionale che nella medicina naturale dove viene utilizzato per la preparazione degli infusi. I benefici delle carrube per la salute sono molteplici, dall’azione antiossidante a quella anticolesterolo. Gli estratti della foglia di Carruba rappresentato un ottimo antibatterico. Grazie alle multiproprietà, la polpa del frutto di carruba viene utilizzata frequentemente nella medicina per i neonati, molto comune l’utilizzo del frutto per la cura di gastroenteriti.

Insomma, dal frutto al seme del carrubo non si butta via proprio niente, ogni elemento è molto importante in vari settori: da quello industriale a quello della medicina.