Decadenza dei sindaci, consiglieri comunali contro l’Anci Sicilia

La recente legge sulla cessazione degli organi comunali, varata come interpretazione autentica e promulgata dal Presidente Crocetta, allinea la Sicilia al resto d’Italia. La presa di posizione dell’Anci Sicilia su detta norma appare strumentale”.

I consiglieri comunali di Casteldaccia e Calatafimi Segesta, Di Salvo, Fricano Guttilla, Liga, Magro, Piazza, Anselmo, Autuori, Vanella, Ardito e Accardo, tramite una nota, prendono posizione contro l’associazione dei Comuni siciliani, che, durante una riunione svoltasi ieri a Villa Niscemi, aveva deciso di battersi contro la legge regionale che comporta la decadenza di sindaci e giunta in caso di scioglimento del consiglio comunale per mancata approvazione del bilancio nei termini.

“Sembra proprio – prosegue la nota – che chi rappresenta l’Anci voglia far passare il messaggio che tale associazione rappresentI solo i Sindaci e non, come dovrebbe, i comuni in senso lato, compreso gli organi quali i consigli comunali. Quanto al merito della legge sia chiaro che la norma parla di mancata approvazione dei bilanci da parte dei consigli comunali e non di mancata approvazione nei termini ed in ogni caso lo scioglimento avviene dopo la diffida ad adempiere e la nomina di un commissario ad acta da parte dell’Assessorato regionale agli Enti locali. A chi parla a nome dell’Anci ricordiamo che le leggi si applicano e non si commentano ed eventuali dichiarazioni di incostituzionalità spettano alla Corte costituzionale cosi come l’interpretazione autentica spetta al parlamento che ha approvato la legge. Diffidiamo l’Anci, che dovrebbe essere un organo che rappresenta anche i consigli comunali, ad assumere atteggiamenti di parte sulla questione“.

“Invitiamo il presidente Crocetta, paladino della legalità – concludono i consiglieri comunali – ad applicare la legge, non esponendosi ad eventuale abuso d’ufficio, disponendo cosi come previsto dalla legge da lui promulgata la cessazione dei consigli comunali e dei sindaci. Ciò deve avvenire rapidamente in maniera da garantire il diritto, questo davvero garantito costituzionalmente, di tornare alle urne e di votare l’11 giugno”.