Il 42% dei siciliani vive in povertà. Quali misure per aiutarli?

Il 42% dei siciliani vive in in povertà. I  dati sono stati presentati alla Camera davanti alle commissioni Lavoro e Affari sociali. Lo Svimez vede punte superiori al Sud fino al 30% e in Sicilia del 42%.

Nel 2014, ‘1.470.000 famiglie residenti in Italia (il 5,7% del totale) sono stimate in condizione di povertà assoluta, si tratta di 4.102.000 individui (il 6,8% della popolazione)’. Sono i dati presentati dall’Istat in audizione alla Camera davanti alle commissioni Lavoro e Affari Sociali per il ddl povertà. Il fenomeno appare più diffuso al Sud dove si stimano in condizione di povertà circa 704 mila famiglie, pari a 1,9 milioni di individui poveri. L’Istat stima inoltre che più di 50mila persone siano senza fissa dimora. Lo Svimez che vede invece al Sud punte superiori al 30% per ‘la prospettiva di entrare sotto la soglia di povertà, con picchi al 42% in Sicilia’. L’Inps: a gennaio crollo delle domande di disoccupazione: 148.185, -32,2%
“Lo Stato non può tollerare che la nascita di un figlio costituisca per tante famiglie italiane un passo verso la poverta'”. Cosi’ il Ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, con delega alla famiglia, Enrico Costa, commentando i dati sulla Povertà in Italia. “Questo provvedimento – ha aggiunto Costa – è fondamentale per un approccio organico ai problemi e alle esigenze che affliggono le famiglie italiane. Le coppie con figli oggi non sono adeguatamente sostenute. Ci sono misure utili che, in quanto sganciate tra loro, incidono solo relativamente sulle esigenze piu’ immediate delle famiglie. Questo provvedimento puo’ essere l’occasione per un riordino complessivo delle misure di sostegno familiare, che attualmente sono prive di un impatto organico e, come tali, non sono percepite dalle famiglie italiane come frutto di un univoco impegno dello Stato per dare loro prospettive certe di fronte alla crisi e alle difficoltà. Se le famiglie più numerose sono anche le più povere, se cresce la denatalità in modo esponenziale, lo Stato ha il dovere di fare autocritica. E’ una tendenza che viene da lontano: dobbiamo impegnarci per invertirla”, ha concluso.

Anche a Palermo aumenta la povertà. Sempre più persone chiedono beni di prima necessità. La Caritas ha raddoppiato, in un anno, la distribuzione giornaliera dei pasti: da 200 a 400. Intanto, il dormitorio dell’ospedale Buccheri La Ferla ha bisogno di donazioni.

E vale mezzo miliardo di euro lo stanziamento comunitario sul programma 201472020 destinato all’incremento dell’occupazione, all’inclusione sociale e alla lotta alla povertà, che sarà gestito dall’assessorato regionale alla famiglia. Per avviare la programmazione di queste risorse è stato istituito  all’Assessorato regionale della Famiglia delle Politiche Sociali e del Lavoro, il “Gruppo di lavoro interdipartimentale permanente”, con l’obiettivo di programmare e coordinare le attività da realizzare a valere sui fondi strutturali, di competenza del Dipartimento Famiglia, Politiche Sociali e Lavoro. L’intento è quello di promuovere le potenzialità dei Fondi Strutturali, PO-FSE 2014-2020 per il quale la dotazione finanziaria è pari ad € 210 milioni per il Dipartimento Lavoro, e € 160 milioni per il Dipartimento Famiglia e Politiche Sociali; PO-FESR 2014-2020 per il quale la dotazione finanziaria è pari ad euro 77 milioni, unicamente a valere sul dipartimento famiglia; a tali risorse si aggiungono i Fondi PAC 2014-2020 (Piano di Azione e Coesione) per entrambi i dipartimenti.  Il tavolo, composto dai Dirigenti Generali dei due Dipartimenti, da esperti dei fondi strutturali e dai rappresentanti dell’assistenza tecnica, si adopererà per la programmazione e velocizzazione delle procedure di utilizzo dei fondi comunitari, l’accesso e la partecipazione ai bandi di finanziamento delle misure di competenza e la verifica periodica sullo stato di attuazione dei Fondi. Saranno inoltre coinvolte in tali attività le associazioni di categoria, le rappresentanze sindacali e sociali e i centri di ricerca. La mission sarà quella di intervenire sulle politiche attive del lavoro, mediante la promozione di un’occupazione sostenibile e di qualità, dell’inclusione sociale, della lotta alla povertà e alla discriminazione.