Abusivismo a Scala dei Turchi, 12 indagati per un villaggio "vip"

Abusivismo a Scala dei Turchi, uno dei luoghi più suggestivi in Sicilia. Ci sono 12 indagati dalla Procura di Agrigento  per la costruzione del residence turistico “Borgo Scala dei Turchi” a Realmonte: la Procura ipotizza per loro ipotesi di lottizzazione abusiva ed abuso edilizio. Si tratta di un residence di lusso, che doveva sorgere tra Lido Rossello e Punta Grande.

I lavori per il Borgo della Scala dei Turchi erano partiti diversi anni addietro, poi la denuncia delle associazioni ambientaliste e la protesta dei cittadini ne hanno interrotto la costruzione e la Procura ha avviato le indagini da cui scaturiscono oggi le accuse di abuso, abuso edilizio, lottizzazione abusiva, falsa perizia per 12 indagati.

Tra di essi, risultano alcuni amministratori della società ‘Co.Ma.Er. SPA’, con sede a Siracusa, la quale stava realizzando i lavori; tra i 12 su cui adesso verteranno le indagini, vi sono anche dirigenti del comune di Realmonte e della Soprintendenza dei Beni Culturali di Agrigento, così come l’ex Sindaco di Realmonte, Giuseppe Farruggia.

Il complesso per villette con piscina a ridosso della scogliera, sarebbe stato ideato e sviluppato “in una situazione di totale illegalità” per molteplici difformità rispetto alle autorizzazioni, violazioni di norme e vincoli ma soprattutto perché, dal lontano 1991, una legge avrebbe vietato – a tutela del sito di “particolare pregio” -di realizzare qualsiasi opera edilizia. Il pubblico ministero Antonella Pandolfi ha fatto notificare l’ avviso di conclusione delle indagini preliminari a Gaetano Caristia, 69 anni, presidente della società Co.Ma.Er; Sebastiano Comparato, 81 anni, legale rappresentante e socio maggioritario della stessa società; Giuseppe Farruggia, 62 anni, ex sindaco di Realmonte nonché progettista della lottizzazione Co.Ma.Er; Giuseppe Vella, 57 anni, responsabile del settore Urbanistica del Comune di Realmonte; Cristoforo Giuseppe Sorrenti no, 52 anni, tecnico dell’ Utc di Real monte, responsabile del procedimento della lottizzazione Co.Ma.Er; Giovanni Francesco Barraco, 55 anni e Daniele Manfredi, 55 anni, entrambi direttori dei lavori; Giovanni Farruggia, 59 anni, direttore dei lavori per le opere di urbanizzazione relative alla lottizzazione Co.Ma.Er; Antonino Ter rana, 58 anni, dirigente della Soprintendenza, Vincenzo Caruso, 60 anni, dirigente del servizio per i Beni paesistici della Soprintendenza; Agostino Friscia, 63 anni, dirigente della Soprintendenza; e Calogero Carbone, 63 anni, dirigente del Servizio per i beni paesistici, naturali, naturalistici ed urbanistici della Soprintendenza.

A questo link il sito che pubblicizza il residence.

 “Tutti i provvedimenti della Soprintendenza in favore della costruzione delle villette sulla Scala dei Turchi risultano doppiamente illegittimi” fece sapere la Procura della Repubblica di Agrigento, quando il sequestro del complesso di 54 alloggi residenziali.  Per i magistrati, la Soprintendenza ai Beni culturali non si è mai formalmente pronunciata sulla compatibilità tra gli imponenti interventi della “Co.Ma.Er.” e la presenza sul territorio dei vincoli paesaggistici gravanti su tutta l’area della lottizzazione, limitando il suo giudizio alla compatibilità delle costruzioni con i residuali vincoli paesaggistici riguardanti la sola fascia di rispetto entro la battigia. “È evidente – scrivono i giudici – che tutti i provvedimenti della Soprintendenza in favore del progetto ‘Co.Ma.Er.’ risultano doppiamente illegittimi (in quanto rilasciati in contrasto sia con Decreto assessoriale 5111/92 e 5 Legge regionale 15/91, sia con l’art. 3 della legge sul procedimento amministrativo – legge 241/90 – che impone l’obbligo di motivazione per i provvedimenti amministrativi)”. I dirigenti della Soprintendenza di Agrigento, che hanno rilasciato il primo parere favorevole al progetto, avrebbero quindi dovuto conoscere l’esistenza del vincolo di immodificabilità assoluta temporanea gravante sull’area interessata dalla lottizzazione della “Co.Ma.Er”, così come sostiene la Procura. Gli inquirenti, inoltre, hanno sottolineato come i tecnici in questione siano gli stessi funzionari che nel frattempo stavano redigendo il piano paesistico della provincia di Agrigento, entrato in vigore nel 2013, il quale ha riconosciuto quella stessa area come “protetta ed inedificabile”. Eppure, è stata sempre riconosciuta la compatibilità paesaggistica del piano della ditta di Siracusa….