Abusivismo, sanzioni per chi non demolisce

Gli abusivi ora dovranno “pagare”. E’ stato approvato dalla commissione Ambiente della Camera un emendamento del M5S alla legge di stabilità.

Il testo, prima firmataria la palermitana Claudia Mannino prevede che, qualora l’abusivo non demolisca il proprio manufatto entro 90 giorni dall’ordine di demolizione, questi debba pagare una sanzione da 2.000 a 20.000 euro e, qualora l’abuso sia realizzato in zona vincolata, soprattutto a livello idrogeologico, che questa sanzione sia comminata nella misura massima.

L’atto dovrà passare al vaglio di Camera e Senato, ma rappresenta un enorme segnale positivo che indica una inversione di tendenza nella lotta a “cemento selvaggio”, che conta, secondo gli ultimi dati disponibili, circa 2 milioni di abusi edilizi ancora in piedi, di cui poco meno di un milione con una improbabile domanda di condono e poco più di un milione senza neanche uno straccio di carta a giustificarne l’esistenza. Le cifre sono confermate dal risultato del censimento delle case “fantasma” (perché in gran parte abusive) effettuato nel 2010. Si tratta di un milione e duecentomila case, come ha dichiarato il governo Monti a marzo 2012.

La sanzione prevista dall’emendamento potrà essere reiterabile (ad esempio ogni anno) qualora persista la mancata demolizione e, ovviamente, la sua corresponsione non sana l’abuso.

“Gli abusivi – afferma Claudia Mannino – si dovranno fare due conti. Se ad oggi, tutto sommato, delinquere gli conveniva poiché le demolizioni si contano sulle dita di una mano e loro abitano in immobili per i quali non si paga nulla allo Stato e ai Comuni (né oneri concessori, né IRPEF, né TARSU), la nuova sanzione potrebbe spingerli concretamente all’autodemolizione, non per ritrovato spirito ambientalista, ma per non nuocere al proprio portafoglio”.

Del provvedimento beneficeranno i Comuni: le entrate previste sono destinate, infatti, totalmente a loro.

“Le somme stimate – afferma Claudia Mannino – sono veramente ingenti: Siamo nell’ordine di di 2 miliardi (potenzialmente ogni anno). La Sicilia ne avrebbe grande beneficio. I proventi delle sanzioni, infatti, andranno in particolare ai Comuni delle 5 regioni (Calabria, Campania, Lazio, Puglia e Sicilia) dove risiedono i due terzi degli abusi edilizi d’Italia”.

Per far marciare bene la macchina sanzionatoria è importante. comunque, che ognuno faccia la propria parte, compresi i dipendenti comunali, che dovranno infliggere le sanzioni economiche da mancata demolizione. Pertanto, nella disposizione sono state previsti appositi provvedimenti, anche economici, per i dirigenti “distratti”.