Accordo per aumentare il prezzo del latte alla produzione

RAGUSA – La prima importante tappa per cercare di salvare la zootecnica iblea e siciliana è stata raggiunta. Il Governo regionale, tramite un accordo promosso dall’assessore alle Risorse Agricole Dario Cartabellotta, ha previsto l’incremento del prezzo del latte da 37 a 42 centesimi al litro per il latte bovino e di 80 centesimi per litro per il latte ovino. Si tratta di una prima significativa tappa di un percorso che va a tutto beneficio degli allevatori. E’ quanto ha spiegato nei giorni scorsi il deputato regionale Nello Dipasquale che si è soffermato sul provvedimento voluto dal Governo regionale anche a seguito del recente incontro con i rappresentanti degli allevatori e a cui non si sono presentati gli industriali.
“Ma il Governo ha fatto molto di più. Rispetto a quanto avveniva nel passato, ha finalmente battuto i pugni sul tavolo – ha spiegato Dipasquale – perché se gli industriali non accetteranno questo accordo allora si vedranno revocati i finanziamenti comunitari per i progetti finora presentati e non potranno accedere agli accordi di filiera sul Born in Sicily che prevedono la creazione di un catalogo promozionale dei prodotti regionali agroalimentari. Solo chi rispetterà gli accordi e sarà dunque all’interno del catalogo potrà accedere alla ristorazione ospedaliera e nelle mense scolastiche e al resto delle filiere corte, seguendo il senso del consumo a km 0. Dunque ha fatto bene il Governo regionale, e in particolare il presidente Crocetta e l’assessore Cartabellotta, a operare in questa direzione che risulta essere un’occasione importante per il settore”.
Dipasquale ha annunciato anche altri importanti provvedimenti come l’esclusione, per la provincia di Ragusa e per quella di Agrigento, dal taglio delle quote latte. Infine un’interessante novità che vedrà la Sicilia protagonista al Vinitaly. Sarà infatti sottoscritto l’accordo sul dolce tipico siciliano promosso da veri pasticcieri di Sicilia che vogliono promuovere il dolce tipico siciliano solo con la vera ricotta di latte (e non quella fraudolenta) e la vera frutta secca siciliana (pistacchio, mandorle e nocciole). “Come si può ben capire si tratta di provvedimenti che toccano da vicino l’area iblea, capitale del latte in Sicilia – ha detto in conclusione Dipasquale – Provvedimenti che rappresentano un primo significativo passo verso una politica strutturale e dedicata al settore dell’agricoltura e della zootecnia”.
Aprendo la conferenza stampa Dipasquale ha commentato anche la legge elettorale approvata alla Regione e che ha visto il voto di diversi partiti alcuni dei quali appartenenti a coalizioni diverse: “Ecco l’esempio di come a Palermo si possa trovare convergenza su norme che riguardano il bene della collettività”.
Apprezzamento per il provvedimento della regione da parte di Confcooperative: “La zootecnia siciliana ha subito, negli ultimi anni – è stato chiarito – un processo di contrazione fortissimo che ha determinato l’abbandono dell’attività di molti allevatori disorientati e gravati sia dalla politica comunitaria (quote latte e disaccoppiamento) che dalle crisi congiunturali (aumento prezzo mangimi, siccità), nonché schiacciati dall’assenza di un prezzo di riferimento del latte”. “Si tratta – commenta il presidente provinciale Confcooperative Ragusa, Gianni Gulino – di un altro provvedimento che, seguendo di pochi giorni quello relativo al decreto salva quote, anche in questo caso rivolto agli operatori zootecnici del territorio, è teso a rispondere alle esigenze di un comparto in grave crisi. Due importanti decisioni sono state assunte dal Governo regionale anche sulla spinta delle sollecitazioni provenienti dalle associazioni di categoria che, per la prima volta da tempo, si sono trovate d’accordo nel formare un fronte comune che riuscisse a spuntare una serie di provvedimenti positivi. Siamo riusciti nell’intento anche grazie all’aiuto che ci è arrivato dal capo dell’Ipa di Ragusa, Giorgio Carpenzano. E’ chiaro che per un territorio come quello ragusano, a forte vocazione zootecnica, due azioni del genere possono significare parecchio in termini di salvaguardia delle realtà imprenditoriali esistenti in una fase davvero drammatica. E’ da sottolineare ulteriormente questo nuovo modus operandi, vale a dire la sinergia tra tutti i soggetti che tutelano gli interessi della categoria, che ci consente di guardare al futuro prossimo con una certa fiducia”. I soggetti beneficiari degli aiuti pubblici o di altri interventi regionali devono rispettare l’accordo di filiera sottoscritto pena la revoca del contributo, così come previsto dall’Unione Europea che ha stabilito che gli investimenti realizzati con denaro pubblico (ad esempio i caseifici) devono generare il trasferimento di adeguato valore ai produttori agricoli.