Aeroporti: La SAC pronta per lo Sbarco a Piazza Affari

sac platea

La Sac (Società Aeroporto Catania) sarà quotata in Borsa molto presto.  Lo sbarco a Piazza Affari della società etnea è stato annunciato e discusso in occasione di un convegno tenutosi ieri a Catania. L’idea dell’Azienda è quella di investire di più in infrastrutture aeroportuali, uno stimolo che arriva dalle indicazioni del mercato che parlano di una trasformazione radicale del traffico negli aeroporti dovuta ad una serie di fattori che, in pochi anni, hanno letteralmente cambiato le abitudini dei passeggeri e, di conseguenza, il volto delle strutture. Lo scenario di uno scalo può cambiare in un anno del 20%, un dato sorprendente che rivela come possa essere rapida l’evoluzione o l’involuzione di una struttura aeroportuale se la società che la gestisce fa o meno  e giuste scelte.

«Dal 2004 – ha dichiarato Paleari, direttore scientifico dell’Iccsai (l’International Center for Competitiveness Studies in the Aviation Industry), la strategia di Sac è stata di mettere le basi là dove ci si collega con il resto d’Europa, ossia i grossi scali. Da qui al 2020 serve anche puntare sull’incoming. Quanto alla quotazione in Borsa di una società di gestione aeroportuale, sia chiaro come questa non cancelli l’azionariato pubblico, ma semplicemente lo riequilibri».

 

Paolo de Joanna, presidente del Comitato dei garanti, ha invece spiegato la genesi dell’idea della compagine societaria di Sac di quotarsi a Piazza Affari: «viviamo una fase molto complessa e sono convinto che la crisi dell’eurozona sia una crisi istituzionale, con una serie di “zoppìe” venute a galla. L’Europa da qui in avanti crescerà poco, come pure gli investimenti infrastrutturali. Serve quindi dominare la complessità, integrando i vari specialismi. Esigenza che in massimo grado si presenta in una infrastruttura aeroportuale. Come comitato – ha continuato De Joanna- siamo convinti che gli investimenti propulsivi, specie al Sud, siano fondamentali per riprendere una linea di sviluppo, unendo capitali privati a pubblici, per portare avanti progetti solidi e di lungo periodo. Per questo Sac sta quotandosi».

Al convegno era presente anche il neo assessore regionale Antonello Cracolici, già presidente della Commissione Affari istituzionali dell’Ars, che ha  sottolineato come «quotare una società in Borsa sia uno dei modi per ricapitalizzarla. Serve però capire- ha affermato ancora Cracolici- le finalità, perché il mercato vuole chiaramente un ritorno, anche veloce. Il soggetto finanziario che investirà chiederà poi la stabilità della governance. In ogni caso, ritengo intelligente la scelta di quotare una società siciliana in Borsa, per aiutare l’economia regionale a uscire dal nanismo. Insomma, questa quotazione di Sac è a mio avviso una opportunità popolare. Chiaro che poi servirà un progetto credibile, perché il mercato su questo è inflessibile, nonché creare le condizioni dell’attrattività»

Occorre adeguare lo scalo di Catania

L’amministratore delegato di Sac, Gaetano Mancini, ha fortemente sottolineato quanto sia vitale per Catania l’allungamento della pista aeroportuale. «Quanto alla quotazione in Borsa, non è solo una operazione finanziaria. La Borsa è una grande sfida: verso la trasparenza, verso l’efficienza, verso i progetti e le idee. Evidente che lo scalo può crescere ancora solo con una politica di incoming, ma questa non la può fare soltanto l’aeroporto, ma il territorio nel suo complesso. In ogni caso, tale è l’importanza del nostro aeroporto per l’intera Isola che servirebbe la massima unità e non divisioni».

 

Un aeroporto funziona se anche tutto quello che sta intorno è curato con efficienza. Di questo ne è convinto il presidente della Sac, Salvatore Bonura, il quale ha evidenziato la questione molto critica della viabilità attorno all’aeroporto di Catania, «stretto in un sistema stradale ormai inadeguato per uno scalo che vede transitare oltre sette milioni di passeggeri l’anno. Urge quindi una ridefinizione della viabilità, che non può che significare ridefinizione del volto di una parte della città». Altro punto toccato da Bonura è stato l’incoming, «aspetto assolutamente strategico per l’aeroporto e per il territorio, ma che certo non può essere unicamente posto in carico alle società di gestione, ma frutto di scelte condivise sì, ma principalmente politiche. Lo stesso dicasi per l’attrattività del territorio. Ovunque nel mondo, c’è voglia di Sicilia, ma la nostra regione deve fare di più per intercettare i nuovi flussi turistici, a partire da quelli estremo orientali».