Aeroporti, voglia di volare nel messinese: ora ci prova il Parco dei Nebrodi

Milazzo, Torrenova, Caronia, Lipari. Non importa dove ma in provincia di Messina la voglia di volare non passa mai. Dal 1986 si discute dell’ipotesi di realizzare un aeroporto nel territorio che vanta il più alto numero di turisti dell’isola, ma a distanza di quasi 30 anni a spiccare il volo sono state solo le ipotesi progettuali, spesso le più fantasiose. L’ultima ad essere stata presentata la settimana scorsa prevede la costruzione di un aeroporto nella Piana di Caronia, sui Nebrodi. A lanciarla è stato il presidente del Parco Giuseppe Antoci forte di un sopralluogo fatto con la consulenza di ufficiali dell’Aeronautica, tecnici esperti del settore e il Sindaco di Caronia Rino Beringheli.
Caronia – secondo i promotori – si presenta come una sede naturale per ospitare un aeroporto con piste di circa 1800 metri e che consentirebbero l’atterraggio ad aeromobili tipo Boeing 747, per la copertura di voli internazionali da 8000 chilometri nonchè di Dash Q 400 Bombardier, Bombardier CS 100 e Airbus A 320, che rappresenta l’aeromobile più usato in Europa per i voli low cost. Altro importante dettaglio costituito dalla possibilità di disporre di una base operativa per ospitare i Canadair, permettendo così nel territorio un tempestivo intervento in caso di incendi.
Ampio il bacino di utenza che va da Termini Imerese a Milazzo, comprendendo inoltre le Isole Eolie. Proprio Milazzo, però, rimane l’ipotesi in questo momento più concreta. Secondo quanto dichiarato dall’ingegnere Carmelo Di Bartola, a capo di un comitato che da anni promuove il progetto, ci sarebbe una multinazionale asiatica, la “Panchavaktra Group, disposta ad investire 300 milioni di euro. Ma il sindaco della Città del Capo, Giovanni Formica, durante un recente consiglio comunale dedicato alla realizzazione della aviostruttura, ha raffreddato gli animi. «Questa storia dell’aeroporto si ripete ciclicamente – ha detto il primo cittadino – e ormai da vent’anni si discute del progetto di realizzarlo nella Valle del Mela, tra i territori di Milazzo e Barcellona. Ritengo che sia impossibile formulare un impegno preventivo sulla realizzazione dell’aeroporto. Personalmente non sono pregiudizialmente contrario, ma ritengo indispensabile che siano preventivamente fatte tutte le valutazioni necessarie sul progetto che graverà in maniera significativa sul territorio. Ritengo poi imprescindibile conoscere quegli imprenditori – (mi è stato detto che si tratta della multinazionale asiatica “Panchavaktra Group”) intenzionati ad un investimenti così importante per conoscere studio e prospettive anche per valutare la portata sul territorio di un aeroporto nei suoi molteplici aspetti. Insomma bisogna conoscere a fondo le “carte”».
La struttura dovrebbe occupare 800 mila metri quadrati del territorio di Barcellona Pozzo di Gotto e quattrocentomila di quello di Milazzo, con una pista lunga 2400 metri e larga 45 (come quella dell’aeroporto di Catania) e un’aerostazione di circa 120mila metri cubi.
Prima di Milazzo e Caronia fu il comune di Torrenova a proporsi.
L’anno scorso, dopo accurati e attenti studi tecnici, portati a termine dall’ingegnere Basilio Ridolfo (tra l’altro, sindaco di Ficarra), è stata riscontrata nella zona interessata una evidente impossibilità ad accogliere l’infrastruttura.