Aeroporto di Trapani. I Sindaci determinati a pagare Ryanair, ma la Regione che fa?

Aeroporto di Trapani. I Sindaci determinati a pagare Ryanair per non fare andare via la compagnia irlandese. Ma gli occhi sono puntati sulla grande assente di questa vertenza, la Regione Siciliana, che non solo per l’aeroporto di Trapani non ha uscito un euro, fino ad ora, ma è la stessa che blocca le risorse che i Sindaci dovrebbero utilizzare per pagare le loro quote nel contratto con Ryanair, e inoltre la Regione, socia di maggioranza della società che gestisce lo scalo, Airgest, lascia ancora il CdA scaduto e un presidente delegittimato e sfiduciato dai soci privati dell’aeroporto.

La buona notizia è che comunque nella sala conferenze della Camera di Commercio di Trapani, si è tenuta l’assemblea del Comitato dei sindaci per l’accordo di comarketing a sostegno dell’aeroporto di Birgi.  Erano presenti i componenti della giunta camerale guidata dal presidente Giuseppe Pace ed rappresentanti dei Comuni di Trapani, Marsala, Alcamo, Castelvetrano, Erice, Valderice, Paceco, Partanna, Salemi, Petrosino, Calatafimi, Custonaci, Favignana, Buseto Palizzolo, Salaparuta e Poggioreale, oltre il presidente di Confindustria Trapani Gregory Bongiorno. Assenti i sindaci dei Comuni di Mazara del Vallo, Castellammare del Golfo, Campobello, Pantelleria, Santa Ninfa, San Vito lo Capo, Gibellina e Vita. All’incontro, convocato la scorsa settimana dal presidente Pace, hanno assistito molti operatori economici ed i rappresentanti di diverse associazioni.
Durante il confronto è stato fatto il punto della situazione sui pagamenti da parte dei Comuni nell’ambito del contratto sottoscritto con la società “Ams”. I sindaci che hanno partecipato all’assemblea hanno confermato gli impegni presi e la volontà di andare avanti con l’accordo, sollecitando al contempo un maggiore  coinvolgimento nelle scelte che riguardano la gestione dello scalo, anche per quel che riguarda le tratte. Dopo un ampio e articolato dibattito il presidente della Camera di Commercio Giuseppe Pace ha accolto la richiesta avanzata dai sindaci di ritirare le dimissioni dal Comitato del comarketing, decidendo quindi di restare alla guida della cabina di regia costituita per coordinare l’intesa. “Quella di oggi – ha dichiarato il presidente Giuseppe Pace – è stata una riunione molto fruttuosa che rappresenta un positivo momento di chiarimento ed un buon punto di ripartenza. Naturalmente tutto è legato ai pagamenti da parte dei Comuni, che mi auguro, superando le difficoltà del momento, saranno fatti celermente. I sindaci hanno confermato gli impegni presi, assicurando la massima disponibilità. E questo è sicuramente un segnale importante per il futuro del nostro aeroporto”.

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PIANO NAZIONALE DEGLI AEROPORTI. Il Senato “rimaneggia” il piano nazionale degli aeroporti.   In base al piano l’aeroporto di Fiumicino è il primo aeroporto italiano, gate intercontinentale e allo stesso tempo hub nazionale. A prevederlo e’ l’ultima versione del piano nazionale per gli aeroporti, “emendata” anche in base al parere della Commissione Lavori pubblici del Senato che, rispetto agli altri due gate (Milano Malpensa e Venezia), ha attribuito al Leonardo da Vinci un ruolo primario. Ecco cosa prevede il piano, nato nel 2013 e gia’ piu’ volte modificato. 38 AEROPORTI DI INTERESSE NAZIONALE IN 10 BACINI – Per il nord-ovest gli aeroporti sono 7: Milano Malpensa, Milano Linate, Torino, Bergamo, Genova, Brescia, Cuneo. Per il nord est 4: Venezia, Verona, Treviso, Trieste. Per il centro-nord 6: Bologna, Pisa, Firenze, Rimini, Parma, Ancona. Per il centro 4: Roma Fiumicino, Roma Ciampino, Perugia, Pescara. In Campania 2: Napoli e Salerno. Nel Mediterraneo Adriatico 3: Bari, Brindisi, Taranto. In Calabria 3: Lamezia, Reggio Calabria, Crotone. In Sicilia orientale 2: Catania e Comiso. In Sicilia occidentale 4: Palermo, Trapani, Pantelleria, Lampedusa. In Sardegna 3: Cagliari, Olbia, Alghero. 12 SCALI DI RILEVANZA STRATEGICA – In ogni bacino tra gli aeroporti di interesse nazionale, uno e’ considerato strategico. Fanno eccezione nord-ovest (Torino oltre a Malpensa) e centro-nord (Bologna e Pisa/Firenze considerati un unicum dopo la fusione). Nel nord-est Venezia. Al centro Fiumicino, in Campania Napoli, nel Mediterraneo Adriatico Bari, in Calabria Lamezia Terme, in Sicilia orientale Catania, in Sicilia Occidentale Palermo, in Sardegna Cagliari. La Commissione Lavori Pubblici del Senato ha pero’ chiesto al governo di valutare anche l’inserimento di Genova. Gli scali non di interesse nazionale, quindi solo regionali o locali appartenenti al demanio civile statale, saranno trasferiti, in base ai principi del cosiddetto federalismo demaniale, alle Regioni. “L’approvazione del parere sul Piano nazionale degli aeroporti in commissione Lavori Pubblici al Senato è un passo importante. Tutti gli scali siciliani (Palermo, Catania, Comiso, Trapani, Lampedusa, Pantelleria) assurgono a rango di interesse nazionale e due, il Fontanarossa e il Falcone e Borsellino, a quello di rilevanza strategica nel gruppo di 12 scali italiani”. Lo dice così il senatore Vincenzo Gibiino, capogruppo di Forza Italia in commissione Lavori Pubblici e Comunicazioni e coordinatore regionale in Sicilia. “Se la riforma ricalcherà le linee guida indicate nel parere della nostra commissione – prosegue -, avremo la possibilità di attuare un vero e proprio cambio di passo, sia nell’ambito del traffico passeggeri che in quello delle merci. Per quanto riguarda la Sicilia, piattaforma logistica naturale nel cuore del Mediterraneo, servirà un impegno eccezionale anche da parte delle istituzioni locali, sino ad oggi oltremodo disattente, per mettere in rete tra loro gli aeroporti isolani, per favorire i traffici, per rendere più appetibile un territorio unico agli occhi del mondo”.