Agrigento in piazza per chiedere il ritorno alla gestione pubblica dell'acqua

Sabato 7 Marzo i cittadini della provincia di Agrigento sono scesi in piazza per il “ritorno ad una gestione pubblica dell’acqua”. La manifestazione è stata organizzata dall’Inter.Co.Pa (Comitato Intercomunale per la gestione pubblica dell’acqua), non condividendo la strada intrapresa da alcuni sindaci, ma soprattutto per protestare contro un governo regionale completamente indifferente verso una problematica divenuta di natura sociale. Nella provincia agrigentina infatti i cittadini sono costretti a pagare l’acqua più cara d’Italia per ricevere in cambio un servizio pessimo e inadempiente. Sono molte le inadempienze riscontrate dal Comitato, come la mancata depurazione delle acque, la mancanza di regolarità nella distribuzione, gli interventi inesistenti per ridurre le perdite della rete di distribuzione (ancora oggi superiori al 50%).

Nonostante la società privata Girgenti Acque dichiari :”una manifestazione pubblica, alla quale partecipano all’incirca cento persone (comprese le forze dell’ordine e gli operai che mettevano in sicurezza le palme davanti al Palazzo della Prefettura), non può certo rappresentare un reale malcontento nei confronti della Girgenti Acque SpA., ma la velleitaria azione di pochi soggetti in cerca di visibilità a tutti costi”, alla protesta hanno preso parte più di 1000 cittadini, una trentina di amministrazioni comunali, 5 Deputati Regionali (M5S), sindacati e associazioni.

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I Deputati pentastellati hanno spiegato dinanzi al Prefetto che il problema è di natura politica, in quanto la legge regionale, tanto aspettata dai Siciliani e ancor di più dai cittadini della provincia agrigentina, giace in Commissione per colpa del Governo Crocetta, colui che incentrò la sua campagna elettorale proprio sull’acqua pubblica.

Il Prefetto di Agrigento , costituendo una commissione formata da: due Sindaci (Menfi e Casteltermin), il coordinatore Inter.Co.Pa e lo stesso Prefetto Dott. Nicola Diomede, ha assunto l’impegno di spingere nei confronti del presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone e della Regione siciliana, Rosario Crocetta, per l’approvazione di un testo di legge che regolamenti l’acqua pubblica in Sicilia in maniera chiara e trasparente.