Anche Crocetta lancia l'allarme per i soldi dell'Ue che la Sicilia non spende

Dopo l’allarme lanciato dal Mattino di Sicilia, finalmente alla Regione Sicilia si cerca di fare qualcosa per non perdere i fondi dell’Unione Europea non spesi. In un anno bisogna spendere quasi due miliardi, altrimenti la Sicilia dovrà restituire le somme non utilizzate. Ma nei primi quattro mesi del 2015 la spesa ha segnato il passo. E così Rosario Crocetta ha convocato i a Palazzo d’Orleans una riunione con tutti i dirigenti generali per fare il punto sulla spesa del Po Fesr 2007-2013. Il tempo stringe: i fondi strutturali vanno spesi entro il 31 dicembre – e rendicontati entro il 31 marzo 2016 – altrimenti andranno restituiti al mittente. Il ritardo da recuperare è consistente considerando il periodo al quale il finanziamento fa riferimento. Vanno presentati i progetti e quindi gli impegni di spesa, che poi vanno certificati per poter usufruire del contributo dell’unione. Altri tre miliardi e 200 mila euro dei fondi di sviluppo e coesione saranno a disposizione della Sicilia nella programmazione dei prossimi sette anni, sempre che la classe politica decida di spenderli, magari per il miglioramento della rete viaria e di quella ferroviaria. Speriamo non vadano a sommarsi a quelli restituiti l’autunno scorso perchè non spesi entro il 30 settembre e che hanno lasciato scoperti decine di progetti. L’anno scorso la Sicilia, ha certificato 825 milioni di spesa. “Il governo Crocetta riferisca quanto prima in Aula sul reale stato delle cose, dando così ai partiti la possibilità di portare in tempi brevi il proprio contributo”, dice Marco Falcone, capogruppo di Forza Italia all’Assemblea regionale siciliana, per il quale “serve fare il punto della spesa ed individuare con celerità gli investimenti più giusti. Sino ad oggi l’esecutivo regionale non ha dimostrato consapevolezza e senso di responsabilità”. A tal riguardo Forza Italia ha anche presentato un’interrogazione all’Ars. Le ultime stime (maggio 2014) parlano di una spesa certificata di 2 miliardi e mezzo di euro contro i 4 e mezzo circa che vanno spesi entro la fine di quest’anno. Si profila comunque una proroga alla fine di marzo 2017.

Il trend evidenziato rispetto ai vincoli ed alle ipotesi di spesa previste al mese di maggio è negativo per tutti i dipartimenti che hanno fatto registrare un sensibile e significativo rallentamento della spesa.I dati del sistema di monitoraggio e controllo del Po Fesr per la Regione siciliana riferiscono che ad oggi, nei primi quattro mesi del 2015, la spesa dei fondi europei ammonta per tutti i dipartimenti a circa 200 milioni di euro. Un po’ poco rispetto all’obiettivo da centrare per l’anno in corso, un miliardo e 900 milioni di euro. Lo scorso anno la Sicilia ha certificato 825 milioni di spesa, trascinata dai dipartimenti Salute ed Infrastrutture, quest’ultimo addirittura andato in ”over spending”.
Né va dimenticato, tra le criticità, il tetto del 25%, la quota di cofinanziamento regionale al Programma che incide in termini di patto di stabilità, e la condizione generale in cui versa la Regione in termini di liquidità.
I dipartimenti che finora sono complessivamente rimasti più indietro nella spesa dei fondi europei sono: Acque e rifiuti (200 milioni fin qui certificati su 390 assegnati dal programma); Attività produttive, che ha fin qui certificato 270 milioni su 740; il dipartimento Famiglia, con 30 milioni certificati rispetto alla dotazione di 100. Il dipartimento Energia, che ha certificato 50 milioni su 160 assegnati. Buono il risultato centrato fin qui dal dipartimento della Salute con 120 milioni su 210. Rimane indietro il dipartimento
del Turismo, che ha certificato una spesa pari a 64 milioni su 260. Per quanto riguarda l’Ufficio informatico, la percentuale della spesa è pari al 50%, con 60 milioni di euro su
120 assegnati.