Appalti, ecco come funziona il comitato occulto di Trapani

TRAPANI– Il sequestro di beni, aziende, immobili per trenta milioni di euro scattato all’alba di ieri con l’operazione “Corrupti Mores” è la fotografia di un modello: il modello Trapani, la città dove tutti i lavori strategici, dal porto alla funivia, dalla litoranea alle gallerie, sono stati totalmente decisi da un “comitato occulto”, composto da esponenti di Cosa nostra, imprenditori, politici, con delle proprie regole, e un modus operandi ben preciso. Un modello che è nato nel 2001, subito dopo l’arresto del boss Vincenzo Virga, su indicazione dell’imprenditore Tommaso Coppola – oggi in carcere per mafia – e che ha vissuto il momento più alto con la gestione dei lavori per il porto di Trapani in occasione della tappa italiana dell’America’s Cup, nel 2005. Gli investigatori parlando chiaramente di “un cartello occulto di imprenditori incensurati che hanno lottizzato gli appalti più importanti degli ultimi 20 anni”.

Francesco e Vincenzo Morici, i due soggetti coinvolti nel maxi sequestro di eiri, sono due imprenditori che rientrano a pieno titolo in questo “comitato”, talmente certi della loro protezione da essere spinti ad utilizzare il cemento buono – destinato alle opere pubbliche – per la costruzione delle loro ville, destinando il ferro e il calcestruzzo della peggiore qualità a strade e banchine che oggi si sbriciolano alle prime mareggiate.Così come è emerso che per fare entrare dei mezzi in un cantiere nel centro storico di Trapani , è stato danneggiato un arco storico, la “Porta delle botteghelle” – l’ultima rimasta tra le porte antiche di Trapani – nonostante il capitolato prevedeva espressamente di utilizzare mezzi non voluminosi.

“E’ un nuovo modo di intendere gli affari dell’organizzazione criminale – spiega Giuseppe Linares, dirigente della Questura di Trapani – nella città che è zoccolo duro della borghesia mafiosa”. Per gestire un traffico di droga, ci vuole molta manovalanza, i tempi sono lunghi, il giro è internazionale, e si rischiano pene altissime. Per lucrare invece sui grandi appalti, se si crea un “sistema”, un cartello di imprese che si dividono la torta, ci vuole poco tempo. Il guadagno è altissimo, la pena minima. E’ la frode nelle pubbliche forniture il reato chiave della consorteria criminale, cioè la truffa nell’esecuzione dei lavori pubblici, un reato che ha pene minime per il nostro ordinamento. La litoranea nord di Trapani sta letteralmente franando. I lavori erano stati aggiudicati nel 2006 alle imprese di Morici, ma il materiale utilizzato è stato di scarsissima qualità (gli operai sono stati ripresi di notte dalle videocamere della polizia, poco tempo fa, mentre cercano di riempire con delle pietre le cavità sotto la strada) così come non è stato rispettato il capitolato sull’uso di alcuni mezzi, e sono state spostate anche alcune boe per falsificare la messa in sicurezza della strada. Le “boe magiche” le chiamano i Morici nelle intercettazioni.

E infine le mazzette. Due funzionari della Provincia di Trapani, in occasione della gara per la realizzazione della funivia Trapani – Erice, furono pagati con 80.000 euro. Era il 2005, l’appalto fu di nove milioni di euro. Il Sindaco di allora di Erice, Ignazio Sanges, già un mese prima disse a Tommaso Coppola: “Ho saputo che Ciccio Morici si aggiudicherà l’appalto”. Così fu. E siccome l’azienda non aveva i requisiti per partecipare, si presentò in associazione (solo su carta) con un’azienda leader del settore. “In genere – raccontano gli investigatori – il comitato occulto paga il 3% di tangente su ogni appalto”.
E il comitato impone agli enti locali il ricorso all’appalto – concorso per l’aggiudicazione dei lavori. “E’ un tipo di appalto – spiega sempre Linares – dove non è prevista l’aggiudicazione al migliore offerente, ma c’è un’alta discrezionalità dell’amministratore pubblico. Quindi, nonostante un prezzo meno conveniente, si può tranquillamente preferire un’impresa ad un’altra adducendo, appunto, delle motivazioni di gradimento tecnico del progetto”. Con questo metodo le aggiudicazioni possono essere decise anche mesi prima.
Ma anche nel sistema del pubblico incanto, il “comitato” riesce ad inserirsi bene. E’ il caso della galleria stradale nell’isola Favignana. L’appalto è del 2001: 2 milioni di euro. In quel caso la busta con l’offerta dei Morici viene esclusa, perchè manca una firma nella fotocopia della patente. La gara va avanti, si aprono tutte le altre buste, con le offerte tecniche. Ma poi la procedura viene annullata, con un pretesto. I Morici nel frattempo vengono riammessi e sanno già, ovviamente, quali sono le altre offerte. Quindi si ripresentano, e vincono.