Appello di Confindustria: serve terapia d’urto per salvare le imprese

cantiere_ediliziaPALERMO – Dal 2007 la produzione industriale ha perso il 25%, il tasso di disoccupazione è raddoppiato, il reddito pro capite e’ tornato ai livelli del 1997.
Solo questi dati dimostrano le profonde ferite che la crisi sta
lasciando al Paese. In Sicilia la situazione è ancora più grave. Il settore manifatturiero con il 9% di valore aggiunto creato rispetto al totale regionale è al minimo storico da 50 anni. Gli investimenti negli ultimi dieci anni nell’industria in senso stretto sono diminuiti del 33%, nelle costruzioni del 45%. Mentre il tasso di disoccupazione è al 17% (quello giovanile al 40%). Gli imprenditori della Piccola Industria di Confindustria Sicilia su questa emergenza economica e sociale hanno discusso stamattina nel roadshow tenutosi a Palermo in preparazione del convegno biennale che si terrà Torino il prossimo 12 e 13 aprile.
Oltre al presidente nazionale della Piccola Industria, Enzo Boccia, vi hanno partecipato i vice presidenti di Confindustria, Antonella Mansi ed Alessandro Laterza, con il presidente di Confindustria Sicilia, Antonello Montante, e il presidente regionale della Piccola Industria della Sicilia, Giorgio Cappello. Nel corso del dibattito, gli imprenditori presenti hanno posto l’accento sull’importanza del Convegno di Torino per rappresentare al Paese “l’esigenza di uscire da questo clima perenne di campagna elettorale,
mettere al centro l’economia ed il lavoro come vera questione
d’interesse nazionale e sollecitare la classe politica del Paese a
ritrovare lo spirito di coesione ed unita’ nazionale, spesso
richiamato dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano,
purtroppo con poco ascolto”. Secondo gli imprenditori occorre “una terapia d’urto” per ridare ossigeno alle imprese, agendo immediatamente su due priorita’. Innanzitutto i pagamenti dei crediti vantati dalle imprese verso la pubblica amministrazione, confidando che quanto si intravede in questi giorni trovi attuazione immediata nelle prossime settimane con il pagamento della meta’ dei 48 miliardi da smobilizzare nei prossimi anni. In secondo luogo bisogna sbloccare gli investimenti nelle infrastrutture, consentendo in tal modo al settore delle costruzioni ed a tutta la filiera che vi e’ legata di stimolare la domanda interna. “E’ evidente che a queste priorita’ immediate – spiegano gli imprenditori – devono essere affiancate altre misure per rendere la burocrazia del nostro Paese efficiente, riordinare gli incentivi alle imprese, abbassare gli oneri sociali e fiscali sul fronte del costo del lavoro, per le imprese e per i lavoratori. Sono solo alcune delle misure che gli imprenditori sollecitano per la crescita del Paese, contenute nel progetto di Confindustria per il Paese, ma la cui realizzazione necessita di Istituzioni coese, consapevoli della gravità della situazione, con lo sguardo proteso al futuro e all’interesse generale dell’Italia”.