Ars, ecco i redditi dei deputati. Via libera all'esercizio provvisorio

Pubblicati dall’Ars i redditi dei deputati. Molti deputati dichiarano otra i 60 mila e i 70 mila euro. Rientrano in questa fascia Mario Alloro, Giovanni Panepinto, Baldo Gucciardi e Giuseppe Lupo del Pd, Vincenzo Vinciullo del Nuovo Centrodestra, Giuseppe Milazzo di Forza Italia. I deputati del Movimento Cinque Stelle si attestano in media sui 70 mila euro di reddito, ma il capogruppo Giorgio Ciaccio tiene a precisare che «a queste somme va sottratta la parte che ogni mese restituiamo al fondo per il microcredito alle imprese. Io ad esempio in tre anni ho restituito 168 mila euro».
Il paperone è il siracusano Giovanbattista Coltraro, notaio di professione: 351 mila euro.Oltre i 100 mila euro si attestano i redditi di una ventina di deputati tra cui Alice Anselmo, attuale capogruppo del Pd, a quota 108 mila e Toto Cordaro del Pid a 101 mila.

I deputati regionali guadagnano un po’ di meno rispetto al passato. . Un deputato oggi guadagna 11.100 euro lordi al mese (circa 8.300 netti) a fronte dei vecchi 11.780 netti. Sono spariti vari bonus extra mentre solo per i presidenti di commissione, dello stesso Parlamento e della Regione è previsto un gettone lordo di 2.700 euro che comunque prima valeva quasi il doppio.

ESERCIZIO PROVVISORIO. Ieri con 41 voti a favore, l’Ars ha dato il via libera all’esercizio provvisorio per due mesi. Poco prima l’Aula aveva approvato anche il Dpef 2016 – 2018 su ordine del giorno presentato dal presidente della commissione Bilancio Vincenzo Vinciullo, dopo la bocciatura, la scorsa settimana, del Documento di Programmazione Economica e Finanziaria.
Il Documento di Programmazione Economica e Finanziaria 2016 -2018 contiene le linee direttive rivolte al governo per modificare il Dpef 2016-2018, bocciato la scorsa settimana. Il Documento, in base alla riscrittura imposta dall’Ars alla giunta, raccomanda la massima prudenza nell’iscrizione in bilancio di potenziali entrate derivanti da dismissione del patrimonio immobiliare e dalla cessione di quote di società partecipate non strategiche; e ancora misure di sostegno per le fasce disagiate della popolazione, per lo sviluppo, per il credito e la semplificazione amministrativa.

Suggerisce di individuare misure idonee per la stabilizzazione di 23 mila precari degli enti locali; di perseguire il rilancio delle piccole strutture aeroportuali e di incentivare la raccolta differenziata con l’introduzione di un’ecotassa. Tra le altre, cose, raccomanda misure di politica industriale per il rilancio delle imprese; raccomanda di predisporre misure di contrasto alla povertà (reddito di cittadinanza); nuovi investimenti nella sanità pubblica regionale e l’esenzione del ticket sanitario per gli inoccupati.
“La Regione ha recepito la legge nazionale per la proroga dei contratti dei precari degli enti locali e fatto un’anticipazione di 80 milioni di euro ai Comuni, in modo tale che i sindaci possano prorogare i contratti dei precari degli enti locali”. Lo ha detto l’assessore regionale alla Funzione pubblica, Luisa Lantieri, intervenendo in aula all’Ars.

Il presidente dell’Ars Ardizzone ha stralciato dalla legge di stabilità presentata dal governo due norme: la prima riguarda le cooperative agricole, stralciata per la possibile violazione delle norme comunitarie. La seconda aveva già fatto molto discutere: è quella che prevede l’obbligo per gli enti regionali di avvalersi dell’Avvocatura dello Stato. La norma, che avrebbe “tagliato fuori” decine di avvocati dai possibili (e diffusissimi) incarichi legali dati proprio dagli enti pubblici, avrebbe invaso, secondo il presidente dell’Ars, la competenza statale.