Baccei annuncia tutti i tagli per la Sicilia e si commuove. Grave la situazione finanziaria

Si commuove l’assessore al bilancio della Regione Siciliana, Alessandro Baccei, parlando della gravissima situazione finanziaria dell’isola. I margini di manovra sono sempre più stretti, il fondo di riserva è ridotto all’osso, servono riforme urgenti. L’uomo inviato da Roma per “commissariare”, di fatto, il governo Crocetta, confessa che per garantire gli stipendi (quelli dei regionali di ruolo sono coperti per tutto il 2015), è stato ridotto all’osso il fondo di riserva e il fondo rischi messo a garanzia dei residui attivi inesigibili. Ma nonostante ciò non è detto che si riesca a garantire lo stipendio a tutti, «perché il mondo della Regione è molto complesso e non ho ancora visto e capito molte cose. In pratica, spostiamo in avanti di quattro mesi il problema della Finanziaria». «Fino ad aprile ho cercato di assicurare le spese indispensabili e garantire gli stipendi a lavoratori della Regione, Enti, partecipate e precari. Fatto questo abbiamo lavorato per garantire i trasferimenti a Province e Comuni».

La scrittura del bilancio è resa ancora più complicata da un tecnici­smo: perchè per andare in esercizio provvisorio è stata predisposta solo una bozza di bilancio, che serve solo ad agganciare la spesa dei primi tre mesi dell’anno. Sono assi­curati gli stipendi di enti regionali, consorzi e partecipate da qui a fine aprile. I provvedimenti legislativi che strutturano i tagli – riforme e riduzio­ni di contributi o finanziamenti – arri­veranno poi con la Finanziaria a mar­zo. Un bilancio che sarà improntato da tagli per circa due miliardi di euro rispetto all’anno scorso: «riduzioni di spesa indispensabili ad assicurare la quadratura del bilancio», si legge nel disegno di legge sull’esercizio provvi­sorio. Per enti (consorzi di bonifica, Esa, Ems, Resais e teatri) da qui ad aprile sono stati stanziati 53,3 milio­ni. Ecco qualche cifra: quasi 13 milio­ni garantiranno gli stipendi del perso­nale dei consorzi di bonifica, circa un milione è stato stanziato per l’Istituto regionale Oli e Vini di Sicilia, quasi 5 milioni per gli enti gestori dei parchi e delle riserve naturali, 562 mila euro a favore dell’Istituto dell’incremento ippico di Catania, 615 mila euro ver­ranno erogati all’Istituto sperimenta­le zootecnico, 4 milioni 462 mila euro ai dipendenti dell’Esa. E ancora, 3 mi­lioni 538 mila per il personale dell’Ar­pa. Salvi pure i teatri: 4 milioni e mez­zo andranno al Massimo Bellini di Ca­tania, quasi un milione e 400 mila eu­ro al Vittorio Emanuele di Messina. Quasi 3 milioni alla Fondazione Or­chestra sinfonica siciliana, 2 milioni 462 mila euro al Teatro Massimo di Palermo, 923 mila euro al Teatro Bion­do di Palermo e 200 mila all’Istituto nazionale del dramma antico di Sira­cusa.
A Comuni e Province verranno ero­gati 30 milioni in tutto (25 ai comuni e quasi 7 alle province), con un taglio di 10 milioni per gli investimenti. Per il fondo dell’Irfis-Fin Sicilia sono stati stanziati 15 milioni L’esercizio prov­visorio prevede poi che il costo dei ser­vizi di pulizia che la partecipata Sas assicurava alle aziende sanitarie sarà trasferito tutto a carico del fondo sani­tario, per un totale di 12 milioni.

Fin dall’inizio di gennaio, il governo Crocetta dovrà mettersi al lavoro per mettere a punto una serie di riforme strutturali. «Il governo nazionale – specifica Baccei – è stato molto duro con me. Se non ci presentiamo con una bozza di riforme valida il tavolo nazionale non si aprirà. La situazione è grave e si può superare solo con il senso di responsabilità della politica. Sono sincero, non so se ci sarà. Le riforme sono indispensabili e se non passeranno dal primo maggio, dopo l’esercizio provvisorio, non saranno pagati gli stipendi».
L’assessore all’Economia ammette anche che per il contributo al risanamento della finanza nazionale, che ammonta a circa 1,5 miliardi, si farà ricorso al Fsc (Fondo sviluppo e coesione), «facendo una forzatura che susciterà polemiche». Perché queste risorse sarebbero destinate allo sviluppo e non a spesa corrente.
«Tutto lascia presupporre – sottolinea Baccei – che siamo riusciti a rispettare i limiti del patto di stabilità. Questo non è solo un atto di serietà, ma ci eviterà anche di subire alcune penali. Anche il mutuo sulla sanità è una dimostrazione di serietà. La sanità non c’entra nulla in questo caso, ed è in equilibrio. Il motivo della carenza di liquidità nella sanità è da ricercare nel resto della Regione. Prevalentemente, sono due i motivi che hanno creato l’indebitamento: il primo è quello di avere messo in conto entrate di previsione superiori a quelle accertate; il secondo, è dovuto alle anticipazioni sulla spesa comunitaria. Il mutuo insomma serviva per avere un po’ di liquidità e sbloccherà anche 800 milioni per la Sanità».
«Chiedo scusa alla commissione Bilancio e all’Ars se non siamo stati presenti come avremmo voluto. Ma abbiamo lavorato notte e giorno per trovare le soluzioni ai problemi. E chiedo scusa alle persone che non abbiamo potuto incontrare. Ho incontrato gente che non percepisce lo stipendio da mesi o la pensione da un anno – dice emozionato -.Tutte le nostre energie sono indirizzate verso quelle persone».
Tra le riforme strutturali che dovranno essere portate a Roma, quella sulla riduzione delle società partecipate dalla Regione.  «C’è un corposo dossier della Corte dei conti – ha osservato Baccei – del quale bisogna tenere conto. Cercheremo di salvaguardare i livelli occupazionali, ma non le società che hanno bilanci in passivo e che non si può continuare a ricapitalizzare, non avendo una prospettiva».