Baccei vuole tagliare il numero di consiglieri comunali in Sicilia ed il compenso. Ecco come

Giorno dopo giorno, spuntano anticipazioni sui tanti dossier aperti dall’assessore all’Economia, Baccei, per ridurre i costi della cosa pubblica in Sicilia ed evitare il fallimento delle casse regionali. Uno dei tanti capitoli dove sono previsti tagli è quello che riguarda direttamente i politici. Baccei infatti prevede di tagliare il numero dei consiglieri comunali, e di ridurre anche l’entità del loro gettone. Non solo, viene anche rivisto il meccanismo del rimborso al datore di lavoro, sistema spesso deformato, con molti consiglieri comunali che, una volta eletti, si fanno assumere fittiziamente con alte buste paga da parenti o amici per poi avere il rimborso delle stesse dal Comune.

In grandi città come Catania e Palermo la riduzione per i sindaci oscillerà fra i mille e i 1.500 euro lordi al mese.

Il taglio dei consiglieri comunali è previsto solo dalle prossime elezioni mentre la riduzione dei compensi per sindaci, assessori e consiglieri comunali scatterà subito I testi delle norme appena scritte saranno inserite nella Finanziaria di aprile e, almeno nel caso del taglio agli stipendi, entreranno in vigore subito: «Indennità di funzione e gettoni di presenza – si legge nella bozza di Finanziaria – è ridotta del 20%».

 I primi cittadini di una città di medie dimensioni (fra 40 mila e 100 abitanti, come Marsala, Gela, Agrigento che andranno al voto in primavera) perderebbero fra gli 800 e i 900 euro  al mese e quelli che guidano centri con popolazione superiore a 10 mila abitanti ma inferiore a 40 mila subirebbero un taglio di stipendio di circa 700 euro al mese. Mentre un consigliere comunale di una grande città perderebbe intorno ai 25 euro a seduta. Cambierà anche la gestione dei permessi e delle licenze agli amministratori locali. I lavoratori di enti pubblici o aziende private che diventano consiglieri comunali oggi hanno diritto ad assentarsi «per l’intera giornata in cui sono convocati i consigli» mentre da quando verrà approvata la Finanziaria potranno assentarsi «per il tempo necessario a partecipare alla seduta».

Palermo – sulla base di quanto già deciso con il governo nazionale – dovrà scendere da 50 a 40 consiglieri, le città con più di 250 mila abitanti, cioè Catania, da 45 a 36. E, ancora i Comuni superiori a 100 mila, come Messina, dovranno avere 32 consiglieri, quelli superiori a 30 mila abitanti solo 24. Previsti 16 consiglieri per gli enti locali superiori a 10 mila abitanti, 12 consiglieri per quelli con una popolazione superiore ai 3 mila, 10 per i centri sotto questa soglia.