Bonaccorsi (Confindustria Catania): «Agen garantista con Ercolano, critico con chi denuncia»

PALERMO – «Una parte della Confcommercio, la stessa che invoca il garantismo per Ercolano, si avventa con dichiarazioni imbarazzanti per quella stessa associazione, e che ha determinato fermi distinguo da parte di altrettanto autorevoli esponenti della stessa Confcommercio. A questo punto sorge il dubbio che il tema della legalità per alcuni sia un nervo scoperto». A parlare è il presidente di Confindustria Catania Domenico Bonaccorsi di Reburdone che interviene sulle affermazioni, criticate da più parti, del presidente di Confcommercio Pietro Agen. Bonaccorsi fa un riferimento preciso alla maxi inchiesta della Guardia di Finanza di Catania guidata dal nuovo comandante Roberto Manna, sui colossi del trasporto su gomma e in particolare la Sud Trasporti di Angelo Ercolano, nipote incensurato dello Zio Pippo Ercolano, storico capomafia deceduto di recente, e la Europa Trans Srl. Nel caso della Sud Trasporti S.r.l., una verifica fiscale svolta dalla Guardia di finanza ha scoperto l’esistenza di un vorticoso sistema di fatture false ammontanti ad oltre 5.000.000 di euro, emesse da una società “cartiera” di Palermo, la Trasporti e Spedizioni: sono stati denunciati Angelo Ercolano (cl. 1976), presidente del Consiglio d’amministrazione e Maria Ercolano (cl. 1962) che invece è amministratore delegato.
«Riteniamo – dice Bonaccorsi – che tutti dovremmo plaudire non solo all’azione di polizia tributaria ed economica condotta, ma dovremmo altresì apprezzare che a tale operazione sia stato dato il giusto risalto con la convocazione di una conferenza stampa. Diffondere il più possibile un’informazione di questo tipo, infatti, agisce anche da deterrente e da monito, sancendo definitivamente che non esistono intoccabili con le carte solo formalmente in regola. Minimizzare l’evasione fiscale è un segnale pericolosissimo che si dà agli imprenditori. Le associazioni di categoria dovrebbero allontanare, proprio a tutela degli imprenditori onesti e della libertà delle imprese, chi viene toccato da tali provvedimenti. L’evasione fiscale e quella contributiva sono gli elementi base della concorrenza sleale che, soprattutto per chi opera nel settore dei servizi, determina il consolidarsi di posizioni egemoni, a volte corroborate da altri fattori, forse non illeciti, ma certamente “suggestivi”».
C’è poi la vicenda del presidente di Confindustria Trapani, Gregory Bongiorno, «cui rinnoviamo la nostra solidarietà e il sincero apprezzamento per la scelta operata, contro cui si è schierata quella parte di Confcommercio che invoca il garantismo per gli Ercolano» dice Bonaccorsi.
Il quale ribadisce insistendo sulla «visione che si ha dell’azione da condurre a contrasto della criminalità organizzata. In questo senso – dice il presidente degli industriali catanesi -, sottoscriviamo e facciamo nostra la nota di Confindustria Sicilia, Confindustria Palermo, Addiopizzo, Liberofuturo e Fai, che stigmatizza il tentativo di delegittimare chi denuncia gli estorsori.
Chi ha già provato sulla propria pelle gli attacchi della criminalità e si ribella, non solo merita tutto il sostegno possibile, ma dimostra di avere proprio quegli “attributi” di cui inopportunamente parla il presidente regionale e vicepresidente nazionale di Confcommercio».
Contro Agen si schiera anche il presidente di Confesercenti Sicilia Vittorio Messina: «Introdurre considerazioni polemiche su scelte, sia pure tardive, che appartengono al rispetto della legalità contro le distorsioni delle prevaricazioni della criminalità organizzata, è un errore grave perchè provoca divisioni in un campo che deve registrare la massima unità tra chi rappresenta le forze sane dell’economia di un territorio – dice Messina -. In questo senso la decisione di chi si ribella al pagamento del pizzo e denuncia i suoi aguzzini merita apprezzamento e riconoscenza da parte degli imprenditori onesti che credono in un mercato non alterato dai condizionamenti del racket delle estorsioni. Chi denuncia comportamenti illegali va sempre tutelato e la sua testimonianza non può essere screditata altrimenti si corre il rischio di scoraggiare chi vuole seguirne l’esempio».