Bonus pensioni. Ecco a chi tocca tra gli ex dipendenti della Regione Siciliana

La platea dei pensionati della Regione a cui toccherà il rimborso si riduce, e con essa diminuisce l’impatto della sentenza della Consulta sui conti siciliani.  Il decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri non è ancora stato pubblicato, ma sulla base delle modalità di rimborso stabilite a Roma, il Fondo pensioni della Regione prevede che saranno 9.534 i pensionati regionali ad avere diritto all’una tantum, perché ricevono un assegno compreso tra i 1.450 e i 2.800 euro lordi. La gran parte, 9.380, sono ex dipendenti assunti prima del 1986, 154 i regionali entrati dopo.

Lo scrive il Giornale di Sicilia oggi in edicola:

Il rimborso, «una tantum», varia a seconda dell’importo delle pensioni. Il maggiore, da 750 euro, spetterà agli interessati che ricevono un assegno compreso nella fascia che va da 1.450 a 1.874 euro lordi. In Sicilia 750 euro toccheranno a 2.250 ex dipendenti. Sono, invece, 3.800 i pensionati regionali a cui andranno 450 euro, perché percepiscono un assegno compreso tra i 1.874 e i 2.340 euro. Il bonus più basso di 278 euro arriverà a 3.488 regionali che prendono una pensione che oscilla tra i 2.340 e i 2.800 euro lordi. Tutti bonus che dovrebbero arrivare dal primo agosto.

LA SPESA PER LE PENSIONI. “La spesa per pensioni in Italia è pari al 16,5% Pil, la più alta tra paesi avanzati”. Lo ha detto Carlo Cottarelli del Fmi a Radio Anch’io precisando che “alla luce sentenza consulta occorrerebbe un provvedimento ben disegnato per evitare problemi legali futuri”. Soprattutto bisognerebbe commensurare le pensioni ai contributi.

Cottarelli ha ricordato tra l’altro che in un paese come il Giappone la spesa pensionistica pesa per l’11,12% del Pil. In Italia, nella spesa pensionistica, ha spiegato, rientrano alcune voci “che in altri paesi viene catalogata come spesa per assistenza”. Queste voci contano per 2 punti percentuali di Pil, ha sottolineato, “se si tolgono questi resta comunque un peso molto elevato che toglie spazio ad altre spese”. In Italia, ha quindi ricordato, la spesa pensionistica è più elevata sia “per la struttura della popolazione, che è più anziana, e poi anche perche in passato le pensioni erano più elevate dei contributi effettivamente pagati”.

Quanto alle misure prese dal governo dopo la decisione della Corte Costituzionale sulle pensioni, Cottarelli ha detto che il loro impatto “sarà limitato: il Governo ha infatti confermato gli obiettivi di deficit precedenti alla decisione della Consulta”. Il responsabile Fmi si è detto comunque che quella del Governo “sia stata la cosa giusta da fare. Rimane il fatto che l’Italia ha un debito pubblico molto elevato e, a parte le regole Ue da rispettare, se i tassi salissero sarebbe problema. c’era poco spazio per per spendere di più”.