Fare business con la Cina, forum UniCredit-Sicindustria

Nel 2015 il giro d’affari della Sicilia con la Cina ha riguardato oltre 157 milioni di euro di importazioni e più di 31 milioni di euro di esportazioni. Rispetto al 2014 le vendite sono aumentate dell’1%, gli acquisti del 6%.

Sono alcuni dei dati comunicati oggi a Palermo nel corso dell’International Forum: Focus on China, dal titoloCrescita economica e opportunità per le Impreseorganizzato da UniCredit in collaborazione con Sicindustria, partner di Enterprise Europe Network.

I lavori del Forum sono stati aperti dagli interventi di saluto di Giovanni Catalano, Direttore di Sicindustria, e di Sebastiano Musso, Regional Manager Sicilia di UniCredit. Sono intervenuti successivamente Alessandra D’Autilia (UniCredit International Center Italy), Tiziana Lipari (At Mise alla Regione Siciliana in materia di internazionalizzazione delle imprese), Giada Platania (Sicindustria, Enterprise Europe Network), Domenico Di Liello (EUSME Centre), Fabrizio De Luca (Studio Pirola Pennuto Zei & Associati), Fabrizio La Barbera (Studio Lucia), Ignazio Bucalo (SACE), Ernesto Ajello (UniCredit GTB Italy center Region Sicilia). Ha chiuso i lavori Roberto Cassata, Responsabile Sviluppo del Territorio Sicilia di UniCredit.

La Cina costituisce certamente un mercato di enorme potenzialità ma anche assai complesso – ha sottolineato Sebastiano Musso – e con questo Forum abbiamo offerto agli imprenditori locali un corredo di informazioni ampie, oggettive e qualificate, così da arricchire il loro bagaglio di conoscenze necessarie per affrontare questo mercato. Favorire l’internazionalizzazione è uno degli obiettivi strategici che UniCredit propone alle imprese. Nei giorni scorsi, in linea con questo obiettivo, abbiamo presentato agli imprenditori del settore vitivinicolo il progetto E-Marco Polo che permetterà alle aziende vinicole siciliane, che intenderanno avvalersi di tale strumento, di vendere il proprio prodotto direttamente ai consumatori cinesi senza avere una presenza fisica nel paese. Vogliamo sostenere gli imprenditori siciliani nel cogliere tutte le opportunità che i mercati internazionali offrono”.

“I consumatori cinesi – ha detto il direttore di Sicindustria, Giovanni Catalano – diventeranno una fonte sempre più importante di domanda globale. In particolare, si stima che nel 2020 la classe benestante cinese sarà rappresentata da circa 420 milioni di persone, con un’alta capacità di consumo. E’ chiaro che le imprese siciliane devono attrezzarsi per captare questa domanda, puntando anche sulle filiere produttive. Sicindustria, attraverso la rete Een, sta già lavorando da tempo in questa direzione, consapevole proprio dell’enorme importanza che il mercato cinese è destinato ad avere nell’economia mondiale”.

I settori trainanti per le esportazioni dalla Sicilia in Cina nel 2015 sono stati: articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici per 9,5 milioni di euro, in calo del 3% rispetto al 2014; prodotti alimentari, bevande e tabacco per 8,6 milioni di euro, in calo del 3% rispetto al 2014; sostanze e prodotti chimici per quasi 5 milioni di euro, in forte aumento (+74%) rispetto al 2014; prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori per oltre 4 milioni di euro, in calo dell’1% rispetto al 2014; macchinari ed apparecchi per 1,5 milioni di euro, in calo del 47% rispetto al 2014.

Nel 2015 il giro d’affari di Palermo con la Cina ha riguardato oltre 27 milioni di euro di importazioni e quasi 4 milioni di euro di esportazioni. Rispetto al 2014 le vendite sono aumentate del 6%, gli acquisti del 9%.

I settori trainanti per le esportazioni da Palermo in Cina nel 2015 sono stati: prodotti alimentari, bevande e tabacco per circa 1,6 milioni di euro, in fortissimo aumento (+176%) rispetto al 2014; sostanze e prodotti chimici per quasi 1,3 milioni di euro, in calo del 29% rispetto al 2014; prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori per 600 mila euro, +309% su base annua.

Si stima che per l’anno in corso le esportazioni totali della Sicilia aumenteranno dell’1% rispetto al 2015, mentre le importazioni faranno registrare un +2%.