Caos Crocetta. Mozione di sfiducia dei Cinque Stelle, Musumeci: "Dimettiamoci". Casse vuote

 Mozione di sfiducia del M5s al governatore della Sicilia, Rosario Crocetta. E’ la terza in tre anni di legislatura, le prime due andate a vuoto con la maggioranza che in extremis riuscì a ricompattarsi di fronte allo spettro di elezioni anticipate. Adesso i pentastellati ci riprovano, nel pieno del caos interno al Pd, sempre più spaccato tra renziani e area di sinistra, e col Crocetta quater, nato qualche giorni fa, già in agonia proprio per le forti tensioni tra i Dem.

“Tutti i limiti sono stati oltrepassati, siamo ben oltre la farsa da tempo. I fatti dicono che il Crocetta quater e’ morto gia’ in culla, soffocato da infinite polemiche e liti, alimentate dalla smisurata voglia di poltrone delle mille anime della squinternata e inconcludente maggioranza. Vogliamo scrivere la parola fine al peggiore governo della storia della Sicilia, presentando la sfiducia a Crocetta”, aggiungono i grillini. Che non sono soli. Analoga iniziativa, infatti, e’ annunciata dagli autonomisti del Mpa-Pds: “Lancio un appello a coloro che vogliono che Crocetta lasci la poltrona: attiviamoci affinche’ cio’ diventi realta’.
Iniziamo a firmare una mozione di sfiducia al presidente della Regione”, afferma il deputato Giovanni Greco, secondo cui il governatore “ha calpestato i bisogni dei cittadini e i loro diritti, mentre continua a elemosinare al governo nazionale i fondi per l’Isola. In tre anni ha mandato via una quarantina di assessori. Siamo allo sfacelo”. E il leader del centrodestra all’Ars Nello Musumeci sentenzia: “E’ uno spettacolo indecoroso, una corsa alle poltrone mentre la Sicilia cola a picco. Sia restituita presto la parola ai cittadini”. “Il mio è un appello rivolto a tutti i deputati di opposizione. Quando andiamo anche noi dal notaio?”. Lo scrive Musumeci sulla sua pagina di Facebook.
“Davvero non so per quale ragione dovremmo fare finta di nulla – aggiunge – La Sicilia non può permettersi una crisi istituzionale permanente. Rompiamo gli indugi e scegliamo una data che, tenuto conto dello Statuto, consenta il voto in primavera”.

“Da un anno e mezzo in Sicilia non c’è più una Regione”. Lo ha detto il sindaco di Palermo e presidente dell’Anci in Sicilia Leoluca Orlando, parlando con i cronisti a margine di un’iniziativa a Palermo delle fibrillazione nella maggioranza che sostiene il governatore della Sicilia Rosario Crocetta, e delle voci su un possibile rimpasto, a pochi giorni dalla nascita del nuovo esecutivo.

«In cassa saranno rimasti due, forse tre euro…»: l’assessore Alessandro Baccei prova a sdrammatizzare ma quella che si è aperta è la più grave crisi di liquidità degli ultimi anni. Resa ancora più complicata dalla crisi di governo che ha come primo riflesso il congelamento del dialogo con Roma per gli aiuti finanziari.
Il nuovo strappo fra i renziani di Davide Faraone, Sicilia Futura di Totò Cardinale e Crocetta, maturato sulla contestata nomina di Luisa Lantieri alla Funzione pubblica, ha provocato irritazione anche a Roma. Sebbene nessuno colleghi ufficialmente i due contesti, mercoledì sera è arrivata a Palazzo d’Orleans una nota di poche righe che annunciava il rinvio del vertice previsto per oggi a Palazzo Chigi. È l’appuntamento sul quale scommettevano da tempo Crocetta e Baccei per strappare l’accordo che vale un miliardo e 400 milioni, indispensabili per varare il bilancio 2016. Ufficialmente il vertice è saltato per un impegno imprevisto del sottosegretario De Vincenti. Ma, a differenza che in altre occasioni, non è stata fissata una data per il nuovo incontro. Tutto resta quindi appeso a un filo sottilissimo.

Guerini e Lotti, plenipotenziari del Pd nazionale, non avrebbero gradito la nomina della Lantieri ritenendo violato da parte di Crocetta un accordo che prevedeva una sorta di consultazione preventiva per concordare la scelta del partito a cui assegnare l’ultimo posto in giunta.