Caso Saguto, stop alle parcelle d'oro per chi ha a che fare con i beni confiscati

Caso Saguto, stop alle parcelle d’oro per chi ha a che fare con i beni confiscati,. E’ una delle prime decisioni del Tribunale di Palermo dopo lo scandalo scoppiato ormai una settimana fa su una presunta gestione tavolino dei beni confiscati alla mafia.  Stop ai compensi d’oro per gli amministratori giudiziari. Il primo provvedimento del presidente del tribunale Salvatore Di Vitale, dopo l’azzeramento della sezione Misure di prevenzione, è l’individuazione delle nuove linee guida per l’assegnazione degli incarichi: istituzione di un albo degli amministratori e compensi calmierati.

Il presidente del Tribunale «in attesa dell’emanazione del regolamento istitutivo dell’Albo Nazionale degli amministratori giudiziari» provvederà alla formazione, a uso interno «di un albo di professionisti cui attingere, con criteri di trasparenza, per l’affidamento di incarichi di amministrazioni di aziende e dei patrimoni sottoposti a sequestro giudiziario».

La decisione è stata presa di concerto con il presidente della sezione Misure di prevenzione, Mario Fontana, e con il presidente coordinatore delle Sezioni Penali, Alfredo Montalto. «A tal fine – prosegue Di Vitale – premesso che trattasi di incarichi fiduciari che presuppongono una preventiva valutazione del giudice sui requisiti di esperienza, struttura professionale e indipendenza, dispone che nel sito del Tribunale venga pubblicato l’invito a presentare istanza di inserimento in tale Albo, allegando il proprio curriculum e indicando le eventuali specializzazioni».    

Le domande dovranno essere esclusivamente indirizzate, via pec, all’indirizzo misurediprevenzione. tribunale. palermo@giustiziacert. it. Fontana provvederà, in attesa di una soluzione normativa, a elaborare, sentendo i giudici della Sezione, «preventivi criteri – conclude – per la liquidazione dei compensi che tengano conto, in primo luogo, che detti incarichi rivestono carattere di munus publicum».    

Lascia anche il pm della Dda di Palermo Dario Scaletta, in attesa di chiarire la sua posizione davanti ai colleghi di Caltanissetta che gli contestano di avere rivelato al giudice Silvana Saguto che si indagava su di lei.

Intanto, dalle pieghe dell’inchiesta di Caltanissetta, partita peraltro da un’indagine della procura di Palermo sulla “mala gestio” della Nuova sport car confiscata ai Rappa, vengono fuori le parcelle pesanti liquidate agli amministratori .  Non è stato ancora individuato dalla sezione Misure di prevenzione del tribunale di Palermo, l’amministratore giudiziario del patrimoni sequestrati agli imprenditori Rappa e della catena di negozi Bagagli, dopo la rinuncia dell’avvocato Walter Virga, indagati insieme con il padre Tommaso Virga, ex membro del Csm, dalla Procura di Caltanissetta nella stessa inchiesta che ha travolto Silvana Saguto, l’ex presidente della sezione misure di prevenzione che gli aveva assegnato l’incarico. Secondo la procura di Caltanissetta, la scelta sarebbe ricaduta sul giovane avvocato per ricambiare un favore ottenuto dal padre.

Adesso tocca alla sezione Misure di prevenzione scegliere il successore di Virga. «Quasi tutti i componenti della sezione – dice il presidente Mario Fontana – non hanno esperienza in questo settore. Bisogna, tra l’altro, trattare la questione con molta prudenza e attenzione. Faremo in fretta, ma prendendoci comunque il tempo necessario per esplorare le possibili alternative».

Walter Virga è finito sotto accusa per per la gestione soprattutto della nuova Sport Car, concessionaria di auto di lusso di proprietà dei Rappa, ma anche per l’amministrazione della catena Bagagli. In entrambi i casi, secondo gli inquirenti, lui e il suo staff non avrebbero sempre agito negli interessi delle aziende.