Catania: ricambio generazionale nelle imprese di famiglia, la next generation è over 50

Vecchia guardia e nuove leve, senior e junior, transizione, ricambio. Sono tanti i modi per identificare il delicato passaggio di testimone all’interno di un’impresa familiare, che ha tutti i connotati di un fenomeno: economico, sociale, psicologico, giuridico. Ogni cambio è un ricambio, un nuova semina dopo una raccolta, a volte della durata di un secolo o più, ne è un esempio il presidente di Confindustria Catania la cui impresa ha visto il passaggio di quattro generazioni «affrontando il momento di transizione con la giusta consapevolezza e competenza, la vera ricetta è essere preparati e porre le condizioni per fare del cambio generazionale non un ostacolo ma un valore aggiunto, una nuova prospettiva», ha commentato Domenico Bonaccorsi di Reburdone, introducendo la conferenza stampa sul convegno che si terrà sabato 15 novembre a Palazzo del Rettorato alle ore 9.

I più recenti dati sull’anzianità degli imprenditori in Sicilia e a Catania, scattano un’istantanea ben precisa: su 62mila titolari, il 35% (21mila) ha un’età compresa tra i 50 e i 69 anni, e il 9,30% (quasi 6mila) è over 70. Anche tra gli amministratori le cose cambiano di poco: su 51mila unità, il 39% ha non meno di 50 anni e il 9,63% supera addirittura i 70. «In parole più semplici, la next generation in realtà sarà composta da cinquantenni, più old che young dunque – ha sottolineato Rosario Faraci, ordinario di Economia e Gestione delle Imprese e presidente del Centro Studi Family Business, che ha elaborato ed esposto i dati – con ricadute sull’ottimizzazione nella gestione. Fenomeno, questo, che presenta non poche sfumature e variabili se rapportate al sesso, alla tipologia societaria e ai diversi settori».

«Essere erede designato di un’impresa, oggi come in passato, può rivelarsi un’arma a doppio taglio – ha affermato l’economista Antonio Pogliese – sia dal punto di vista del profitto che sul piano piscologico e sociale, proprio la trasversalità dell’approfondimento,  caratterizzerà l’incontro di sabato reso possibile grazie all’incontro di più saperi. La straordinarietà di questa giornata di lavori sta nell’analisi multidisciplinare che ne verrà fuori, coinvolgendo tante personalità del mondo giuridico, tributario, sociale, psicologico e del settore bancario, facendo stretto riferimento alla situazione delle imprese siciliane e al quadro dell’immediato futuro».

«Il reale passaggio di testimone – ha proseguito il vice presidente vicario di Confindustria  Catania Antonello Biriaco – non avviene il giorno dopo in cui viene a mancare il senior, ma comincia prima, puntando sulla preparazione di chi è chiamato a proseguire, innovando laddove necessario nell’ottica della continuità d’impresa e di nuovi traguardi». «Traguardi che, a volte, possono diventare obblighi, imposizioni, ostacoli per quanti non si ritengono pronti o all’altezza di guidare l’azienda di famiglia, con ripercussioni sulla stessa progettualità dell’impresa, rischiando di intaccarne, se non ben gestita, la sopravvivenza stessa», come spiegato da Orazio Licciardello, ordinario di Psicologia sociale. E il merito? «Oggi “essere figlio di” non sempre coincide con reali capacità manageriali – ha sottolineato Elita Schillaci, ordinario di Economia e Gestione delle Imprese e presidente Sicilian Venture Philanthropy Foundation – la vera impresa è quando si riesce ad andare oltre le generazioni, oltre i conflitti, facendo della transizione un momento di vero ricambio». «Durante il cambio generazionale – ha concluso Fabrizio Casicci, neo direttore di Confindustria Catania  –  dobbiamo essere  al fianco degli imprenditori per aiutarli a comprendere che il passaggio del testimone in azienda familiare non è sempre e solo una minaccia destabilizzante ma può diventare opportunità di crescita e cambiamento».