Cgil Sicilia: la Regione cambi rotta sulle energie rinnovabili, spenda i fondi Ue e punti su trasparenza e legalità

I limiti della regione nella capacità di spesa dei Fondi europei vengono tutti a galla nel settore dell’energia, che a causa delle continue rimodulazioni ha di fatto perso il 50% delle risorse a disposizione facendo venire meno il contributo della regione allo sviluppo di questo importante ambito. Lo sostiene la Cgil Sicilia che ha presentato oggi un dossier sull’argomento. Dal documento si ricava anche che “la gestione dirigistica nell’ambito del ‘Patto dei sindaci’, rischia di produrre piani di azione che restano sulla carta, di favorire l’arrivo di Esco (Energy service company), società per la gestione dei piani, multinazionali e non  siciliane e di creare le condizioni per far proliferare i cosiddetti ‘affari’”. Il segretario generale Michele Pagliaro, lo ha detto chiaramente: “Non possiamo permetterci di andare con questi presupposti alla prossima programmazione europea, bisogna che la regione definisca presto in un nuovo Piano energetico  obiettivi e azioni conseguenti, così come bisogna dare al settore delle energie rinnovabili regole certe e trasparenti, mettendo fine per questa strada ai contenziosi e alle polemiche sulle autorizzazioni. Bisogna fare il necessario – ha aggiunto- per evitare che un ambito importante e di prospettiva come questo diventi terreno di speculazione e spazio libero per gli affaristi”.

Occorre superare , ha rilevato Alfio La Rosa, responsabile del dipartimento territorio e ambiente della Cgil Sicilia, “ un paradosso che vede una regione al 7^ posto per produzione da fonti rinnovabili grazie agli incentivi nazionali con la crescita in questi ultimi anni anche del solare fotovoltaico, non avere sviluppato adeguatamente la filiera di un’industria collegata, segnare il passo quanto a
interventi su efficienza e sistemi di accumulo, avere problemi con le reti in assenza delle cosiddette ‘rete intelligenti”. Tutto questo, a causa dei mancati interventi, sostiene la Cgil, che sarebbero stati resi possibili da un tempestivo e corretto utilizzo dei fondi europei. E invece “il finanziamento della misura per le filiere – ha affermato Pagliaro –  sono stati ridotti da 200 milioni a 25 milioni peraltro non spesi e questo a causa di un bando farraginoso  e poco credibile che è stato per questo disertato dalle imprese ”. Neanche sul tema dei 14 esperti per il supporto al Dipartimento energia e il coordinamento delle iniziative comunitarie (patto dei sindaci e patto delle isole) si è fatto di meglio. “Hanno partecipato al bando 14 nomi di spicco- ha spiegato La Rosa-  ma la Regione ha preferito fermare tutto e nominare tre consulenti esterni  che di fatto non hanno prodotto nulla di concreto”.

Per la Cgil è dunque arrivato il momento di una “inversione di rotta sulla spesa dei fondi europei, ma anche del varo di un piano energetico condiviso e partecipato”. “Devono essere aggiornati gli obiettivi- ha sostenuto Mimma Argurio, della segreteria regionale Cgil- individuate le azioni, e costruito un sistema trasparente per le autorizzazioni e certo per i controlli. Il piano inoltre- ha aggiunto- deve essere oggetto di pubblica consultazione di tutti gli attori sociali e istituzionali”. La Cgil propone anche la creazione di un distretto tecnologico, con l’apporto di università ed enti di ricerca, e di una cabina di regia coordinando così le attività dei vari assessorati e la spesa europea in un settore come quello dell’energia che di fatto si collega e si intreccia con tutti gli altri settori produttivi e con le problematiche dell’ambiente e del territorio. “Chiediamo alla regione- ha concluso Pagliaro- obiettivi chiari, azioni esigibili, tempestività della spesa e il massimo della trasparenza e della legalità per lo sviluppo di un settore che può dare molto alla Sicilia in termini economici e occupazionali”.