The Coca-Cola Foundation ha consegnato al Distretto agrumi di Sicilia un “digestore anaerobico”, un impianto pilota capace di trasformare gli scarti di agrumi in energia. Si tratta di un prototipo, a cui dovranno ispirarsi la ventina di impianti da realizzare per soddisfare il bisogno delle imprese siciliane. L’impianto è stato realizzato grazie al progetto “Energia dagli Agrumi: un’opportunità per l’intera filiera” promosso dal Distretto agrumi di Sicilia che conta su 138 tra aziende, consorzi e rappresentanze agricole: in realtà si tratta di migliaia di piccole imprese che nel 2011 hanno sottoscritto un Patto di di sviluppo per individuare le azioni di sostegno alle imprese della filiera.
Per Cino “si tratta di un’opportunità innanzitutto per la Regione Sicilia, che può diventare un modello virtuoso per l’intero territorio italiano. Siamo sicuri che dopo questa fase di startup il progetto potrà continuare il proprio percorso in modo autonomo: primo per la qualità oggettiva della realizzazione industriale, poi perché nasce da una richiesta e da un bisogno del territorio e del mondo produttivo”. Il sistema Coca-Cola utilizza succo d’arancia per il 100% italiano. E, grazie a rapporti con tre grandi trasformatori siciliani, utilizza il 18% di tutto il succo (in particolare di arancia) trasformato nell’isola.
In provincia di Cremona ci sono 130 impianti di biogas alimentati dai rifiuti degli allevamenti suinicoli, in Sicilia non ci sono impianti del genere per gli agrumi e il pastazzo è un problema anche ambientale. La filiera siciliana ora si doterà degli impianti per le biomasse? “Stiamo varando il nuovo decreto per le energie rinnovabili con incentivi per 5,8 miliardi – osserva Giuseppe Castiglione, sottosegretario al ministero delle Politiche agricole – e ci sarà anche un capitolo per le biomasse. Vorremmo che ci fossero piccoli impianti, al massimo da 300 kilowatt e con l’utilizzo dei residui agricoli”. E il ruolo della Regione siciliana? “Le imprese e i consorzi potranno accedere autonomamente agli incentivi – risponde Castiglione – ma lascia perplessi una Regione che non ha ancora varato il Piano di sviluppo rurale 2009-13 e che è l’unica a non avere concordato la programmazione con Bruxelles”.