Concessioni lidi, l'Ue boccia l'Italia. In Sicilia a rischio 9 mila imprese

La Corte di Giustizia europea “boccia” la proroga automatica delle concessioni demaniali fino al 31 dicembre 2020 decisa dall’Italia, a cui si è adeguata anche la Sicilia. «Le concessioni sulle spiagge vanno messe a gara», scrive nero su bianco il Tribunale di Lussemburgo in una sentenza pubblicata ieri, precisando che la legge italiana «impedisce di effettuare una selezione imparziale e trasparente dei candidati». Che dovrebbe anche essere «adeguatamente pubblicizzata».

Con il pronunciamento della Corte di Giustizia europea, quindi, le circa 30mila imprese attive sul territorio italiano rischiano di essere considerate “abusive”. In Sicilia sono 9mila i titolari i gestori di demanio marittimo: una trentina di essi sono grandi concessionari, che da decenni gestiscono un business milionario.

«Una cosa è certa – sostiene Maurizio Croce, assessore regionale al Territorio e all’Ambiente -: le gare vanno fatte e pure velocemente. Attendiamo di capire cosa deciderà il governo nazionale». I gestori degli stabilimenti balneari – e di altre tipologie di concessioni su demanio marittimo – sono pronti a dare battaglia. Anche legale. Ad annunciarlo è Antonello Firullo, presidente regionale della Fiba-Confesercenti: «Siamo contrari a gare nell’immediato. Nessuno ci starà a perdere così una concessione regolarmente acquisita. Anche una mini-proroga fino a tutto il 2017 non è sufficiente, visto che ci sono imprenditori che hanno fatto notevoli investimenti».