Confindustria in Sicilia torna a chiamarsi "Sicindustria"

Confindustria in Sicilia torna a chiamarsi “Sicindustria”. “Torniamo all’antico, e sarà un progresso”, diceva Giuseppe Verdi. Parlava di musica e arte, il maestro, ma la stessa cosa devono avere pensato dalle parti di Confindustria Sicilia. Per uscire dal pantano delle polemiche e cercare di rilanciare l’ associazione dopo le accuse al vetriolo e i dossieraggi, Montante, Lo Bello e co. tirano dal cilindro la riforma di Confindustria, a cominciare dal nome, che torna ad essere quello che gli fu dato dal suo padre fondatore Mimì La Cavera (padre fondatore anche del Mattino di Sicilia, lo sapevate?), ieri omaggiato da tutti i capi di Confindustria Sicilia, per la prima volta presenti dopo il terremoto delle notizie sulle inchieste a carico di Antonello Montante, le interviste con le accuse pesantissime di Marco Venturi (ieri ovviamente assente).

Da Confindustria Sicilia a Sicindustria, dunque. Gli industriali ritornano «all’antico», rispolverando la denominazione dell’associazione voluta dal leader Mimì La Cavera. Ad annunciare il ritorno al passato è stato il presidente della Confindustria siciliana, Antonello Montante, proprio nel giorno della consegna del premio «Mimì La Cavera», alla sua prima edizione. Il cambio di denominazione è già stato deliberato. «Perché non possiamo che ricominciare da qui. Da Mimì. Dalla sua lungimiranza. Dalla sua capacità di tenere fisso lo sguardo sul futuro. Fino alla fine», ha detto Montante nel suo intervento.

Il presidente Montante nel suo intervento alla consegna del premio «Mimì La Cavera» ha detto: «Non è possibile assistere, in un momento come questo, a scontri politici, a ripicche, a giochi di potere. C’è un tempo per tutto. E questo è il momento di rimboccarsi le maniche e lavorare». «Rimettiamo le imprese al centro del dibattito – ha aggiunto – Ridiamo luce al tessuto economico di quest’isola fatto di piccole e medie imprese, così come lo immaginava Mimì La Cavera, che, prima di ogni altro, aveva intuito che lo sviluppo passa dalla manifattura, spina dorsale di ogni economia. E quindi trasformiamo la Sicilia da terra di consumo a terra di produzione».

«Ma per far crescere la manifattura», ha detto ancora Montante, «bisogna costruire un ecosistema basato sull’innovazione e definire una politica economica senza più rendite sul fronte della finanza pubblica. In una sola parola, un mercato normale». Per il presidente di Confindustria «è necessario definire le aree di industrializzazione, i settori sui quali investire (dall’agroindustria al turismo e beni culturali, dall’energia ai servizi, dalle infrastrutture all’Ict)». «Insomma, l’industria 4.0 – ha proseguito – E ad ogni voce dovrà seguire un piano progettuale che individui governance, risorse, tempistica e procedure trasparenti». Ma non solo. «Penso, infatti, che un governo che voglia davvero puntare sullo sviluppo – ha insistito – dovrebbe almeno una volta al mese confrontarsi con i principali investitori per avere chiaro il quadro congiunturale e capire le difficoltà reali che le imprese incontrano. La grande differenza la potrà fare, allora, la capacità della classe dirigente politica e imprenditoriale di questa Regione di guardare al futuro con la stessa visione strategica e con la stessa passione di Mimì e dei suoi compagni di viaggio», ha concluso.

All’appuntamento in un hotel palermitano hanno preso parte molti esponenti confindustriali palermitani (tra gli altri il presidente Alessandro Albanese) e anche alcuni politici come il vicepresidente della Regione Mariella Lo Bello e il sottosegretario Simona Vicari, che hanno preso parte a una tavola rotonda, e l’assessore regionale all’Agricoltura Antonello Cracolici, che si è fatto vedere in sala. Montante ha preferito non parlare con i cronisti di temi relativi ad antimafia e legalità (“Oggi siamo qui per festeggiare La Cavera”, ha risposto).

“Cosa manca oggi alla politica in Sicilia? Gli occhiali… Sono politici miopi. E una politica miope”, ha detto rispondendo all’Adnkronos. Il presidente di Sicindustria fa un esempio: “La Merkel, una volta al mese, incontra i grandi investitori della Germania senza paura di incontrare i privati per capire quali sono le priorità – spiega – Basterebbe mettere al centro l’impresa e capire quali sono le priorità. Anche il Governo regionale dovrebbe farlo. Ma non è un problema del singolo, ma della volontà politica. Perché se poi c’è un assessore di turno, un Presidente o un capogruppo che individua le priorità, poi c’è un mondo intero che inizia a fare la guerra”.

IL PREMIO.  Il premio La Cavera è stato promosso da Confindustria Sicilia in collaborazione con la famiglia La Cavera, l’Università di Palermo e l’Eni. E’ stato consegnato a tre imprese siciliane nei rispettivi settori della competitività (la Irritec di Rocca di Caprileone in provincia di Messina: azienda leader nel mondo per i sistemi di irrigazione a goccia), start up (la palermitana Ludwig, start up che ha creato un motore di ricerca specializzato che analizza la frase scritta in inglese e la corregge proponendo abstract che trova nell’infinito database di testi autorevoli presenti online) e marchio storico (la trapanese Nino Castiglione, trasformazione del tonno).