Costi della politica e riforme: botta e risposta tra Faraone e Crocetta

Costi della politica e riforme, botta e risposta al vetriolo tra il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone e il governatore Rosario Crocetta. La scintilla è una frse postata da Faraone su Facebook sui nuovi tetti agli stipendi previsti nella riforma costituzionale che sarà sottoposta a referendum a ottobre:  “In Sicilia, nonostante le resistenze, nonostante le barriere sullo Stretto per non fare passare in alcun modo il vento delle riforme nella nostra isola, non fosse mai che qualcosa cambiasse per di più in meglio per i cittadini, con la riforma costituzionale, se vincerà il ‘Sì’ al referendum, le cose cambieranno in termini di semplificazione e risparmio. Volenti o nolenti”.

Poi la frecciatina al governatore: “Per la prima volta, finalmente, avremo un presidente della Regione che non guadagnerà più di Renzi, Putin, Rajoy – sottolinea Faraone – Con la vittoria del sì il risparmio sarà di 79 mila euro all’anno. Così come risparmi notevoli anche sul fronte degli stipendi dei deputati Ars (tanto più che dalla prossima legislatura saranno anche ridotti nel numero). E tagli anche alle spese di funzionamento dei gruppi all’Ars. Nel 2014, fra spese di funzionamento e spese di personale, l’Ars ha dato ai gruppi parlamentari 4 milioni 800 mila euro. Con la vittoria dei sì cesserà questo meccanismo”. “I risparmi – prosegue Faraone – potranno essere usati per accompagnare le nuove generazioni nel futuro. Nella terra dove il lavoro è una chimera, potremo finalmente investire quelle risorse che oggi servono ad alimentare privilegi per finanziare un fondo per le startup innovative di giovani imprenditori. Alla Sicilia non mancano le risorse: manca il coraggio di sganciarsi da uno status quo che ha impinguato pochi a danno di molti”.

La risposta di Crocetta non si fa attendere: “Nella precedente legislatura, Faraone da deputato regionale godeva a pieno dei privilegi e guadagnava più di Obama: non mi risulta che all’epoca abbia rinunciato a quei soldi. Gli ricordo che in questa legislatura i deputati dell’Assemblea siciliana guadagnano il 40% in meno di quanto percepiva lui, questo perché l’Ars ha recepito il decreto Monti sulla spending review mettendosi in linea col resto delle Regioni d’Italia”. Così il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, replica al sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone.

Crocetta aggiunge: “Io poi sono il deputato che costa meno all’Assemblea, avendo rinunciato, e sono l’unico, all’indennità per i portaborse, pari a 3.200 euro. Guadagno esattamente la metà di quanto costava Faraone al Parlamento siciliano”. “Siamo felici se con la riforma costituzionale i compensi saranno ulteriormente ridotti – prosegue Crocetta – intanto al momento i parlamentari nazionali non guadagnano meno di quelli regionali e inoltre non hanno gli stessi costi che ho io, che da presidente giro tutta la Sicilia, avendo solo una indennità forfettaria”.

GELA. “Forse in tre mesi si riesce a fare un nuovo libero consorzio, con Gela capofila” così Rosario Crocetta a Gela per inaugurare la biblioteca del liceo classico, dopo un incendio che l’aveva distrutta nel 1977, e lancia proclami. Come quello sui libero consorzi, dopo la bocciatura all’ Ars degli scorsi giorni sull’ annessione alla città metropolitana di Catania . “A me piacerebbe che Gela avesse la speranza di essere capoluogo – rilancia il presidente della Regione – Non capisco perché la città sia così sottotono rispetto a questo problema. La legge era stata fatta per consentire a Gela di diventare capofila di un consorzio Caltagirone-Gela. I gelesi – continua – con il referendum avevano detto: vogliamo diventare provincia. In ogni caso la questione dipende dal parlamento, non dal governo”.