Crisi nera per l’edilizia a Trapani. 1023 posti di lavori persi nel 2012. Chiuse in 5 anni 544 imprese

Ha suscitato molte reazioni il suicidio di un uomo di 33 anni Castelvetrano, che si è impiccato con una prolunga elettrica alla trave della sua abitazione.  Un suicidio che, secondo le prime ricostruzioni, ha i suoi motivi nella recente perdita del posto di lavoro da parte del giovane, sposato e padre di un bambino.

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Nell’ultimo anno sono andati persi 1.023 posti di lavoro nel settore dell’edilizia del trapanese, cantieri chiusi, bloccati, una situazione di gravissima emergenza, invitiamo tutte le amministrazioni locali ad utilizzare subito le possibili risorse disponibili per mettere in moto l’economa soprattutto il settore dell’edilizia, questi episodi sono il segnale di un vero e proprio allarme sociale, al quale va posto subito rimedio”. Questo il quadro della situazione nella parole di Mimmo Milazzo, segretario Cisl Palermo Trapani, e Dino Cirivello, segretario Filca Cisl Palermo Trapani.

“Le istituzioni locali devono fare presto e mettere in campo subito interventi straordinari nei quartieri periferici del territorio che consentano l’avvio di cantieri e una boccata di ossigeno per il settore edile, avviare le opere per le medie e e piccole infrastrutture, programmare una serie di progetti per la messa in sicurezza delle scuole”.

“Abbiamo già chiesto – concludono Milazzo e Cirivello – la convocazione al Prefetto di Trapani di un tavolo urgente in cui affrontare le problematiche della grave situazione occupazionale del territorio, anche in riferimento agli ultimi gravi episodi. Bisogna fare presto”.

“La crisi economica e la mancanza di lavoro stanno avendo effetti sempre più profondi nella nostra società: l’ennesimo dramma, che questa volta ha coinvolto un operaio del Trapanese, deve spingere la classe dirigente ad impegnarsi ancora più a fondo per sostenere misure in grado di favorire la ripresa economica e sociale, specie nelle zone che evidenziano criticità sempre più preoccupanti”. Lo dice Baldo Gucciardi, presidente del gruppo Pd all’Ars.

“La drammatica morte del giovane operaio edile disoccupato ci pone, ancora una volta, dinnanzi all’insostenibile situazione di difficoltà in cui si trovano migliaia di famiglie, in massima parte monoreddito, piegate dalla gravissima situazione occupazionale che sta attraversando il settore dell’edilizia e il suo indotto.
Sono le parole del segretario provinciale della Fillea Cgil di Trapani Franco Colomba.
Per la Fillea Cgil “l’assenza di lavoro e, dunque, di prospettive non può continuare a svolgere un ruolo determinante in coloro che, disperati per l’assenza di reddito, maturano la drammatica decisione di togliersi la vita”.
“Alle morti per mancanza di lavoro – afferma Colomba – fa da cornice una responsabilità collettiva che è necessario che le Istituzioni, a tutti i livelli, affrontino ponendo adeguata attenzione alle emergenze del territorio, qual’è quella occupazionale”.
Il sindacato degli edili della provincia di Trapani che, da anni sollecita le Pubbliche amministrazioni nel trovare soluzioni alla crisi attraverso l’avvio dei lavori delle opere rapidamente cantierabili, ribadisce alle istituzioni la richiesta di adottare urgenti misure volte ad arginare una crisi dell’edilizia senza precedenti che, nel solo territorio trapanese, ha determinato, tra il 2007 e il 2012, la perdita del lavoro per 3.835 operai e l’inattività per 544 imprese. 
Allo stesso tempo la Fillea Cgil denuncia il mancato pagamento delle somme dovute alle imprese per i lavori pubblici già realizzati, somme giacenti nelle casse degli Enti pubblici ma bloccate dal patto di stabilità.
Intanto il 25 marzo, dopo un anno dall’ultima seduta e dopo le diverse sollecitazioni della Fillea, si riunirà in Prefettura il tavolo tecnico costituito nell’ambito del “protocollo di legalità per lo sviluppo, l’occupazione e la sicurezza nei cantieri”. 
“Ciò che chiediamo alle Istituzioni e alle Pubbliche amministrazioni – ha concluso Colomba – è un costante impegno nel mettere in campo tutte le iniziative possibili per riattivare il lavoro in un territorio, che partendo già da una condizione di svantaggio, sta pagando la grave crisi occupazionale con la perdita di vite e con il crescente aumento della povertà”.