Crocetta al contrattacco, il suo intervento all'Ars. "Stavo per suicidarmi". Se ne va anche Vancheri

20,15 – Rosario Crocetta e Ignazio Marino “governino se sono in grado o vadano a casa”. Lo ha detto il premier e segretario del Pd Matteo Renzi, intervistato dal Tg5.  “Si smetta di guardare tutti i giorni a complicati giochi politici. Se sono in grado governino, se no vadano a casa. Ma non si può continuare con questa telenovela. La gente non si chiede se quel politico resta, ma se è in grado di rispondere alle sue esigenze”, ha detto Renzi.

15,45 – “Noi riteniamo che la sua esperienza sia conclusa tristemente. E’ il tempo delle scelte responsabili. Lei rivendica il diritto alla ricerca della verità. A noi la vicenda dei nastri registrati, gravissima vicenda, non interessa, almeno non interessa al mio gruppo parlamentare. Il nostro giudizio lo abbiamo già espresso quando abbiamo detto che lei è inadeguato al ruolo”. Lo ha detto Nello Musumeci, deputato regionale siciliano leader dell’omonima lista, intervenendo in aula all’Ars per commentare il discorso del presidente della Regione Rosario Crocetta.

Quindi Musumeci ha aggiunto: “Renzi non deve confondere il suo ruolo di segretario di partito con quello di premier. Le vicende della Regione le affrontiamo in questa sede. Abbiamo la maturità per farlo. Lo dico perché riteniamo che il suo peggior nemico sia il suo partito, presidente. Quello che è accaduto in questi giorni, settimane e mesi, si ricongiunge a una condotta scellerata, schizofrenica, da parte del gruppo democratico e più a monte dei quadri dirigenti. Lei è stato sballottato senza rispetto umano e per il ruolo istituzionale che ricopre”. “ll Pd ha brandito il governatore che odia. Ha inventato un governatore rivoluzionario, e mentre lo difendeva, organizzava la sua sostituzione. Quanta ipocrisia. Tante volte le ho detto che lei è un uomo solo. E per due volte le abbiamo già chiesto di liberare quella sedia, scomoda e ingombrante, facendolo contro la sua maggioranza che voleva difendere la propria poltrona. Perché come si dice, il tacchino vorrebbe che il natale non arrivasse mai”.

13,55 –  «Quell’intercettazione non c’è». «I falsi scoop non possono decidere le sorti dei governi. Non posso dimettermi». «Contro di me una montagna di fango». Il governatore della Sicilia Rosario Crocetta parla con un’ora e mezza di ritardo davanti all’assemblea regionale siciliana e conferma quel che va ripetendo da lunedì: «Ho vissuto in questi giorni i momenti più terribili della mia vita. È come se avessi rivisto un film diverse volte proiettato attraverso il quale l’attacco al presidente della Regione diventa l’attacco alle istituzioni democraticamente elette e a un intero popolo siciliano».

«La richiesta di andare al voto – dice chiaro e tondo Crocetta – per me è irricevibile perché strumentale e interessata. Non posso che respingere lo sciacallagio, per tutelare non me stesso ma tutti voi». E ancora: «Mi rifiuto di offrire le mie carni a famelici carnefici». «Agli occhi di chi ci osserva – dice a proposito dell’uso politico delle intercettazioni che lo riguarderebbero – potrebbe sembrare un atto di killeraggio politico sulla base di una campagna denigratoria basata sul nulla». Alle accuse di «cerchio magico» che avrebbe deciso le sorti della sanità siciliana, il governatore ha replicato tirando in ballo la rappresentazione mediatica della sanità ai tempi di Totò Cuffaro, tra le proteste del centrodestra: «Allora il cerchio magico della sanità era costituito dalla mafia». Il riferimento dei detrattori è ai rapporti di Crocetta con il medico Matteo Tutino, primario arrestato per truffa al sistema sanitario (che secondo le intercettazioni rivelate dall’Espresso ma non confermate da alcuna procura avrebbe detto, riferendosi a Lucia Borsellino, che si è dimessa da assessore alla Sanità: «Va fatta fuori come suo padre»). «Lo frequentavo ogni quindici giorni e nel suo studio medico», racconta il governatore. «La scorta rimaneva sempre con me. Fantasie sulla mia vita privata giorno e notte non se ne possono fare. Nessuna vita può essere più chiara della mia, vivo con la scorta ogni momento e ogni secondo della mia vita è documentato e controllabile».


11,20 – “Sarebbe saggio secondo me, esaurite le pratiche dei problemi che esistono sulla legge finanziaria, fare le pratiche per andare a votare in Sicilia in primavera”. E’ la soluzione indicata da Pier Luigi Bersani per la Sicilia, in un’intervista a Omnibus su La7. Il percorso andrebbe compiuto “cercando l’accordo di Crocetta”, secondo l’ex segretario. Quanto all’intercettazione che riguarderebbe il governatore, Bersani commenta: “E se poi salta fuori che Crocetta è stato investito da una bufala di proporzioni cosmiche? Se me lo dice un procuratore che non esiste, bisogna prenderne atto”.

10,30 –  Per Lucia Borsellino provo ovviamente grande affetto, ma sinceramente penso che non sarebbe dovuta entrare nella giunta di Crocetta; con un cognome così pesante il rischio di essere strumentalizzata era reale”. A criticare la scelta della figlia di Borsellino è Antonio Ingroia che al Corriere della sera ammette: “Quando il governatore mi chiese di fare il suo vice io rifiutai…”. E su Tutino, che conosce da 20 anni, aggiunge: “Quando ho cominciato a lavorare per la Regione l’ho ritrovato molto vicino a Crocetta. All’inizio parlava bene di Lucia Borsellino, mentre nell’ultimo periodo se ne lamentava fino ad auspicarne le dimissioni. Le volgarità che ho letto, a parte la frase che non esiste, confermano che Tutino rappresenta un aspetto deteriore della politica”.


09,30 –  C’è attesa per l’intervento, previsto per le 12 di oggi, all’Assemblea regione siciliana, del Governatore Rosario Crocetta, che farà comunicazioni sulla bufera che lo ha investito giovedì scorso sulla presunta intercettazione con il medico Matteo Tutino, finora smentita da diverse Procure siciliane. Secondo indiscrezioni, Crocetta confermerà in aula l’intenzione di restare in sella e di non dimettersi, come gli viene chiesto da più parti, non solo dalle opposizioni. “Non posso dimettermi per una intercettazione inesistente – ha detto anche ieri all’Adnkronos – e dell’exit strategy di cui parla Renzi non me ne frega nulla”. Dirà anche se deve essere “il Parlamento a sfiduciarlo” e a “mandarlo a casa e nessun altro”. Crocetta proverà in aula a chiarire la sua posizione e ribadire che cercherà di portare a termine le riforme annunciate, dalle ex province all’acqua”.Intanto, è previsto tra oggi e domani l’incontro tra il segretario regionale siciliano Fausto Raciti e il premier Matteo Renzi, per discutere proprio del futuro del Governatore siciliano.

08,00 – Crocetta va al contrattacco. Oggi il governatore parla all’Ars. “Stavo per suicidarmi” racconta e annuncia di non volersi dimettere. Ma intanto se ne va un’altra fedelissima tra i suoi assessori, Linda Vancheri.   “Chiunque può sognare persino di condizionare le mie scelte, ma rimangono sogni, castelli in aria. Rosario Crocetta  e ribadisce con forza che nessun elemento ha influenzato le scelte nella Sanità siciliana. Oggi è previsto un intervento del governatore all’Ars. “Nessuno ha condizionato le mie scelte”, ha ribadito Crocetta.“La commissione di valutazione dei manager – ha detto il presidente – era composta da tre personalità indiscutibili, un magistrato, un professore della Normale di Pisa, un rappresentante dell’Agenas. La legge ci consentiva, ed era persino opinione diffusa in Parlamento, di scegliere al di là della valutazione della commissione, all’interno della lista di diverse centinaia di ammessi dove qualche amico escluso, onestamente c’era”. “Non ho commesso reati – ha rivendicato Crocetta anche ieri – non sono influenzabile da alcuno, ho denunciato miliardi di malaffare, ho destituito dirigenti inquisiti per corruzione “.  “Il Crocetta presidente nel gioco surreale degli inganni, – ha protestato infine il governatore, parlando in terza persona – dopo essere stato accusato di agire per due anni e mezzo in totale autonomia, diventa prigioniero del cerchio magico di potere del suo medico. Nessuno può pensare che io abbia tradito Lucia Borsellino, per non avere riferito i desiderata di tanti”.     “Un modo per suicidarmi”.  “Non mi sono suicidato perché è intervenuto un procuratore perbene, Lo Voi, uno che si batte per la verità, uno apolitico. Lo ringrazio”. Lo dice Crocetta  a La Zanzara su Radio 24, parlando delle ore seguenti alla pubblicazione della presunta intercettazione nella quale il primario Matteo Tutino chiede a Crocetta di “far fuori” l’assessore Lucia Borsellino, figlia del magistrato ucciso, “così come è stato fatto fuori il padre”.


“Oggi – aggiunge il Governatore – sarei un uomo morto, infangato e forse tra qualche anno si sarebbe scoperto che avevano assassinato un uomo innocente”. “Ho pensato davvero di ammazzarmi – racconta Crocetta a La Zanzara – e lo avrei fatto subito dopo l’uscita della notizia. Ma è arrivato il mio avvocato che mi ha preso in albergo, mi ha portato nel suo studio e mi ha detto che il procuratore stava verificando la notizia. Altrimenti sarei già un uomo morto. Piangevo, non mangiavo, non dormivo, non mi affacciavo alla finestra perché pensavo che qualcuno mi potesse guardare e mi insultasse, ho avuto paura di uscire di casa. Qualcosa di ignobile. Senza quel giudice sarei una larva umana, è moralmente possibile tutto questo? Possiamo vivere in un paese così?”. “Avevo trovato su internet – dice Crocetta a Radio 24 – un modo veloce, sicuro, in modo che nessuno mi potesse salvare. Visto che non possiedo armi, mi sono chiesto: come mi ammazzo in modo che nessuno mi salvi? Pensavo alle tecniche che dovevo adottare per evitare l’arrivo di qualcuno, ho anche i militari sotto casa e un collaboratore vicino a me. Ma ho trovato un metodo facile, semplice. Lo avevo trovato ma non lo dico per paura delle emulazioni”. Relazione. Il procuratore generale della Cassazione Pasquale Ciccolo ha chiesto una relazione al procuratore generale di Palermo Roberto Scarpinato sulla vicenda della presunta intercettazione che riguarderebbe il presidente della Regione Sicilia. Lo scopo è verificare se ci siano «profili di competenza» dello stesso Ciccolo. Nella telefonata, smentita dalla procura di Palermo e da quella di Caltanissetta, il medico del governatore Matteo Tutino, avrebbe attaccato così l’ex assessore Lucia Borsellino: «Va fatta fuori come suo padre» ( il giudice Paolo, ucciso dalla mafia nel 1992, ndr) nel silenzio di Crocetta dall’altro capo del telefono. Caso all’esame del Csm . Dell’intercettazione Crocetta-Tutino, si occuperà oggi anche il Comitato di presidenza del Csm: sul tavolo, infatti, la richiesta di apertura una pratica in Prima Commissione avanzata nei giorni scorsi dal laico di Forza Italia Pierantonio Zanettin. La riunione del comitato di presidenza di palazzo dei Marescialli è prevista per questo pomeriggio: in essa si deciderà se aprire o meno una pratica.

Giunta Crocetta perde pezzi, via altro assessore . Il governo Crocetta intanto ha perso un altro pezzo. Dopo l’addio di Lucia Borsellino a inizio luglio, questa volta a lasciare è l’assessore alle Attività produttive Linda Vancheri, che ha parlato di una scelta personale dettata da ragioni professionali, in quanto assumerà a breve un incarico fuori dall’amministrazione. Un «passaggio annunciato», ha minimizzato il governatore Rosario Crocetta, un addio già previsto e rimandato solo allo scopo di completare alcuni atti legati a Expo.


Raciti (Pd): giunta Crocetta è ormai appassita . Ma le dimissioni appaiono emblematiche del crescente isolamento del presidente della Regione. Nei giorni scorsi il presidente Pd Matteo Orfini non ha escluso una mozione di sfiducia nei suoi confronti. Il segretario del Pd Sicilia Fausto Raciti, intervistato da Repubblica, ha definito la giunta Crocetta una «esperienza di governo appassita» perché «è arrivata troppo tardi la politica e si è lasciato spazio a un cerchio magico che ha scorrazzato in Sicilia».

Procuratore Lo Voi: intercettazione non esiste. Il  procuratore di Palermo Francesco Lo Voi in un’ intervista al Corriere della Sera, ha ribadito ancora una volta che l’intercettazione citata dall’Espresso non risulta agli atti. E non risulta neppure alle procure di Caltanissetta e Catania. «Certamente le registrazioni che abbiamo a disposizione dipingono un clima di ostilità nei confronti di Lucia Borsellino – ha detto Lo Voi – ma proprio il fatto che abbiamo dovuto ricostruire quel contesto attraverso una faticosa opera di connessione e incastro fra tanti discorsi spezzettati nel tempo è un’ulteriore conferma che l’ intercettazione di cui tanto di discute non esiste. Se fosse esistita l’ avremmo certamente utilizzata nel procedimento, perché nei termini in cui è stata diffusa sarebbe stata la dimostrazione plastica dei rapporti difficili all’ interno del sistema sanitario regionale. Avrebbe fatto comodo alla tesi dell’ accusa, ma non c’è».

Tutino resta ai domiciliari, respinta istanza legali. Intanto resta ai domiciliari Matteo Tutino, il medico personale di Crocetta accusato di truffa. Il tribunale del riesame di Palermo ha respinto la richiesta di scarcerazione presentata dai legali del medico, fedelissimo del presidente della Regione e, come si evince dall’inchiesta, in grado di condizionare le scelte politiche nel settore della sanità siciliana. Tutino, secondo gli inquirenti, avrebbe eseguito nell’ospedale di Villa Sofia, in cui dirigeva il reparto di Chirurgia maxillofacciale, interventi estetici spacciandoli per funzionali.

Di Crocetta scrive Giampaolo Pansa su Libero:

In Sicilia il governo regionale guidato da Rosario Crocetta era già in crisi da tempo. Quel personaggio singolare per il suo aspetto da vecchio ganimede di provincia, con i capelli tinti per sembrare più giovane, aveva già perso per strada la bellezza di trentasei assessori. E adesso è alle prese con l’enigma della telefonata ricevuta dal suo medico personale che si augurava di eliminare la figlia di Paolo Borsellino, una signora per bene, l’ultimo assessore dimissionario. Oggi si discute se questo desiderio folle ci sia stato oppure no. Ma un fatto è certo: il governo Crocetta è morto e sepolto. Prima o poi, i siciliani dovranno eleggerne un altro. E non sarà il sinistro Rosario a entrare una seconda volta nella reggia del Palazzo dei Normanni.