Crocetta, ecco la terza mozione di sfiducia dei Cinque Stelle. Il Pd litiga per il capogruppo

Il M5S presenterà nei prossimi giorni la terza mozione di sfiducia nei confronti di Crocetta. A sposare la mozione  contro quello che viene definito il “peggiore governo della storia della Sicilia” saranno anche questa volta il gruppo Musumeci e i deputati di Forza Italia.  Ad illustrare ai giornalisti i motivi dell’ennesimo “doveroso” atto contro Crocetta sono stati  in conferenza stampa all’Ars il capogruppo Giorgio Ciaccio, il vice capogruppo Angela Fotie il deputato Giancarlo Cancelleri. “Probabilmente – ha detto Ciaccio – qualcuno ironizzerà sull’ennesimo atto che siamo stati costretti a presentare, spinti dall’eterna farsa in corso nei palazzi del potere, dove l’unico interesse è litigare per le poltrone, mentre la Sicilia muore, come confermano i recenti dati Istat, che dicono che la Sicilia è la regione più povera d’Italia. Non potevamo fare gli spettatori passivi. Noi siamo disposti a tutto pur di mandare questo governo a casa. Siamo pronti perfino alle dimissioni collettive. Se ci trovano le altre 32 firme che serviranno a far decadere l’assemblea, si sappia che le nostre 14 sono a disposizione”. “Questo atto – ha continuato il capogruppo – serve a squarciare il velo dell’ipocrisia, a far uscire allo scoperto coloro che in questi giorni e nei mesi precedenti hanno sparato a zero contro Crocetta e contro il governo”. Il concetto è stato rimarcato da Cancelleri, che ha sottolineato come “questo atto serva ad indicare ai siciliani i veri nemici della Sicilia. Non serve a sfiduciare Crocetta, che ormai non esiste più nemmeno nell’immaginario collettivo della gente. Ormai Crocetta non governa più e gli indicatori economici lo confermano. La mozione serve a far risaltare le contraddizioni del Pd e della maggioranza, di coloro che dicono una cosa e poi, puntualmente, ne fanno un’altra, serve a far vedere di che spessore è la spina dorsale di certi personaggi che recitano solo un vergognoso gioco delle parti. A Renzi lancio un appello: venga a riprendersi i bambolotti che lo rappresentano in Sicilia”.

Sugli indicatori siciliani in picchiata è stato incentrato l’intervento di Angela Foti, che ha ricordato i dati negativi dell’Ispra (istituto per la ricerca ambientale) che rischia di esporre la Sicilia a nuove procedure di infrazione, quello dell’indice di vivibilità dei capoluoghi italiani, dove spiccano (in senso negativo) quelli siciliani,e quelli recentissimi Istat, che dicono che la Sicilia è prima in fatto di povertà. “Crocetta – ha detto Angela Foti – deve andare a casa ora. Domani potrebbe essere già troppo tardi. Non possiamo continuare ad essere ostaggi delle manovre del palazzo, di un pollaio che sgomita per un posto di potere. L’Ars è ormai alla paralisi, o quasi. In commissione non viene mai nessuno e in aula è praticamene la stessa cosa. Siamo solo noi gli scolaretti diligenti che continuano a frequentarla. E’ ora di dire basta”. La Destra di Musumeci e Forza Italia di Falcone hanno annunciato il loro sostegno.

PD. Fumata nera alla riunione del gruppo Pd all’Ars, convocata per l’elezione del capogruppo, carica ricoperta da Antonello Cracolici, oggi assessore all’Agricoltura del quarto governo Crocetta. Fino alle due si e’ cercata un’intesa, ma il folto gruppo di 24 deputati si e’ spaccato. Alla prima votazione, intorno all’una, 13 schede bianche e 8 a Luca Sammartino, candidato gradito ai renziani e al partito nazionale. Nella seconda votazione, 5 bianche, 7 a Sammartino e 9 ad Alice Anselmo. Si andra’ al ballottaggio tra i due. Situazione che e’ specchio delle tensioni attorno al Crocetta quater. Alla carica ambivano alcuni ‘veterani’ del gruppo. Invece, sara’ sfida tra due ‘outsider’, eletti in altri partiti: la Anselmo nel listino del governatore (posizionata al numero 5 della lista la Rivoluzione e’ gia’ iniziata), Sammartino nell’Udc. Poi, per entrambi, il passaggio sotto altre insegne, fino all’approdo nel Pd.