Crocetta – Pd, ormai è guerra: “In Sicilia renziani da rottamare”. Martedì vertice di maggioranza

“Dimissioni? E perche’? Io sono l’unico rottamatore, il vero rottamatore in Sicilia. Se me ne vado tornano i vecchi centri di potere siciliani”. Lo dice a La Zanzara su Radio 24 il governatore della Sicilia Rosario Crocetta dopo le forti polemiche con i renziani. “In Sicilia – dice – da rottamare sono alcuni renziani. Non sono un notabile della politica ma ho un voto d’opinione. Sono l’unico governatore di centrosinistra dal ’46 in Sicilia, il Pd dovrebbe andare a Lourdes per ringraziare la Madonna e accendermi un cero invece non fanno altro che attaccarmi. Non basta essere renziani per vincere come pensano a Roma e senza di me in Sicilia vinceva Grillo”.

“L’hashtag #sarostaisereno? Qualsiasi nano, sconosciuto persino al proprio condominio, pensa di parlare in nome di Renzi. E’ persino offensivo nei confronti del premier. Comunque, stiano sereni e tranqiulli loro. Perché, siccome non sono mai stati capaci di vincere un’elezione e non credo che ci riusciranno, io riparto da dove sono partito, cioè dal contatto con la gente, con i cittadini, con la difesa degli ultimi e degli imprenditori contro il racket“. E’ sempre più guerra aperta tra i renziani di Sicilia, che si dicono pure disposti a ritirare i propri esponenti, e il Governatore siciliano Rosario Crocetta.

L’ultimo scontro è attorno a un hashtag inventato, dal sindaco di Siracusa Giancarlo Garozzo, renziano di ferro, che ha scritto su Twitter #sarostaisereno.  Crocetta rilancia, accusando Garozzo di scrivere “sotto dettatura” del sottosegretario Davide Faraone. “Io non starò più in silenzio – dice Crocetta in un’intervista all’Adnkronos -. Vogliamo parlare, ad esempio, della formazione professionale, che non è massacrata dall’assessore Lo Bello? La verità è che non ha le risorse necessarie perché ci sono stati tolti i fondi Pac. La formazione non ha bisogno di commissariamento ma di soldi”.

Parlando ancora dei renziani in Sicilia che hanno aspramente criticato il Governatore siciliano, tra cui lo stesso Garozzo, ma anche Antonio Ferrante e l’ex sindaco di Agrigento Marco Zambuto, Crocetta ha ribadito: “Ma chi sono? Sono sconosciuti persino all’interno dei loro condomini. Figurarsi se li conosco io”. E ancora: “Se il portavoce dei renziani in Sicilia si presenta con il fardello pesante dell’ottantenne andreottiano Gino Foti… C’è da scandalizzarsi che queste persone possano citare il nome di Renzi”.

“Io non so che idea abbiano della rottamazione – aggiunge – ma se la rottamazione la deve fare Gino Foti, siamo belli freschi. Prima la doveva fare Marco Zambuto che è andato da Berlusconi, facendo dichiarazioni assurde, quando poteva dire che ci era andato per prendersi un caffè. Non ci sarebbe stato nulla di male”.

“Seriamente queste persone pensano che il modo migliore per risolvere i problemi della Sicilia sia quello di attaccare il Presidente della Regione, ‘colpevole’ di avere fatto tre miliardi di euro di risparmi, non certo grazie all’assessore al Bilancio, il renziano Baccei – prosegue Crocetta – ho tagliato gli sprechi della Sanità, la cosiddetta ‘manciugghia’. Sono stato l’unico a denunciare dirigenti coinvolti in fatti di corruzione, che si è costituito parte civile nei processo di mafia, cosa sconosciuta prima del mio arrivo”. E ancora: “Gli inceneritori, ad esempio, tanto cari ad alcuni ambienti, non solo di centrodestra, che ci vengono proposti continuamente. Ho revocato quaranta appalti a mafiosi in Sicilia, ho proposto una legge sui precari, ho salvato la Regione dal fallimento, ho fatto la legge sul voto di genere che ha permesso la rivoluzione dei consigli comunali in Sicilia con la presenza di donne e giovani, ho approvato una legge sulle coppie di fatto avanzatissima, ho reso possibile utilizzare i fondi europei”.

In questo clima il presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, ha convocato per martedi’ prossimo, dalle 13 alle 17, un vertice di maggioranza “riservato esclusivamente ai segretari e ai capigruppo dei movimenti di maggioranza”. All’ordine del giorno: “piano urgente delle riforme”; “piano di solidarieta’ sociale”; “coesione politica”.