Crollo del pilone sulla A19, esposto per interruzione di pubblico servizio

Parte  da Catania l’esposto Federconsumatori alla Procura della Repubblica sul crollo del pilone sulla A19  che ha tagliato in due la viabilità siciliana: nei giorni scorsi, l’associazione aveva annunciato l’azione legale, provincia per provincia, affinché l’autorità giudiziaria possa verificare l’ipotesi di interruzione di pubblico servizio e di disastro colposo.

 L’esposto punta sulla prevedibilità dell’evento in quanto “la frana che ha investito il viadotto il 10 Aprile scorso è in movimento dal lontano 2005 ed è stata monitorata dai tecnici della provincia di Palermo”.

Si legge ancora nell’esposto: “è d’obbligo evidenziare il gravissimo danno arrecato da tale disastro all’economia regionale ed ai diritti dei consumatori per quanto concerne la mobilità nel territorio siciliano, atteso che l’autostrada Palermo-Catania è un’arteria vitale per l’isola e la sua interruzione ha provocato un’enorme dilatazione dei tempi di percorrenza, con evidenti disagi e con una ricaduta negativa sulla già stremata economia siciliana, soprattutto con l’approssimarsi della stagione estiva. A tale riguardo è da rilevare come la Federconsumatori si sia già costituita parte civile in vari procedimenti penali che hanno coinvolto la tutela dei diritti dei consumatori, in quanto è stata riconosciuta quale ente esponenziale di tali diritti”.

Ed  scontro tra Regione e governo per lo stato di emergenza. Roma vorrebbe circoscrivere il provvedimento alla riapertura della A19, la Sicilia spinge invece per includere anche i soldi che servono per il ripristino dell’altra viabilità danneggiata.

In Sicilia da febbraio ad aprile ci sono state 6mila frane. 421 eventi che hanno interrotto strade, allagato uffici, reso inagibili palestre e stadi. In undici casi si tratta di arterie gestite dall’Anas. Per le emergenze sono già stati spesi più di 145 milioni, tra operazioni di soccorso e interventi urgenti. In totale i danni sono di 345 milioni, 236 le strade danneggiate. La delibera del consiglio dei ministri era annunciata per ieri dal ministro all’Interno, Angelino Alfano e dall’assessore regionale alle Infrastrutture,Giovanni Pizzo slitta. L’attesa irrita ancora di più i paesi isolati dalla chiusura del ponte Himera. “Pretendiamo che le misure straordinarie siano applicate a tutta la Sicilia. Non possiamo pensare a una soluzione soltanto per il viadotto, tralasciando la situazione d’emergenza della parte restante della regione”, dice l’assessore al Territorio, Maurizio Croce.

CROCETTA.  “Nel corso del colloquio avuto, a conclusione della conferenza di servizi tra la Protezione civile regionale e nazionale, con il direttore nazionale Curcio e con il direttore regionale Foti, è emersa con chiarezza l’attenzione che si sta dando alla questione dell’emergenza del ponte Himera sull’autostrada A19 e ad alcune frane che minacciano altre arterie e alcuni centri abitati”. Lo ha detto il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta. “E’ in corso l’istruttoria tecnica da parte della Protezione civile nazionale in collaborazione con quella regionale, che verrà conclusa a breve e, immediatamente dopo, potrà essere dichiarato da parte del Consiglio dei Ministri lo stato di emergenza. Si deduce con molta chiarezza che non ci poteva essere alcun provvedimento incardinato nella seduta del Consiglio dei Ministri, per il semplice motivo – ha concluso il presidente – che l’istruttoria tecnica deve essere completata”.