Cuffaro: "Per cinque anni in carcere ho parlato con il mio water. Voterei per Renzi"

Non passa giorno, ormai, da una settimana a questa parte, che non ci sia sui giornali un’intervista a Totò Cuffaro. L’ex presidente della Regione Siciliana è uscito domenica dal carcere dopo aver scontato una pena di quasi cinque anni per favoreggiamento aggravato alla mafia, primo e fino ad ora unico politico. L’intervista di oggi è sul Fatto Quotidiano, dove Cuffaro si confida a Claudio Sabelli Fioretti, che con questa intervista comincia la sua collaborazione con il giornale diretto da Marco Travaglio (verso il quale tra l’altro Cuffaro esprime parole di stima). “Per cinque anni ho parlato con il mio water” dice Cuffaro al giornalista. E ancora: “Questo Pd ricorda la mia Dc. Voterei per Renzi“. Cuffaro racconta anche alcuni retroscena: “Per farmi arrestare, dopo la condanna, ho dovuto aspettare nove ore, perchè l’ordine di carcerazione non c’era ancora, ma io volevo comunque entrare in galera. Il carabiniere mi disse: non posso arrestarla, se no è sequestro di persona”. Cuffaro è accusato di aver passato notizie su indagini alla mafia: “Ma non l’ho fatto volutamente” si difende. Ricorda anche l’episodio dei cannoli con i quali “festeggiò” la mite condanna in primo grado: “Non li stavo offrendo, li stavo portando via perchè non c’era nulla da festeggiare”. E poi racconta la sua esperienza in carcere, “luogo di sofferenza e morte”.

Cuffaro incontra dietro le sbarre persone condannate non solo a scontare la pena comminata dai tribunali, ma anche il supplemento di pena rappresentato da condizioni di vita indecenti, lesive della dignità della persona. «Il carcere dovrebbe essere un luogo di rieducazione. Invece è un luogo di sofferenza e di morte. Io sono stato condannato ingiustamente ma credo nelle istituzioni. La giustizia si rispetta sempre. Ha ragione Socrate». Cuffaro spazia, dal racconto del giorno in cui si consegnò alla caserma di carabinieri di Piazza Farnese a Roma a quello del suo quotidiano in cella, passando per il momento attuale della politica italiana.

Partiamo dalla sua condanna

Ha passato delle notizie alla mafia…

Ma non l’ho fatto “volutamente”. La condanna della sentenza di primo grado era giusta. Ho fatto l’errore ma nella mia testa non c’era la volontà di favorire la mafia. Volevo solo proteggere me stesso e il vicesindaco di Palermo Miceli.

E da quello scatto con un vassoio di cannoli siciliani in mano per festeggiare

È un falso. Era una conferenza stampa. C’erano testimoni, anche suoi colleghi […]. È la potenza devastante della foto. Ma la foto è statica. Io stavo portando via i cannoli che altri avevano portato lì.

Poi l’esperienza della galera

Non è vero che in Italia non esiste la pena di morte. 150 suicidi, nelle carceri, quasi tutti ergastolani. Io di suicidi ne ho visti cinque.

E ancora

Ho ancora il tanfo del carcere addosso. I primi due giorni mi sono fatto 14 docce. Niente. Il tanfo rimane. Ormai ce l’ho dentro.

Avevate un bagno, in cella?

Un bagno-cucina. Un locale largo un metro in fondo al quale c’era la turca. Io con la turca ci ho parlato per cinque anni. […] La turca mi spiegava che, anche se non sembrava, era un cesso

Infine il punto sulla politica. Cuffaro con la condanna ha perso i diritti politici, non può votare eppure sembra avere le idee piuttosto chiare

Voterei là dove si trovasse Casini. O Alfano. Ma sono tutti schiacciati su Renzi. Allora tanto vale votare per l’originale e non per la copia.

Voteresti l’originale?

Io non voterei mai la sinistra. Ma dire che Matteo Renzi è di sinistra mi pare un po’ esagerato. Io cercherei un partito moderato e quindi guarderei al Pd di Renzi dove c’è un bel po’ di democristianitudine