Diffamazione, rinviati a giudizio i vertici dell'emittente di Trapani Telesud

L’editore e due giornalisti dell’emittente televisiva Telesud di Trapani sono stati rinviati a giudizio dal gip Caterina Brignone con l’accusa di avere diffamato un altro cronista. Tra maggio e luglio 2015 Luigi Todaro, il direttore della tv Rocco Giacomazzi e l’editore Massimo Marino avevano diffuso la notizia che il giornalista Rino Giacalone era indagato per millantato credito e tentata estorsione ai danni dell’imprenditore Davide Durante ex presidente della Confindustria di Trapani. L’indagine su Giacalone non era stata mai avviata. Già da subito Giacalone aveva replicato all’emittente: “E’ stata data una notizia non vera, pubblicamente, esplicitamente e soprattutto in maniera gratuita, si è infangata la mia reputazione in nome di un supposto dovere giornalistico”. Da qui poi la denuncia e adesso il rinvio a giudizio.

Il processo contro i due giornalisti e l’editore di Telesud comincerà il 2 maggio 2017 davanti al giudice Franco Messina del tribunale di Trapani.

Questa la nota del presidente di Telesud, Massimo Marino:

Un rinvio a giudizio che ci aspettavamo. E che per certi aspetti reputiamo doveroso, convinti che la sede dibattimentale sia quella più appropriata per approfondire il “tam tam” di quei giorni dove si dava conto, da più parti, della presunta iscrizione nel registro degli indagati di “un noto giornalista antimafia”. Ci permettiamo però di sottolineare che il lancio ANSA in merito all’inizio del processo il prossimo 2 maggio a carico del sottoscritto, del direttore responsabile di Telesud Rocco Giacomazzi e del cronista Luigi Todaro, sia quanto meno improvvido nelle sue conclusioni; ci riferiamo al “passaggio” in cui scrive che “l’indagine su Giacalone non era stata mai avviata. Da qui il rinvio a giudizio.” Una affermazione di cui l’Agenzia di stampa non può avere alcuna certezza visto che la stessa sarebbe potuta essere secretata o comunque non comunicata – per legge – al Giacalone. Ad ogni modo, siamo certi che la nostra difesa, affidata agli avvocati Ferruccio e Michelangelo Marino, dimostrerà in punta di diritto e nel merito l’assoluta correttezza del nostro operato. Dello scrupolo del giornalista estensore dell’articolo, del “controllo” effettuato dal direttore responsabile e della libertà di cronaca lasciata ad entrambi dall’editore.