Diktat Grillo spacca M5s a Palermo. Guerra tra correnti, dissidi e gelosie

PALERMO. Addio pace. Anche in Sicilia nel movimento 5stelle stanno prendendo piede dissidi, scontri, gelosie, invidie e correnti. Se finora i problemi maggiori erano emersi in realtà locali, come Bagheria o qualche comune del catanese e del ragusano, ora la faccenda si fa più seria. Non è più una questione di meetup contro meetup per chi è più pentastellato dell’altro, bensì di strategia, di imposizioni piovute dall’alto che non piacciono ai gruppi di “dirigenti” e attivisti della prima ora che lavorano da anni sul territorio.

Doveva essere quasi una passeggiata la selezione dei candidati per le elezioni amministrative di Palermo, in programma la prossima primavera. Invece proprio il voto è diventato un terreno minato per il movimento che nell’isola è il primo partito in termini percentuali e amministra comuni come Ragusa, Alcamo, Favara, Porto Empedocle, Bagheria, Vittoria. E con l’ambizione di vincere le regionali del 2017.

A rompere gli equilibri è stato il diktat di Beppe Grillo piombato a fine luglio sulla testa del meetup: i candidati saranno scelti con le ‘comunarie’. Sarà il web, attraverso il voto on line, a scegliere le 40 persone da mettere in lista per i posti di consigliere comunale. E sarà sempre il web a stabilire chi tra i 5 che avranno ricevuto più voti sarà il candidato a sindaco. Quest’ultimo passaggio sarà celebrato in pompa magna alla convention nazionale del M5s in programma il 24 e 25 settembre proprio a Palermo, alla presenza di Beppe Grillo, di Davide Casaleggio e dei parlamentari del movimento.

Certo è che l’imposizione di Grillo ha scompaginato un movimento che a Palermo non aveva mostrato particolari crepe. Il meetup con in testa i deputati regionali palermitani stava già lavorando al programma e si apprestava a farlo anche sulle liste quando è arrivato l’altolà da Roma che ha bloccato le procedure, che erano state impostate sul ‘modello Torino’. In realtà, in Sicilia mai, fino ad ora, era stato adottato il sistema delle ‘comunarie’, il M5s aveva costruito sempre le proprie liste senza passare dal web. Scelta, che stando ai risultati ottenuti, è risultata vincente. Ma ora è un’altra storia. Come riferiscono diverse fonti a ‘Il Mattino di Sicilia’, la bagarre è esplosa in una riunione che si è tenuta il primo luglio:  un gruppetto, con in testa il parlamentare nazionale Riccardo Nuti sostenitore delle ‘comunarie’, ha tentato la prova di forza chiedendo al meetup di votare sulla modalità di selezione dei candidati. E ha vinto la linea maggioritaria: avanti con la composizione delle liste senza passare dal voto on line. Caso chiuso? Macché. Il gruppo di Nuti ha messo in guardia i capi, durante due riunioni a Milano e a Roma, dal rischio che la selezione avrebbe potuto portare nella lista personaggi poco raccomandabili. A chiudere la partita ci ha pensato così Grillo che in un post, in piena estate, ha imposto le ‘comunarie’ sposando la ‘linea Nuti’, sollevando malumori in gran parte del meetup, che ha visto mandare alle ortiche il lavoro compiuto e la democrazia interna.

A potersi candidare è stato solo chi si era iscritto al portale del M5s a giugno di quest’anno. Tanti gli attivisti del movimento, che di regola partecipano ai tavoli anche da alcuni anni, rimasti fuori perché non iscritti al portale. Al contrario, come riferiscono alcuni grillini, tra i candidati c’è gente che pur essendo iscritta al portale non ha mai partecipato ai tavoli tematici del movimenti ne mai fatto attività sul campo. Alla fine i candidati sono stati 122. C’è un po’ di tutto dentro, una sorta di marmellata. C’è Igor Gelarda, segretario del Consap, sindacato di polizia di destra, che negli ultimi tempi è apparso a fianco del vice presidente della Camera Luigi Di Maio. Gelarda è molto attivo sui social network, spesso critico con le politiche di accoglienza dei migranti, ma certamente, come sottolineano fonti del movimento, non è un grillino della prima ora. C’è Riccardo Ricciardi, marito di Loredana Lupo, deputata nazionale, c’è Mauro Giulivi, fidanzato di un’altra parlamentare, Chiara Di Benedetto. Nell’elenco dei 122 ci sono anche Ugo Forello, che ha lasciato per questo motivo Addiopizzo, movimento che aveva contribuito a fondare, e Daniela Tomasino, storica attivista del movimento Lgtb. Tanti i nomi sconosciuti, molti dei quali da anni sono attivisti del movimento come Adriano Varrica, Tiziana Di Pasquale, Giulia Argiroffi, Daniela Maniscalco. In queste ore la lista dei 122 è nelle mani di un gruppo ristretto che sta valutando i requisiti per le candidature. A capo della squadra c’è Riccardo Nuti. Sarà lui, nel bene e nel male, l’artefice del destino del M5s a Palermo. Un banco di prova per la sfida più importante, l’assalto alla Regione per il post-Crocetta. Grillo ha già lanciato Giancarlo Cancelleri, candidato dal movimento alle ultime regionali, giunto terzo, alle spalle di Rosario Crocetta e Nello Musumeci. In questo caso non si parla di ‘regionarie’. Decide Grillo, non il web.