E alla fine “Sottosopra”; ci finisce l’area di Civati del Pd in Sicilia

La “Faraona” della sinistra siciliana, o di quello che ne rimane, ha partorito uova indigeste. E, come nella migliore tradizione proprio della sinistra, ovviamente, si tratta di indigestione a sinistra, dato che, alla fine della due giorni di laboratorio politico organizzato da quelli di Sel e soci, dal nome “Sottosopra”, a finire sottosopra sono proprio loro, i civatiani del Pd. Guest star di questa due giorni palermitana doveva essere infatti Pippo Civati, il deputato del Pd che guida l’opposizione interna a Renzi e che da più di un anno è dato per fuoriuscito dal Pd un giorno si e un giorno no. E tutti si aspettavano da Civati il grande passo, soprattutto dopo che in Sicilia, con l’acquisto in toto di tutto il gruppo di Articolo 4, il Pd non ha più nulla di quel po’ di sinistra che ancora ci poteva essere. E invece Civati che fa? Dice che il Pd sbaglia, che Renzi non gli piace, che non è giusto imbarcare tutti. Ma lui resta. Proprio così: “Faccio opposizione da dentro, non me ne vado con infamia”. E i 500 tesserati del Pd, di Area Civati, che già avevano restituito la tessera dopo l’ingresso di Articolo 4 restano di sasso. Morale: i coordinatori regionali dell’area civati in Sicilia, Pier David e Antonella Monastra abbandonano il loro referente: “Da oggi siamo ex civatiani”. Insomma,  la seconda giornata di lavori di «#SottoSopra – la Sicilia di domani», promosso da Sel, Prc e vari movimenti per costruire una nuova sinistra, alternativa al presidente della Regione, Rosario Crocetta, per intanto ha distrutto quel po’ di sinistra che ancora restava nel Pd, con il divorzio tra Civati ed i suoi sostenitori siculi.
Civati nel corso del intervento ha puntato l’indice contro il Pd siciliano: «Segnalo che i partito sta operando in modo trasformistico e ha accolto a braccia aperte soggetti che facevano parte di un passato che noi abbiamo sempre contrastato, altro che rottamazione. In questo modo si è perso di vista un elettorato molto più giovane e più fresco, di sinistra». Il riferimento è all’adesione di Articolo 4 che il Pd ha accolto in blocco.
Ma per Erasmo Palazzotto, deputato nazionale di Sel, costruire una sinistra alternativa al Pd si può, anzi si deve: «Vogliamo candidarci per dare una guida credibile alla Regione e “SottoSopra”, è un punto di partenza non di arrivo».
Tra gli interventi più significativi, quello del sindaco di Palermo e presidente dell’Anci-Sicilia, Leoluca Orlando, «Del Pd non m’importa nulla. Sono qui per rappresentare 390 sindaci che vivono una sofferenza istituzionale per colpa dei tagli continui del governo nazionale e non sono in condizione di erogare servizi si cittadini». E rivolto al presidente della Regione, ha aggiunto: «Il governo Crocetta sembra affetto da una malattia: la commissariomania, cioè la smania di commissariare tutto. Questa corsa verso il commissariamento è una forma di sudditanza nei confronti dell’apparato di Confindustria che innaturalmente da otto anni sta al governo della Regione con Lombardo e Crocetta». Ed ha continuato: «Crocetta è vittima di sé stesso, commissaria tutto, seguendo le indicazioni di Confindustria interessata a fare affari in nome dell’antimafia. Ma se la rappresentazione dell’antimafia si chiama Lumia, dico: no grazie».