E-commerce: le difficoltà italiane in un settore che si sta espandendo

L’e-commerce, negli ultimi anni, ha avuto un vero e proprio boom a livello europeo. In dieci anni la percentuale di cittadini che acquista online è infatti quasi raddoppiata, passando dal 29,7% nel 2007 al 55% nel 2017.
Da questo punto di vista, l’Italia è ancora indietro.
Attualmente, secondo il “quadro di valutazione delle condizioni dei consumatori”, stilata dalla Commissione UE, solo il 29% degli italiani effettua compere in rete. Questa percentuale colloca il nostro Paese al ventiseiesimo posto su scala europea, prima soltanto di Bulgaria e Romania. Il giro d’affari italiano è di 21 miliardi di euro, pari ad appena il 3,6% di tutta Europa.
Si tratta di un primato negativo che sottolinea la nostra arretratezza in un settore che, nel giro di qualche anno, rischia di diventare il sistema più redditizio per concludere affari.
Lo scarso sviluppo dell’e-commerce da noi è dovuto per lo più alla sfiducia che, commercianti e consumatori hanno per gli acquisti online.

E-commerce: la situazione italiana

Il rapporto tra l’Italia è l’e-commerce è conflittuale. Secondo gli ultimi dati Istat, nel 2016, il numero di persone che hanno acquistato su Internet, è aumentato, seppur di poco, passando dal 48.7% al 50.5%.
Come si può notare si tratta di cifre in contrasto con quanto emerso dall’inchiesta UE.
Sempre secondo l’Istat, nell’ultimo trimestre del 2016 il 28,7% degli individui ha ordinato o comprato beni o servizi. Si tratta per lo più di maschi (54.4%) con un’età compresa tra i 20 e i 34 anni (60%).  Questa ricerca, fa dunque cadere una leggenda metropolitana, ovvero quella che vedrebbe le donne più attive sulla rete per quel che riguarda lo shopping.
C’è, però, un’altra chiave di lettura che avvicina l’inchiesta Istat a quella della Ue e riguarda la periodicità d’acquisto.  Dei 28.7% individui che hanno effettuato acquisti in rete negli ultimi tre mesi del 2016, il 13,3% ha effettuato da uno a due ordini, il 9.2% da tre a cinque, il 3.6% da sei a 10 e l’1.7% più di dieci.
Questo significa che l’e-commerce viene visto ancora come un’attività di nicchia, un mezzo a cui ricorrere, quando si vuole bypassare i canali principali.
Questa idea del commercio di rete è resa ancora più esplicita dal tipo di prodotti che vengono acquistati.
La parte del leone viene fatta da servizi bancari (41.3%), viaggi e trasporti (40.9%) e abiti e articoli sportivi (40.2%).
Il ricorso al web per vendere merci o servizi viene, invece, praticato dal 9,3% degli utenti, con una riduzione di 4 punti percentuali tra il 2015 ed il 2016.
Non sono, solo i consumatori ad andarci con i piedi di piombo quando si tratta di Internet, ma anche gli stessi imprenditori.
Da noi, appena il 10% delle imprese vende online e di queste, solo il 7.6% sostiene di aver ottenuto guadagni in rete pari o superiori all’1% del proprio fatturato complessivo.
Come abbiamo già sottolineato, tra i motivi di questa idiosincrasia viene dalla sfiducia nella rete, ma non è l’unico motivo.
Molte aziende denunciano di aver incontrato alcune limitazioni alle vendite, dovute per lo più  ai costi connessi all’avvio dell’e-commerce, ritenuti di molto superiori ai benefici attesi.
Tra le altre cause, vi sono anche le difficoltà legate alla gestione logistica (ovvero, trasporto e consegna dei prodotti) e ai pagamenti online.

Il dato su pneumatici e ricambi auto

Uno dei settori che va più forte nell’e-commerce, è quello dei ricambi auto e dei pneumatici. Attualmente, più di 14 milioni di italiani compra autoricambi online. C’è chi acquista su shop-ricambiauto.it oppure su siti ancora più specializzati come oliomotorediretto.it.
Ma a cosa è dovuto questo boom? Principalmente al fatto che, questo tipo di industria sfrutta appieno le potenzialità della rete: prezzi più bassi e ampia scelta. Qui ci si rivolge soprattutto a due tipi di target: da un lato gli appassionati, dall’altro gli automobilisti che cercano di risparmiare. Va detto che, il volume d’affari risente molto anche della stagionalità. In questo periodo, ad esempio, vanno forte la vendita di gomme termiche e catene.
Più in generale, però, la gente acquista online fanali, batterie, filtri e cinghie.
A trainare il settore è anche la facilità d’acquisto e, soprattutto, la sua sicurezza. Tutti i prodotti, infatti, sono accompagnati da un certificato di garanzia di almeno due anni e dal pagamento alla consegna. Quest’ultima, inoltre, avviene generalmente nel giro di 48 ore su territorio nazionale. Infine, quasi tutti i negozi virtuali hanno installato un centralino dedicato, che aiuta il cliente a risolvere i problemi che incontra.

Il boom delle vendite online in questo comparto dimostra che si possono fare affari anche in rete. La verità è che internet non è un nemico da evitare, ma un aiuto in più da sfruttare. Basta solo capire come farlo.