Edilizia, professionisti e costruttori in campo per promuovere legalità e qualità

CATANIA – Costruire bene per vivere meglio. Il rispetto delle regole, normative e deontologiche, è unanimemente riconosciuto come l’antidoto al “virus” dell’illegalità, della scarsa sicurezza e qualità delle costruzioni. Istituzioni, imprese, associazioni di categoria e professionisti questa mattina riuniti per supportare e divulgare un messaggio univoco: promuovere la cultura della qualità e legalità nelle costruzioni, settore chiave per il mercato e la società.
«Meno burocrazia e più tempo da dedicare alla presenza in cantiere e al rapporto con le maestranze, miglior modo per riacquistare la piena conoscenza dei materiali utilizzati nel processo edilizio». Queste le direzioni indicate dal presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Catania Carmelo Maria Grasso, in apertura del convegno dedicato all’Osservatorio sul calcestruzzo e sul calcestruzzo armato che ha visto la partecipazione dei massimi vertici nazionali del settore. «Puntare sull’etica e sul rispetto di un codice deontologico – ha continuato Grasso – è un caposaldo nell’esercizio della nostra professione, dal momento dell’incarico a quello finale della consegna. L’impegno condiviso con l’Ance è stato più volte manifestato con azioni concrete e mirate alle Istituzioni, come nel caso della nostra proposta di nuovo regolamento edilizio, che se approvato, costituirebbe uno strumento prezioso per la semplificazione e lo snellimento procedurale, incentivando l’adeguamento e la messa in sicurezza del patrimonio edilizio della città».
L’incontro è stato organizzato dall’Ordine in sinergia con Ance Catania e Aicq (Associazione italiana cultura qualità – Settore costruzioni civili), rappresentate rispettivamente dal presidente Nicola Colombrita e dal presidente settore Costruzioni Nino Santonocito, che è stato l’ideatore del convegno. Colombrita ha sottolineato «l’importanza del controllo e della vigilanza delle attività in cantiere nonché il vantaggio derivante dall’intesa tra costruttori e professionisti a garanzia di un prodotto finito valido e sicuro»; Santonocito ha ribadito come «la cultura della qualità nell’ambito delle costruzioni rappresenti la condizione necessaria per raggiungere alti standard che siano competitivi per il mercato e garanzia di sicurezza per i cittadini, visto che facciamo riferimento a edifici come scuole, ospedali, ferrovie, ponti».
Cultura della legalità ed etica della professione sono, dunque, i capisaldi delle attività svolte dall’Osservatorio, istituito dal Consiglio superiore dei Lavori Pubblici, rappresentato oggi dal presidente Massimo Sessa: «Abbiamo scelto Catania per affrontare una tematica attuale e quanto mai centrale per l’intera filiera qui riunita – ha affermato Sessa – pubblico e privato, committenza e professionisti, si confrontano su un modo rinnovato di costruire, tenendo bene a mente valori imprescindibili come la qualità dei materiali utilizzati, l’efficienza energetica, la valutazione del rischio sismico, a vantaggio non solo del mercato e dell’economia ma soprattutto della società».
La categoria degli Ingegneri era oggi rappresentata dal presidente del Consiglio nazionale Armando Zambrano: «Occasioni come queste – ha sottolineato Zambrano – ci invitano a riflettere su quanto sia prezioso il nostro contributo, l’Italia deve affidarsi ai professionisti per superare la crisi, perché loro sono paladini della legalità e meglio di chiunque altro conoscono le procedure, si aggiornano costantemente e sono in grado di svolgere una preziosa funzione sussidiaria tra Stato e cittadini».
Un focus sulla legalità non poteva non coinvolgere gli organi giudiziari preposti: a portare i loro saluti sono stati infatti il viceprefetto vicario Anna Maria Polimeni e il procuratore della Repubblica di Catania Giovanni Salvi, che hanno entrambi posto l’accento «su quanto sia strategicamente importante, soprattutto in un territorio come quello etneo, il rispetto delle regole, l’etica professionale, la tutela dell’interesse collettivo, ai fini della prevenzione di reato». Erano presenti, tra gli altri, anche Francesco Karrer (già presidente del Consiglio superiore LL. PP.) e Santo Paternò, presidente Aicq Sicilia.