Enel proverà in Sicilia le batterie Abb per l’energia rinnovabile

PALERMO – Un sistema sperimentale per immagazzinare l’energia proveniente dalle fonti rinnovabili e migliorare così la stabilità della rete elettrica: ecco la tecnologia che Abb fornirà a Enel Distribuzione in Sicilia. Quest’ultima è una regione particolarmente critica per lo sviluppo delle fonti pulite non programmabili (eolico e fotovoltaico). Con tanto di polemiche sulla realizzazione del nuovo elettrodotto Sorgente-Rizziconi, che dovrebbe collegare l’isola alla Calabria, mentre la Giunta Crocetta vorrebbe modificarne in parte il percorso. Elettrodotto ritenuto essenziale anche dall’Antitrust per eliminare il collo di bottiglia siciliano: la rete esistente non riesce più ad assorbire tutta l’energia disponibile, notevolmente aumentata proprio con l’apporto dei pannelli solari e delle turbine eoliche. Così il prezzo medio dell’elettricità in Sicilia resta più elevato rispetto alle altre zone della Penisola, mentre sprechi e perdite di rete sono all’ordine del giorno.

L’altra soluzione per alleviare le congestioni e snellire i flussi dell’energia, è installare sistemi di stoccaggio, come quelli che la multinazionale dell’automazione destinerà alla cabina primaria di distribuzione in località Dirillo (Ragusa). Con una capacità massima pari a due MW, sarà in grado di erogare energia supplementare per circa mezz’ora. In totale saranno tre container assemblati in fabbrica, di cui un paio ospiteranno le batterie al litio, mentre il terzo alloggerà i dispositivi per convertire la corrente alternata in continua e viceversa, oltre a quelli per gestire da remoto il funzionamento dell’intero sistema. Sarà quindi un laboratorio per verificare il rendimento di questa tecnologia, soprattutto per quanto riguarda la stabilità della rete e la sua reattività (adeguare in tempo reale l’offerta di elettricità secondo i picchi di domanda). Come evidenzia un comunicato di Abb, l’azienda ha installato applicazioni simili in altre parti del mondo, per esempio in Alaska e Svizzera. In tutti i casi, si tratta sempre d’immagazzinare l’output elettrico intermittente (prodotto da fonti rinnovabili) in batterie, per poi erogare energia quando la domanda aumenta, riuscendo così a livellare le fluttuazioni sui carichi di rete. La soluzione studiata per la Golden Valley Electric Association in Alaska consente di sostenere un picco aggiuntivo di energia di 27 MW per 15 minuti con batterie al nickel-cadmio; quella fornita all’utility svizzera Ekz, invece, può reggere sempre per un quarto d’ora di richiesta supplementare di un MW.