Eolico, Fontana (Legambiente): “Che fine ha fatto il piano su cui si stava lavorando?”

«La polemica sull’eolico che da qualche settimana è scoppiata all’interno del governo e della maggioranza che lo sostiene ci appare francamente incomprensibile. Le argomentazioni utilizzate sembrano prescindere da un approfondimento reale
delle questioni fondamentali, ossia la rivoluzione energetica in corso e la tutela del paesaggio, per attestarsi su posizioni pregiudiziali, quasi ideologiche. Questo approccio, che abbiamo già conosciuto negli anni del governo Lombardo, non è meno dannoso della totale assenza di regole di cuffariana memoria. La Sicilia è passata da un eccesso all’altro senza riuscire a dotarsi di una seria politica energetica, tanto che ci sarebbe da chiedersi se ci sia mai stata una reale volontà in tal senso». Lo sostiene Mimmo Fontana presidente regionale di Legambiente Sicilia, in una lettera aperta inviata al presidente della Regione e agli assessori all’Energia, all’Ambiente e ai Beni culturali.
«Il furore ideologico che durante il governo Lombardo ha descritto l’eolico come la causa di ogni male, non è nemmeno servito a tenere lontano dalle rinnovabili gli interessi mafiosi – scrive Fontana -. Il blocco imposto alle autorizzazioni non ha ridotto il peso della criminalità, al contrario ha moltiplicato (forse non casualmente) quello dell’intermediazione parassitaria». E per quanto riguarda la tutela del paesaggio rilancia: in questo caso «le contraddizioni sembrano addirittura maggiori. Negli ultimi tre anni – dice Fontana – i governi regionali non sono riusciti ad approvare i piani paesaggistici, da tempo adottati, a causa delle fortissime pressioni che arrivano dal territorio. Molti sindaci si sono schierati apertamente a difesa degli interessi delle speculazioni edilizie che verrebbero bloccate dall’approvazione dei piani: piani costruttivi in zona agricola, porti turistici, centinaia di falsi stabilimenti balneari sulle spiagge demaniali, lottizzazioni lungo le coste o in paesaggi straordinari come quelli della campagna iblea. Proprio quest’ultimo è forse l’esempio più significativo. Un paesaggio che merita la massima tutela come l’altopiano ibleo, va difeso tanto dalla realizzazione d’impianti, eolici quanto dalla speculazione edilizia».
E tornando sul tema dell’eolico Fontana dice: «Le contraddizioni non finiscono qui. Dal 2011 la Regione Siciliana ha l’obbligo di dotarsi di un piano che indichi le aree non idonee alla realizzazione d’impianti per la produzione di energia rinnovabile. Da oltre un anno – continua il presidente di Legambiente Sicilia – esiste una bozza redatta da una commissione ad hoc formata dai dirigenti generali dei tre assessorati competenti (BB.CC., ARTA ed Energia) che nessuno ha mai visto. Perché il governo e l’attuale maggioranza, che si dichiarano preoccupati dagli effetti indotti dalla possibile costruzione di nuovi impianti eolici, non hanno provveduto a discutere e approvare quel piano in quasi un anno d’attività?»