Evasori eccellenti di Sicilia, ecco i nomi. Politici, imprenditori e…altri 800

Spuntano i primi nomi nella lista degli evasori eccellenti di Sicilia. Si tratta di persone che, incrociando i database dell’anagrafe tributaria, dell’Agenzia delle Entrate, di Equitalia, e di Riscossione Sicilia, devono alla Regione Siciliana per tasse non pagate negli anni più di un miliardo di euro. Proprio con Equitalia c’era una convenzione firmata cinque anni fa, ma mai attivata…

Comunque, il dossier con i nomi degli 800 siciliani che evaderebbero tributi per circa un miliardo di euro è già arrivato alla Procura di Palermo: Rosario Crocetta, presidente della Regione Siciliana, e Fiumefreddo, di Riscossione Sicilia,  hanno consegnato gli elaborati. Circolano nomi eccellenti. Tra questi gli ex deputati regionali Maira (5.000.000 di debito) e Acierno (1.525.000), notai come l’agrigentino Pusateri (3.200.000), avvocati come il siracusano Puzzo (937.000), la gioielleria catanese La Morella e un emigrato in Venezuela con precedenti penali, il messinese Battaglia, che ha il record: 12 milioni. Questo un primo elenco di nomi, con le cifre virtualmente dovute:

CALOGERO FERRO (sede di AG) con precedenti penali: 630.000 EURO
ANTONINO PUSATERI (AG) notaio 3.200.000
RUDI MAIRA (CL) avvocato, ex-deputato regionale 5.000.000
VINCENZO CIANCICO (CT) notaio
GIOIELLERIA LA MORELLA (CT)
CASA DI CURA MUSUMECI (CT)
FILIPPO BATTAGLIA (ME) con precedenti penali, emigrato in Venezuela 12.000.000
GIANNI LAPIS (PA) ex tributarista 700.000 EURO
GRUPPO PARLAMENTARE SOCIALISTA PSS (PA) 2.338.000 EURO
ALBERTO ACIERNO (PA) Fondazione Federico II, ex-deputato regionale 1.525.000 DI EURO
TRIONFANTE ANTICHITÀ (PA) Negozio mobili antichi 3.943.854
GIUSEPPE SCADUTO (PA) con carichi penali 1.124.210
SERGIO MARCIANO (SR) notaio 724.474
LUCIANO PUZZO (SR) avvocato 937.468
GUGLIELMO DRAGO (SR) commercialista 1.054.481
ALESSIO ATTANASIO (SR) detenuto a Viterbo? 912.401

Crocetta dichiara che “al di là del lavoro che sarà svolto dalla magistratura, ci impegneremo per dare attuazione immediata ai pignoramenti e al recupero forzoso delle somme”. Tra i nomi di spicco quelli dell’ex tributarista palermitano Gianni Lapis, coinvolto in diverse inchieste giudiziarie, che avrebbe evaso 700 mila euro, e quello dell’ex deputato regionale dell’Udc, Rudi Maira, avvocato, che avrebbe evaso circa 5 milioni di euro. Il notaio agrigentino Antonino Pusateri  sarebbe debitore nei confronti del Fisco per circa 3 milioni e 200 mila euro. Un altro notaio, il siracusano Sergio Marciano, avrebbe evaso circa 742 mila euro. Sempre a Siracusa, l’avvocato Luciano Puzzo avrebbe evaso circa 937 mila euro, mentre il commercialista Guglielmo Drago dovrebbe versare all’erario oltre un milione di euro.
Il commerciante agrigentino di olio d’oliva, Calogero Ferro, avrebbe evaso 630 mila euro; una delle società Trionfante Antichità di Palermo quasi 4 milioni di euro; l’ex parlamentare ed ex presidente della Fondazione Federico II, Alberto Acierno, dovrebbe allo Stato 1 milione e 525 mila euro. Sempre a Palermo, Giuseppe Scaduto avrebbe evaso 1 milioniee 124 euro. Il  messinese Filippo Battaglia  avrebbe evaso 12 milioni di euro. Il siracusano Alessio Attanasio, 912 mila euro. Tra i presunti evasori catanesi ci sarebbero la gioielleria La Morella, la casa di cura Musumeci e il notaio Vincenzo Ciancico.

L’unica replica che arriva per ora è da Rudi Maira, secondo cui, gli importi indicati nella cartella esattoriale nella gran parte sarebbero
irregolarità formali.

Per Crocetta “basterebbe recuperare questo miliardo per innalzare il Pil della Sicilia dell’1,5% e garantire il reddito di cittadinanza”. “C’e’ chi dichiara e poi evade e non paga, perché é sicuro che la Riscossione non lo raggiungerà mai oppure che non dichiara del tutto ed evade come accade nel resto del Paese” continua il presidente di Riscossione Sicilia. Nel dossier sono presenti poi diversi casi di nullatenenti, passati in pochi mesi da una situazione vicina alla povertà a essere titolari di beni che valgono fino ai 60 milioni di euro. “Questo significa che dietro c’è un’attività di riciclaggio: non certo roba da poveracci, soprattutto in Sicilia”.