Ex Fiat di Termini Imerese, operai prplessi su proposta Grifa

Gli operai della Fiat e dell’indotto sono tornati a riunirsi in assemblea davanti ai cancelli della fabbrica a Termini Imerese, per discutere della proposta di Grifa, la società disposta a costruire auto ibride nell’ex stabilimento del Lingotto, illustrata ai sindacati ieri al ministero dello Sviluppo economico.

Il piano, che prevede investimenti per 350 milioni di euro e l’assunzione a regime e cioè entro il 2018 di 476 operai su 770 di Fiat e Magneti Marelli, attingendo dalle liste di mobilità, però non convince i sindacati. Per la Fiom non ci sono le condizioni per trattare se non si raggiunge un’intesa capace di garantire i livelli occupazionali delle 1.100 tute blu, che fino al 31 dicembre saranno in cig in deroga e per i quali lo spettro del licenziamento è dietro l’angolo (da metà ottobre Fiat potrebbe avviare le procedure di licenziamento). “Nei prossimi giorni ci sarà una riunione al ministero del Lavoro – dice il segretario regionale dei metalmeccanici della Cgil, Roberto Mastrosimone -. Chiederemo di valutare la possibilità di avviare i prepensionamenti per circa 300 operai su 770 di Fiat e Magneti Marelli con i requisiti, la continuità del rapporto di lavoro senza passare dai licenziamenti per quelli da inserire nel piano di Grifa e garanzie per l’indotto. Se queste tre condizioni non saranno rispettate, non ci sono i margini di trattativa”. Anche la Uilm è contraria alla mobilità. “È un’opzione che non dà certezze agli operai – dice il segretario provinciale della Uilm di Palermo Vincenzo Comella – Non ci sono i presupposti per arrivare a un accordo, con la discontinuità contrattuale tra Fiat e Grifa. Licenziare gli operai per poi riassumerli attingendo dalle liste di mobilità tecnicamente non è una strada percorribile”. “Un mese e mezzo fa – prosegue Comella – il
premier a Termini imerese è venuto ad annunciare che ci sarebbero i cinesi della Brilliance disposti ad investire in Italia. Vorremmo capire se la proposta riguarda Termini Imerese, perché finora tutto tace e oltre agli annunci l’unica certezza è dal 14 ottobre potrebbero partire le lettere di licenziamento”.