Ex Fiat: quelle strane somiglianze tra Termini Imerese e il destino dell’Alfa di Arese

Dunque, ora si sa qualcosa in più sui progetti per il riavvio della produzione nello stabilimento ex-Fiat di Termini Imerese: la Grifa (azienda neocostituita che si offre di rilevare l’impianto con l’aiuto finanziario coi capitali brasiliani del Banco di Rio de Janeiro) intende puntare sulla piattaforma della penultima serie della Panda per ricavarne una versione ibrida e una elettrica. Detta così, sembra una prospettiva concreta. Ma realizzare un’automobile è cosa complessa, tanto più se ibrida o elettrica. Quindi non è per nulla detto che l’iniziativa della Grifa arrivi in porto e i soggetti pubblici coinvolti nella vicenda (ministero dello Sviluppo economico, Invitalia e Regione Siciliana) dovranno valutarne con molta attenzione la fattibilità prima di avallarla e incentivarla. Il rischio è quello di ripetere il fallimento del recupero produttivo dell’ex-Alfa Romeo di Arese, alle porte di Milano: 107 milioni di euro stanziati dallo Stato e mai spesi (40 finirono poi ai forestali della Calabria). Non è un caso se anche all’epoca si trattava di produrre auto “ecologiche” (si parlava di piattaforma Vamia, acronimo di “Veicoli a basso impatto ambientale”): il punto è che sia l’ibrido sia l’elettrico richiedono forti investimenti, ottima progettazione e capacità di procurarsi batterie sicure e ad alta efficienza, il che a sua volta implica la disponibilità di tecnologie e forniture di metalli rari e pregiati come il litio (presenti solo in poche parti del mondo). Senza contare che poi bisogna avere una struttura di marketing e comunicazione in grado di far “digerire” al pubblico automobili che magari adesso iniziano a diventare appetibili per le loro caratteristiche, ma restano poco attraenti per i prezzi elevati.

In una parola, bisogna essere grandi e forti per avere successo con ibride ed elettriche. Tanto che finora solo due grandi gruppi mondiali (Renault-Nissan e Toyota) vi si sono impegnati a fondo, peraltro con alterne fortune. L’unica eccezione al criterio dimensionale è la Tesla, che però produce vetture esclusive, destinate a chi fa del prezzo un elemento insignificante. E la Fiat, tranne una piccola esperienza con una versione di nicchia della 500 prodotta per gli Usa, nell’ultimo decennio si è tenuta lontana da ibride ed elettriche: troppi investimenti per un gruppo che ha mobilitato le sue limitate risorse nell’acquisizione della Chrysler, troppo incerti i ritorni. E dire che la stessa Fiat era stata pioniera del ritorno all’auto elettrica, con la Panda Elettra, versione della prima serie dell’utilitaria adattata in piccola serie poco più che artigianale.

In che modo la piccola e neonata Grifa può superare questi problemi. E quale accoglienza potrà avere sul mercato una Panda penultima serie (nata nel 2003) e adattata alla propulsione ibrida o elettrica? Solo il tempo potrà dare una risposta. Nel frattempo servirà cautela nel valutare i progetti.