Ex province in Sicilia al collasso. Il governo sblocca 100 milioni di euro

Ex province in Sicilia al collasso. Il governo sblocca 100 milioni di euro  dopo le proteste delle  organizzazioni sindacali di categoria e regionali. Sono stati approvati in Commissione Bilancio al Senato i provvedimenti per porre le basi sulla risoluzione dei problemi finanziari delle province siciliane per il 2015.
“Abbiamo ottenuto – spiega il sottosegretario Davide Faraone – che le previsioni del dl 78/2015, relative alle misure urgenti per gli enti locali, come emendato in fase di conversione, si applichino anche alle province delle regioni a statuto speciale. Questo vuol dire che le province siciliane potranno coprire il buco nel bilancio di oltre 100 milioni e pagare gli stipendi ai propri dipendenti, utilizzando l’avanzo di amministrazione degli anni precedenti. Avanzo finora bloccato e quindi non utilizzabile”.
“Inoltre – continua il sottosegretario – le province potranno redigere un bilancio di previsione annuale e non triennale e, cosa importante, la penale per lo sforamento dei vincoli del patto di stabilità – che deriverebbe dall’utilizzo dell’avanzo – viene ridotta dal 3 al 2%”.
Intanto arriveranno dallo Stato i 300 i milioni mancanti nel bilancio di previsione, che la Regione siciliana ha chiesto al governo nazionale, e che dopo un’operazione di riaccertamento dei residui sono passati a 500 milioni.

I 500 milioni – previsti nel dl n. 78 in esame al Senato, relativo alle misure urgenti per gli enti locali – arriveranno grazie agli emendamenti approvati in Commissione. La somma si sbloccherà una volta che il dl sarà convertito in legge. Sono previsti 200 milioni come riconoscimento delle mancate entrate Irpef, riscosse dallo Stato anziché dalla Regione; 100 milioni collegati all’attuazione dell’art. 37 dello Statuto che riguarda l’attribuzione delle quote Irpef alla regione da parte delle imprese con impianti in Sicilia; 150 milioni – che saliranno a 300 per il 2016 e il 2017 – derivanti dalla possibilità di spalmare in 7 anni, anziché in 3, il disavanzo globale maturato a fine 2014; 50/100 milioni da ulteriori efficienze sul bilancio regionale e dalla possibilità, da verificare, di utilizzare l’avanzo di gestione 2014 della sanità per ripagare costi sanitari addebitati impropriamente sul bilancio regionale.