Faraone al convegno Anip: «Possibile proroga di #scuolebelle al 2016»

Dopo i 280 milioni di euro spesi tra il 2014 e la prima metà del 2015 negli oltre 12.500 interventi di piccola manutenzione, tinteggiatura, decoro e ripristino delle scuole italiane il progetto “#scuolebelle” potrà essere rifinanziato anche nel 2016: ad annunciarlo è stato, oggi a Palermo, il sottosegretario del Miur, Davide Faraone intervenuto al primo appuntamento del nuovo programma di incontri “table&speech” promosso dall’ANIP, l’associazione che rappresenta in Confindustria il settore del “facility management”.

Nel suo intervento davanti ad una nutrita platea di imprenditori del facility, il Sottosegretario al Ministero della pubblica istruzione ha riepilogato gli impegni assunti dal governo nell’ambito scolastico, snocciolando i numeri delle azioni realizzate grazie al triplice progetto “#la buonascuola”, “#scuolebelle e “#scuolesicure” annunciando la possibilità di una proroga del programma di manutenzione anche per il 2016.

“Un impegno di grande importanza per la scuola pubblica italiana, e quindi per gli studenti e gli insegnanti del Paese che potranno contare su scuole più sicure, più pulite e più belle – ha commentato Lorenzo Mattioli, Presidente di ANIP – ma anche una buona notizia per le nostre imprese insieme alle quali oggi celebriamo un passo “storico” per l’Associazione che entra direttamente in Confindustria, aprendo una fase radicalmente nuova al nostro sviluppo”.

L’ANIP – che rappresenta nel mondo confindustriale un settore economico forte di 46 mila imprese, 2,5 milioni di occupati e con un mercato potenziale complessivo stimato per 135 miliardi di euro – nell’incontro di Palermo ha ufficializzato il suo ingresso in Confindustria come associazione di primo livello, inaugurando una nuova stagione di iniziative pubbliche “table&speech” che intendono aprire un “cantiere verso nuove modalità di coinvolgimento delle aziende e logiche di confronto dinamico con le Istituzioni – ha detto ancora Lorenzo Mattioli. – Un “new deal” dove dobbiamo ripensare noi stessi per rifondare il modo di “parlare” al Paese, incrociando tutti gli attori che si sentono protagonisti del cambiamento del “sistema”. Parleremo di servizi, di facility ma in modalità “aperta”, oltre lo steccato che ancora oggi separa – e oppone – la politica ai cittadini, gli stakeholder agli opinion maker. Noi vogliamo lavorare per un dialogo capace di costruire, verso una proposta in grado di convincere, per una politica che diventi fattuale, concreta”.