Fondazione Res: l'economia siciliana si riprende, ma non l'occupazione

euriLuci e ombre per l’economia siciliana. Se l’economia mostra segnali di ripresa questa timida crescita non porta con sé e non lo porterà a breve anche un aumento dei posti di lavoro. Così se il Pil è atteso al +1% nel 2015 la disoccupazione per quest’anno non si schioderà dal 22,8% stesso dato dell’anno scorso e record siciliano che in questa triste classifica è seconda solo alla Calabria. Sono i dati che emergono dal rapporto CongiunturaRes della Fondazione RES presentato oggi a Palazzo Branciforti.

Dal rapporto emerge che solo dal prossimo anno si potrà vedere qualche segnale positivo sul fronte dell’occupazione e finora neanche gli incentivi e il Jobs Act sono riusciti a scardinare questa tendenza: sono 1.325 i nuovi posti di lavoro a tempo indeterminato creati nei primi cinque mesi dell’anno: solo l’1% del totale nazionale.

«In un contesto nazionale caratterizzato da segnali di ripresa – afferma Adam Asmundo, responsabile delle analisi economiche della Fondazione RES – l’economia siciliana continua a muoversi con difficoltà. L’uscita dalla crisi appare, infatti, rallentata dal mancato adeguamento strutturale. Quest’ultimo si è compiuto solo in parte, in quelle imprese e in quei comparti produttivi che hanno accettato le sfide dell’innovazione e colto le opportunità offerte da mercati ormai globali, come testimoniano i risultati delle imprese esportatrici. Le stime della Fondazione RES definiscono il 2015 come un anno in cui il sistema prova a muovere i primi passi verso un ciclo economico basato su meccanismi e presupposti diversi rispetto al passato, avviando una tendenza che potrebbe confermarsi nel 2016».

A sostenere la ripresa sono per lo più gli investimenti produttivi (+1,4% in complesso) e i consumi delle famiglie (+0,8% per il 2015), mentre la componente pubblica della domanda, cioè la spesa della Pubblica amministrazione, fa registrare ancora una leggera variazione negativa (-0,1%, dopo il -0,4% del 2014) . Dopo anni difficili tornano a crescere anche gli investimenti, soprattutto in macchinari e attrezzature (+2,3%). L’edilizia segna il passo ma, dopo lunghi anni di rallentamento accompagnati da processi di ammodernamento tecnico e strumentale, gli indicatori relativi al settore, in termini di investimenti, produzione e occupazione, sembrano confermare un graduale percorso di ripresa.

La prolungata fase recessiva incide sulla distribuzione del reddito e della ricchezza, con l’ampliarsi dell’area del disagio sociale. Le indagini Istat sulla povertà confermano la Sicilia tra i primi posti in ambito nazionale per stato di deprivazione, con un valore in crescita dal 24,1 al 25,2% della povertà relativa, che colpisce oltre un quarto delle famiglie residenti. E la progressiva concentrazione della ricchezza in poche mani continua a costituire uno dei fenomeni socioeconomici più preoccupanti della crisi.

Continua, intanto, il processo di selezione industriale e produttiva: accanto alla crisi diffusa delle produzioni marginali sono presenti, infatti, imprese competitive e in crescita. Un’attenzione particolare, cautamente positiva, merita l’agricoltura, che sul versante produttivo mostra nuovi sintomi di crescita accompagnati da un sensibile incremento occupazionale.