Fondi agli enti di formazione in Sicilia, la Corte dei Conti condanna politici e burocrati

Fondi agli enti di formazione in Sicilia, la Corte dei Conti condanna politici e burocrati.  In particolare, i giudici d’appello della Corte dei Conti, sezione della Sicilia, hanno confermato per molti politici e funzionari coinvolti la condanna a risarcire la Regione Siciliana per la vicenda dei fondi extrabudget assegnati agli enti di formazione. È stata confermata la condanna a Patrizia Monterosso ex dirigente generale del Dipartimento della Formazione Professionale, ora segretario generale della Regione siciliana, che dovrà restituire 1 milione 279 mila di euro.

Sono stati accolti i ricorsi dell’ex presidente della Regione Raffaele Lombardo e del funzionario presso il Servizio Programmazione del Dipartimento della Formazione Professionale Salvatore Di Francesca che non dovranno risarcire somme.

Sono state confermate le condanne anche per gli ex assessori Santi Formica, 379 mila euro, Luigi Gentile 224 mila euro, la ex dirigente generale del Dipartimento della Formazione Professionale Alessandra Russo, 378 mila euro, l’ex dirigente del Servizio Programmazione del Dipartimento della Formazione Professionale Maria Carmela Di Bartolo, 474 mila euro, e l’ex dirigente dapprima presso il Servizio Rendicontazione e poi presso il Servizio Gestione del Dipartimento della Formazione Professionale Nino Emanuele, 365 mila euro.

Accolto parzialmente il ricorso per l’ex assessore alla Formazione Carmelo Incardona che dovrà risarcire 790 mila euro. Confermata l’assoluzione della funzionaria Loredana Esposito.

Secondo i giudici contabili la Regione avrebbe affidato in maniera illegittima fondi in più rispetto a quelli previsti. Sarebbero stati incrementati i finanziamenti già stanziati.

Regge, dunque, e in maniera definitiva, la ricostruzione del vice procuratore Gianluca Albo in primo e di Diana Calaciura in appello, secondo cui, si era in presenza di una “trasgressione dei canoni comportamentali”. Quei canoni previsti dal “buon senso comune, secondo cui un ente privato non può gestire arbitrariamente risorse pubbliche” e dal “buon senso gestionale” che deve rispondere ai principi di trasparenza ed economicità. Insomma, non è possibile incrementare la cifra dei finanziamenti già stanziati. Si deve spendere quanto si riceve. Vietato sforare anche di un solo centesimo il budget. L’indagine era stata condotto dai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Palermo.

A nulla sono servite le tesi difensive secondo cui, sarebbe venuto meno il danno erariale visto che la Regione ha avviato le procedure per recuperare le somme erogate, circa 4 milioni di euro, attraverso lo strumento della compensazione o le ingiunzioni di pagamento agli enti. Per farla breve, gli enti che avevano ricevuto dall’assessorato, per il solo 2007, le somme in extrabudget sono stati chiamati a restituire quei soldi anche attraverso il blocco dei finanziamenti dell’Avviso 20 o di altri dei quali fossero destinatari.